Macerata: differenze tra le versioni

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Costituitosi il [[Regno d'Italia (1805-1814)|Regno Italico]] venne elevata al rango di capoluogo del dipartimento del Musone (1808-1814). Nel maggio del [[1815]] vide lo sbandamento delle truppe di [[Gioacchino Murat]], battute dagli austriaci nella [[battaglia di Tolentino]]. Ci fu poi a Macerata nel giugno 1817 il primo atto patriottico di stampo carbonaro avvenuto in Italia dopo lo sbarco a Pizzo di Murat, il quale però non combatté per l’Italia. Prima ancora dell’emergere di figure come quelle di Mazzini, Garibaldi e Cavour, a Macerata già sorgeva l’idea di un’Italia unita.
Dopo la restaurazione dello [[Stato Pontificio]], il [[Papa Pio VII]] aveva concesso l’amnistia ai veterani napoleonici e a coloro che avevano combattuto al fianco di Murat ma questi rimasero comunque insofferenti al nuovo regime.
 
Verso la fine del 1816 erano iniziati a circolare i propositi per un’insurrezione con gli affiliati delle “vendite” di Fermo e Macerata e il Centro Guelfo di Bologna. Nel 1817 queste trattative si erano intensificate a causa di una grave malattia che aveva colpito il Pontefice e che presagiva la sua morte imminente. Quindi la notte del 23 giugno alcuni congiurati con a capo Luigi Carletti si radunarono nel Convento dei Barnabiti in attesa dell’arrivo dei ribelli dai paesi limitrofi, mentre altri due rivoltosi furono inviati davanti al monastero delle Vergini e a quello di Santa Croce per radunare dalla campagna i contadini che avrebbero contribuito alla rivoluzione. Altri ancora furono mandati incontro ai ribelli che dovevano giungere dai paesi vicini come [[San Ginesio]], [[Cingoli]], [[Montelupone]], [[Treia]], [[Montolmo]], [[San Giusto]], [[Montecassiano]], [[Civitanova]] e [[Morrovalle]]. Tutti dovevano riunirsi presso il Convento dei Cappuccini vecchi per poi entrare in città.
 
All’ultima ora però del calcolato contingente si presentarono solo pochi contadini e degli uomini dei paesi limitrofi soltanto quelli di Filottrano e Morrovalle. Ciò accadde perché si era diffuso un clima di demotivazione tra il popolo a seguito della notizia dell’improvvisa guarigione del Papa; inoltre la polizia pontificia aveva numerose spie all’interno dei gruppi di rivoltosi e uno degli ideatori della rivolta, Cesare Giacomini, che ne conosceva bene le dinamiche, consegnò il piano al Delegato Apostolico. Nonostante il fallimento, uno dei rivoltosi ne approfittò per sparare due fucilate contro alcune sentinelle che erano di guardia, senza però ferirle. Al rumore scatenato sopraggiunsero le truppe di carabinieri con il loro capitano e i ribelli decisero di disperdersi.
All’ultima ora però del calcolato contingente si presentarono solo pochi contadini e degli uomini dei paesi limitrofi soltanto quelli di Filottrano e Morrovalle. Ciò accadde perché si era diffuso un clima di demotivazione tra il popolo a seguito della notizia dell’improvvisa guarigione del Papa; inoltre la polizia pontificia aveva numerose spie all’interno dei gruppi di rivoltosi e uno degli ideatori della rivolta, Cesare Giacomini, che ne conosceva bene le dinamiche, consegnò il piano al Delegato Apostolico. Nonostante il fallimento, uno dei rivoltosi ne approfittò per sparare due fucilate contro alcune sentinelle che erano di guardia, senza però ferirle. Al rumore scatenato sopraggiunsero le truppe di carabinieri con il loro capitano e i ribelli decisero di disperdersi. Dopo quella notte a causa del ritrovamento di numerosi manifesti di rivolta affissi nelle città iniziò una serie di interrogatori, perquisizioni, arresti e processi, che si conclusero nell’autunno del 1818. Dei trentasei imputati tredici furono condannati a morte, dodici alla galera a vita, sette a dieci anni e altri ancora a sette o cinque anni di prigione.<ref>Domenico Spadoni, La cospirazione di Macerata del 1817 ossia il primo tentativo patriottico italiano dopo la Restaurazione, stab. Tipografico Mancini, Macerata, 1895 </ref>
 
Il pur goffo tentativo, subito represso dalle autorità, rappresentò la voglia di libertà e la presa di coscienza dei propri diritti da parte della popolazione. Nell'ottobre del 1820 cominciarono i lavori di costruzione dello [[Sferisterio di Macerata|Sferisterio]], che serviva da stadio per il [[pallone col bracciale|gioco del bracciale]] e altre attività; tale opera, ultimata su progetto dell'architetto [[Ireneo Aleandri]] nell'agosto del 1829, fu incastonata perfettamente tra Piazza Mercato, il quartiere le "casette" e la "cocolla"; per costruirla venne abbattuta la Porta Mercato, poi riedificata. Molti maceratesi presero parte nell'[[XIX secolo|Ottocento]] alle campagne per l'indipendenza dell'[[Italia]]. Il 1º gennaio [[1849]] la città fu interessata dalla venuta di [[Giuseppe Garibaldi]] e della sua legione. Nonostante le iniziali riserve dovute alla cattiva fama dei suoi soldati, l’uomo fu accolto calorosamente dai cittadini, sempre più fiduciosi in una cacciata dello straniero. Già dopo pochi giorni infatti la popolazione si dimostrò contrariata dalla partenza dei garibaldini, insistendo per un prolungamento della loro permanenza. Piacque infatti il brio e l’animazione prodotta dalla presenza dei giovani e le botteghe poterono contare sulla richiesta di scarpe e vestiario per i soldati, aumentandone i prezzi. Nello stesso mese cominciò la campagna elettorale, pubblicizzata dal governo della [[Repubblica]] con l’eliminazione dell’opprimente [[tassa sul macinato]]. I cittadini maceratesi accolsero la pubblicazione dei decreti che sancivano le future elezioni con entusiasmo, votando anche lo stesso Garibaldi che però, con 2069 voti, arrivò solo tredicesimo. I maceratesi infatti preferirono i candidati della propria provincia a lui che invece appoggiava la Repubblica, considerata ancora un salto nel buio. Il 23 gennaio la legione garibaldina ripartì diretta a [[Rieti]], portando con sé un positivo ricordo della cittadina che lo aveva accolto e dedicandole la battaglia del 30 aprile a Porta [[San Pancrazio (Italia)|San Pancrazio.]]<ref>{{Cita libro|titolo=Garibaldi a Macerata nel 1849 diNazareno Cioppettini|editore=Tipografia di San Giuseppe|p=49-56}}</ref>