Agricoltura sociale: differenze tra le versioni

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L’Agricoltura Sociale è una pratica diffusa in tutta Europa e si presenta sotto molteplici forme accomunate da alcune caratteristiche generali ma anche contraddistinte da approcci e relazioni intersettoriali. L’Agricoltura Sociale si è pian piano sviluppata in tutte le aree rurali europee dalla fine del XX secolo avendo alla base le medesime finalità di servizio nei confronti di soggetti deboli, ma è anche cresciuta con modalità diverse in funzione delle caratteristiche nazionali e locali.
 
ViL’Agricoltura sonoSociale numerosiè elementiuna comunipratica nellediffusa esperienzein europeetutta diEuropa agricolturache socialesi eè pian piano sviluppata in tutte risultanole esserearee strettamenterurali legateeuropee addalla attivitàfine tradizionalidel dell’economiaXX ruralesecolo e disi svolge svolgersiprevalentemente in aziende agricole biologiche, condove vi è una forte diversificazione delle attività, flessibilie di apertura ednei aperteconfronti aldel territorio. Le esperienze si rivolgono a persone con disabilità intellettuali, fisiche o sensoriali, con patologie mentali, affette da dipendenze, ex detenuti, disoccupati di lungo periodo, ovvero giovani in difficoltà, anziani, soggetti con patologie specifiche.
Con l’emergere del concetto di multifunzionalità degli ultimi anni, l’Agricoltura Sociale si è affermata quale nuova pratica sostenibile sotto il profilo economico e ha visto un numero crescente di esperienze che assumono nomi differenti: farming for health, care farming, green care o green therapies. Svolgere questo tipo di attività non solo permette alle persone di reinserirsi nella sfera produttiva e di ritrovare il contatto con la natura, ma ha anche effetti positivi sul loro benessere e sulle loro condizioni di salute, promuove il loro inserimento sociale, ne migliora la capacità di apprendimento e l’autostima, rafforza la loro partecipazione alla vita sociale.
 
Con l’emergere del concetto di multifunzionalità degli ultimi anni, l’Agricoltura Sociale si è affermata quale nuova pratica sostenibile sotto il profilo economico e ha visto un numero crescente di esperienze che assumono nomi differenti: farming for health, care farming, green care o green therapies. Svolgere questo tipo di attività non solo permette alle persone di reinserirsi nella sfera produttiva e di ritrovare il contatto con la natura, ma ha anche effetti positivi sul loro benessere e sulle loro condizioni di salute, promuove il loro inserimento sociale, ne migliora la capacità di apprendimento e l’autostima, rafforza la loro partecipazione alla vita sociale.
Vi sono numerosi elementi comuni nelle esperienze europee di agricoltura sociale e tutte risultano essere strettamente legate ad attività tradizionali dell’economia rurale e di svolgersi in aziende agricole biologiche, con una forte diversificazione delle attività, flessibili ed aperte al territorio. Le esperienze si rivolgono a persone con disabilità intellettuali, fisiche o sensoriali, con patologie mentali, affette da dipendenze, ex detenuti, disoccupati di lungo periodo, ovvero giovani in difficoltà, anziani, soggetti con patologie specifiche.
 
Le esperienze olandesi sono quelle più codificate. Qui,e si registrano gruppi di utenza in numeri stabiliti, in orari definiti della giornata e della settimana, per attività di servizio formalizzate, controllate e remunerate. In Slovenia e Francia si registrano gruppi di utenti, talvolta con diverse esigenze e caratteristiche, impegnati in azioni di terapia occupazionale, di formazione e di inclusione sociale e lavorativa. Nelle Fiandre, solitamente, le aziende agricole ricevono un utente dai servizi per alcune mezze giornate la settimana, come attività alternativa ai centri diurni. In Germania si tratta di grandi strutture gestite dal terzo settore dove trovano accoglienza ed occupazione persone a bassa contrattualità. In Irlanda e nei paesi anglosassoni, sono frequenti aziende agricole gestite da fondazioni che ospitano più utenti dei servizi allo stesso tempo.
 
Numerose sono però anche le differenze che derivano dalle tradizioni, dai metodi e dagli orientamenti adottati nei diversi paesi.
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• privato, fondato su fattorie “terapeutiche” (prevalente nei Paesi Bassi e nella regione fiamminga del Belgio);
 
• misto, fondato su cooperative sociali e aziende agricole private (prevalente In Italia).  
 
Anche gli orientamenti di base presentano delle differenze: se inIn Italia e in Francia le attività dell’ASdi Agricoltura Sociale rientrano prevalentemente nel settore sociale e terapeutico-assistenziale, mentre nei Paesi Bassi esse presentano invece maggiore attinenza con il sistema sanitario, nelle Fiandre (Belgio) con il settore agricolo, mentree in Germania, Gran Bretagna, Irlanda e Slovenia si situano a metà strada tra il settore socio-sanitario e quello della salute.
 
== In Italia ==