Guerra fredda: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Etichette: Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Traslitterazioni, citazioni e modifiche minori.
Etichetta: Editor wikitesto 2017
Riga 36:
===Conferenze di guerra in Europa postbellica===
{{Vedi anche|Conferenza di Teheran|Conferenza di Jalta}}
[[File:Yalta Conference (Churchill, Roosevelt, Stalin) (B&W).jpg|thumb|left|I "Tre Grandi" alla [[Conferenza di Yalta]]: [[Winston Churchill]], [[Franklin Roosevelt]] e [[JosephIosif Stalin]].]]
 
Al termine della seconda guerra mondiale, gli Alleati non si trovavano d'accordo su come dovessero essere segnati i confini dell'Europa appena liberata dai nazisti.<ref name="Gaddis13-23">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 13–23}}.</ref> Ciascuno dei vincitori possedeva idee diverse riguardo a come gestire e mantenere la sicurezza post-bellica.<ref name="Gaddis13-23"/> Alcuni studiosi sostengono che tutti gli stati Alleati occidentali desideravano arrivare ad una situazione in cui si fossero stabiliti governi democratici il ​​più ampiamente possibile, permettendo così ad essi stessi di risolvere pacificamente le differenze attraverso organizzazioni internazionali.<ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 156}}.</ref> Altri osservano che le potenze atlantiche erano comunque divise nella loro visione del nuovo mondo postbellico. Gli obiettivi di Roosevelt, e cioè la vittoria militare in Europa e in Asia, il raggiungimento della supremazia economica americana globale sull'impero britannico e la creazione di un'organizzazione mondiale per la pace, apparivano maggiormente globali e ambiziosi rispetto a quelli di Churchill, che si concentrava principalmente sul controllo del Mediterraneo, assicurando così la sopravvivenza dell'[[Impero britannico]] e l'indipendenza dei paesi dell'Europa centrale e orientale in modo che fungessero da cuscinetto tra i sovietici e il Regno Unito.<ref Name=Plokhy>{{cita|Plokhy, 2010}}.</ref>
Riga 46:
Secondo l'opinione americana, Stalin appariva come un potenziale alleato nel raggiungere gli obiettivi, mentre per i britannici il leader sovietico sembrava la più grande minaccia per l'adempimento dei loro programmi. Con i sovietici che occupavano già la maggior parte dell'Europa centrale e orientale, Stalin si trovava in vantaggio.
 
Le differenze tra Roosevelt e Churchill portarono a diversi accordi separati con i sovietici. Nell'ottobre del 1944, Churchill si recò a Mosca e propose l'accordo sulle percentuali su cui dividere i Balcani nelle rispettive sfere d'influenza, tra cui il predominio di Stalin sulla [[Romania]] e sulla Bulgaria, mentre i britannici avrebbero avuto carta bianca sulla Grecia. Alla [[conferenza di Yalta]] del febbraio 1945, Roosevelt firmò un accordo separato con Stalin riguardante l'Asia e rifiutò di sostenere Churchill sulle questioni relative alla Polonia.<ref Name=Plokhy/> Alla fine, Roosevelt approvò anche l'accordo percentuale sull'europaEuropa dell'est,<ref>{{en}} [https://books.google.com/books?id=VCX-CwAAQBAJ&q=percentages+agreement#v=snippet&q=percentages%20agreement&f=false Allan Todd, ''History for the IB Diploma Paper 3: The Soviet Union and Post-Soviet Russia'' (Cambridge University Press, 2016), p.105-111]</ref> ma apparentemente non vi era ancora un solido consenso sul quadro postbellico in Europa.<ref name="Gaddis21">{{cita|Gaddis, 2005|p. 21}}.</ref>
 
Alla [[Seconda conferenza di Québec]], una conferenza militare di alto livello tenutasi a [[Quebec City]] tra il 12 e il 16 settembre 1944, Churchill e Roosevelt raggiunsero un accordo su una serie di questioni, tra cui un piano per la Germania, basato sull'originale proposta di [[Henry Morgenthau Jr.]]. Il ''memorandum'' elaborato da Churchill prevedeva "l'eliminazione delle industrie belliche nella [[Regione della Ruhr]] e in quella del [[Saarland|Saar]] ... in attesa di convertire la Germania in un paese principalmente agricolo e pastorale nel suo carattere". Tuttavia, non includeva un piano per dividere il paese in diversi stati indipendenti ([[Piano Morgenthau]]).
Riga 68:
In risposta a questo annuncio, il governo degli Stati Uniti adotta il ''[[containment]]'',<ref name="Gaddis28">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 28–29}}.</ref> il cui scopo era fermare la diffusione del comunismo. Truman pronunciò un discorso in cui chiedeva l'assegnazione di 400 milioni di [[dollaro statunitense|dollari]] per intervenire nella guerra e svelava la "[[dottrina Truman]]" che inquadrava il conflitto come una contesa tra popoli liberi e [[totalitarismo|regimi totalitari]].<ref name="Gaddis28" /> I politici statunitensi accusarono l'Unione Sovietica di cospirare contro i realisti greci nel tentativo di [[teoria del domino|espandere l'influenza sovietica]], nonostante Stalin avesse dichiarato che il Partito Comunista avrebbe cooperarato con il governo greco appoggiato dall'Inghilterra.<ref>{{Cita libro|url=https://books.google.com/books?id=jJoqDQAAQBAJ&pg=PA376&dq=gerolymatos+andre.+yale&hl=en&sa=X&ved=0ahUKEwjcyfjx2ebXAhXrkeAKHV4vAMYQ6AEIJjAA#v=onepage&q=Communists%20acquieced&f=false|titolo=An International Civil War: Greece, 1943-1949|cognome=Gerolymatos|nome=André|data=3 gennaio 2017|editore=Yale University Press|isbn=978-0-300-18060-2|lingua=en}}, pg. 195-204</ref> Gli insorti furono, infatti, aiutati dalla [[Repubblica Socialista Federale Jugoslava]] di [[Josip Broz Tito]] contro il volere di Stalin.<ref name = "Lafeber 1993">{{cita|LaFeber, 1993|pp. 194–197}}.</ref><ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 38}}.</ref>
 
L'enunciazione della dottrina Truman segnò, negli Stati Uniti, l'inizio di una intesa ''bipartisan'' tra [[Partito Repubblicano (Stati Uniti d'America)|democraticirepubblicani]] e [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|repubblicanidemocratici]], per quanto riguarda la difesa nazionale e la politica estera che andò a indebolirsi solamente durante e dopo la [[guerra del Vietnam]], ma che comunque persistette anche in seguito.<ref>{{cita|Hahn, 1993|p. 6}}.</ref><ref>{{cita|Higgs, 2006|p. 137}}.</ref> I partiti moderati e conservatori europei, così come i socialdemocratici, fornirono un sostegno praticamente incondizionato all'alleanza occidentale,<ref>{{cita|Moschonas|Elliott, 2002|p. 21}}.</ref> mentre i comunisti europei ed americani, finanziati dal [[KGB]] e coinvolti nelle sue operazioni di spionaggio,<ref>{{Cita libro|cognome=Andrew|nome=Christopher |autore2=Mitrokhin, Vasili |titolo=The Sword and the Shield: The Mitrokhin Archive and the Secret History of the KGB|editore=Basic Books]anno=2000|p=276 |lingua=en}}.</ref> aderirono alla linea di Mosca nonostante fosse apparso un dissenso dopo il 1956. Ulteriori critiche alla politica di consenso arrivarono dagli [[Opposizione alla guerra del Vietnam|attivisti contro la guerra contro il Vietnam]], dalla [[campagna per il disarmo nucleare]] e dal [[movimento anti-nucleare]].<ref>{{cita|Crocker|Hampson|Aall, 2007|p. 55}}.</ref>
 
===Piano Marshall e colpo di stato cecoslovacco===
Riga 88:
===Cominform e la rottura Tito-Stalin===
{{Vedi anche|Cominform|Conflitto sovietico-jugoslavo}}
 
Nel settembre 1947, i sovietici crearono il ''[[Cominform]]'', il cui scopo era quello di rafforzare l'ortodossia all'interno del movimento comunista internazionale e rafforzare il controllo politico sui [[Stato satellite|paesi satelliti]] sovietici attraverso il coordinamento dei partiti comunisti nel blocco orientale.<ref name="Gaddis32" /> ''Cominform'' dovette affrontare una battuta d'arresto imbarazzante nel giugno successivo, quando la [[Conflitto sovietico-jugoslavo|rottura tra Stalin e Tito]] obbligò l'espulsione della [[Jugoslavia]], che rimase comunque un paese a matrice comunista ma adottò una posizione [[Movimento dei paesi non allineati|non allineata]].<ref>{{cita|Carabott|Sfikas, 2004|p. 66}}.</ref>
 
Line 135 ⟶ 134:
Tra gli altri effetti, la guerra di Corea stimolò la NATO a sviluppare una struttura militare.<ref>{{cita|Isby & Kamps, 1985|pp. 13–14}}.</ref> L'opinione pubblica nei paesi coinvolti, come la Gran Bretagna, era divisa tra coloro che erano a favore e contrari alla guerra. Molti temevano un'''escalation'' in una guerra generale contro la Cina comunista e persino lo sfociare in una [[guerra nucleare]]. La forte opposizione alla guerra mise spesso a dura prova le relazioni anglo-americane. Per questi motivi, i funzionari britannici cercarono una rapida conclusione del conflitto, sperando di arrivare all'unione della Corea sotto gli auspici delle Nazioni Unite e il ritiro di tutte le forze straniere.<ref>{{Cita libro|cognome=Cotton|nome=James|titolo=The Korean war in history|editore=Manchester University Press ND|anno=1989|p=100|cid=|isbn=0-7190-2984-8|lingua=en}}</ref>
 
Sebbene i cinesi e i nordcoreani fossero stremati dalla guerra e fossero pronti a mettere fine al conflitto già nel tardo 1952, Stalin insistette perché continuassero a combattere. Così l'[[Armistizio di Panmunjeom|Armistizio]] venne concluso solamente nel luglio del 1953, dopo la morte del leader sovietico.<ref name = "Byrd" /> Il leader nordcoreano Kim Il Sung mise in piedi una dittatura [[totalitarismo|totalitaria]] altamente centralizzata, attribuendo a se stesso un potere illimitato e dando origine ad un formidabile [[culto della personalità]].<ref>{{en}} Oberdorfer, Don, ''The Two Koreas: A Contemporary History'', Basic Books, 2001, {{ISBN|0-465-05162-6}}, page&nbsp; 10–11</ref><ref>{{en}} No, Kum-Sok e J. Roger Osterholm, ''A MiG-15 to Freedom: Memoir of the Wartime North Korean Defector who First Delivered the Secret Fighter Jet to the Americans in 1953'', McFarland, 1996, {{ISBN|0-7864-0210-5}}</ref> In Corea del Sud [[Syngman Rhee]] deteneva il potere di un regime molto meno brutale ma profondamente [[corruzione|corrotto]] e [[autoritarismo|autoritario]].<ref>{{Cita libro|cognomeautore=Max Hastings |nome=Max |wkautore= Max Hastings|titolo=The Korean War |editore=Simon & Schuster |anno=1988 |città=New York |pp=89–90 |url=https://books.google.com/books?id=wvOMegzEi3AC |isbn=0-671-66834-X|lingua=en}}</ref>
 
==Crisi e escalation (1953-62)==
{{Vedi anche|Guerra fredda (1953-1962)}}
 
===KrusciovChruščëv, Eisenhower e destalinizzazione===
 
[[File:1959_NATO_and_WP_troop_strengths_in_Europe.svg|thumb|Forze militari NATO e del Patto di Varsavia in Europa nel 1959.]]
 
Nel 1953, i mutamenti nella leadership politica di entrambe le parti modificarono la dinamica della Guerra Fredda.<ref name=autogenerated1>Karabell, p. 916</ref> [[Dwight Eisenhower]] venne eletto [[presidente degli Stati Uniti]] in gennaio. Durante gli ultimi 18 mesi dell'amministrazione Truman, il budget messo a disposizione della difesa era quadruplicato e Eisenhower si era impegnato nel ridurre le spese militari di un terzo seppur continuando a combattere efficacemente la Guerra Fredda.<ref name="Lafeber 1993" />
 
Dopo la morte di JosephIosif Stalin, [[Nikita KrusciovChruščëv]] divenne il leader sovietico in seguito alla deposizione e l'esecuzione di [[Lavrentij Pavlovič Berija|Lavrentij Berija]] e l'allontanamento dei rivali [[Georgy Malenkov]] e [[VyacheslavVjačeslav Molotov]]. Il 25 febbraio 1956, KrusciovChruščëv scioccò i delegati al [[XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione Sovietica]] elencando e denunciando i crimini di Stalin.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 107}}.</ref> Come parte di una campagna di [[destalinizzazione]] dichiarò che l'unico modo per riformare e allontanarsi dalle politiche di Stalin sarebbe stato quello di riconoscere gli errori commessi in passato.<ref name = "Karabell" />
 
Il 18 novembre 1956, mentre si rivolgeva agli ambasciatori occidentali ad un ricevimento presso l'ambasciata polacca a Mosca, KrusciovChruščëv disse la famosa frase "Che vi piaccia o meno, la storia è dalla nostra parte. Vi seppelliremo" scioccando i presenti.<ref>{{en}}Cita "[web|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,867329,00.html |titolo=We Will Bury You!]", ''|editore=Time magazine'', 26 November |data=1956. Retrieved -11-26 June |accesso=2008.-06-26|lingua=en}}</ref> In seguito affermò che non aveva parlato di guerra nucleare, ma piuttosto della vittoria, storicamente determinata, del comunismo sul capitalismo.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 84}}.</ref> Nel 1961, KrusciovChruščëv dichiarò che anche se in quel momento l'Unione Sovietica era in ritardo rispetto all'Occidente, entro un decennio la sua carenza di alloggi sarebbe colmata, i beni di consumo sarebbero stati abbondanti e nel giro di due decenni la "costruzione di una società comunista" URSS sarebbe stata completata per la maggior parte.<ref>{{cita|Tompson, 1997|pp. 237–239}}.</ref>
 
Il segretario di stato di Eisenhower, [[John Foster Dulles]], dette impulso ad un "''[[New look]]''" per la strategia di contenimento, chiedendo una maggiore fiducia nelle armi nucleari contro i nemici statunitensi in tempo di guerra.<ref name="Karabell" /> Dulles enunciò anche la dottrina della "rappresaglia massiccia", minacciando una severa risposta da parte degli Stati Uniti a qualsiasi aggressione sovietica. Possedere una superiorità nucleare permise, ad esempio, ad Eisenhower di far fronte alle minacce sovietiche riguardo ad un possibile intervento in Medio Oriente durante la [[crisi di Suez]] del 1956.<ref name="Lafeber 1993" /> I piani statunitensi della fine degli [[anni 1950]] per una eventuale guerra nucleare includevano la "distruzione sistematica" dei 1200 maggiori centri urbani appartenenti al Blocco Orientale e alla Cina, tra cui Mosca, Berlino Est e Pechino, con le loro popolazioni civili annoverate tra gli obiettivi primari.<ref>{{Cita web|lingua=en}} |autore=Eric Bradner (|data=2015-12-23 December 2015). [|url=http://www.cnn.com/2015/12/23/politics/cold-war-u-s-nuclear-target-list/ Newly released documents reveal U.S. |titolo=Cold War nuclear target list]. ''|sito=CNN.'' Retrieved |accesso=2015-12-27 December 2015}}. SeeVedi alsoanche: [http://nsarchive.gwu.edu/nukevault/ebb538-Cold-War-Nuclear-Target-List-Declassified-First-Ever/ U.S. Cold War Nuclear Target Lists Declassified for First Time]., National Security Archive., 22 dicembre 2015.</ref>
 
===Patto di Varsavia e rivoluzione ungherese===
Line 156 ⟶ 153:
[[File:Soviet empire 1960.png|thumb|La massima estensione territoriale dei paesi del mondo sotto l'influenza sovietica, dopo la rivoluzione cubana del 1959 e prima della spaccatura cino-sovietica ufficiale del 1961.]]
 
Mentre la morte di Stalin, avvenuta nel 1953, contribuì ad allentare leggermente le tensioni, la situazione in Europa permaneva in una sorta di difficile tregua armata.<ref name="Palmowski">{{cita|Palmowski|year=2004}}</ref> I sovietici, che avevano già creato una rete di trattati di assistenza reciproca nel blocco orientale nel 1949,<ref>{{Cita|Feldbrugge, |p. 818}}</ref> nel 1955 dettero vita ad un'alleanza formale al suo interno: il [[Patto di Varsavia]].<ref name="Byrd" />
 
Poco dopo che KrusciovChruščëv ebbe rimosso il leader Stalinista [[ungheriaRepubblica Popolare d'Ungheria|ungherese]] [[Mátyás Rákosi]] scoppiò la [[rivoluzione ungherese del 1956]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/november/4/newsid_2739000/2739039.stm|titolo=Soviet troops overrun Hungary|editore=BBC News|data=4 novembre 1956|accesso=11 giugno 2008|lingua=en}}</ref> In seguito alla rivolta popolare, il nuovo regime sciolse formalmente [[Államvédelmi Hatóság|la polizia segreta]], dichiarando l'intenzione di ritirarsi dal Patto di Varsavia ed impegnandosi a ristabilire elezioni libere. In risposta alla rivoluzione l'[[Sovetskaja Armija|esercito sovietico]] iniziò l'invasione del paese ribelle;<ref name=troops>{{en}} UN General Assembly ''Special Committee on the Problem of Hungary'' (1957) {{Cita web|url= http://mek.oszk.hu/01200/01274/01274.pdf |titolo=Chapter IV. E (Logistical deployment of new Soviet troops), para 181 (p. 56) }}&nbsp; (1,47&nbsp; MB)</ref> migliaia di ungheresi vennero arrestati, imprigionati e deportati in Unione Sovietica<ref>{{Cita web|titolo=Report by Soviet Deputy Interior Minister M. N. Holodkov to Interior Minister N. P. Dudorov (15 November 1956) |opera=The 1956 Hungarian Revolution, A History in Documents |editore=George Washington University: The National Security Archive |data=4 novembre 2002 |url=http://www.gwu.edu/~nsarchiv/NSAEBB/NSAEBB76/doc8.pdf |formato=PDF |accesso=2 settembre 2006|lingua=en}}</ref> e circa 200.000 ungheresi dovettero fuggire dal paese natale ormai sprofondato nel caos.<ref name="Cseresneyes">{{Cita pubblicazione|cognome=Cseresnyés|nomeautore=Ferenc Cseresnyés|titolo=The '56 Exodus to Austria|rivista=The Hungarian Quarterly|volume=XL|numero=154 |pp=86–101|editore=Society of the Hungarian Quarterly |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20041127172402/http://www.hungarianquarterly.com/no154/086.html |url=http://www.hungarianquarterly.com/no154/086.html |dataarchivio=27 novembre 2004 |data=Summer 1999 |accesso=9 ottobre 2006|lingua=en}}</ref> Il leader ungherese [[Imre Nagy]] venne giustiziato, insieme ad altri ribelli, in seguito a processi segreti.<ref name="BBCJune16">{{en}}Cita [web|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/june/16/ "|titolo=On This Day June 16, 1989: Hungary reburies fallen hero Imre Nagy"] British Broadcasting Corporation (|editore=BBC) reports on Nagy reburial with full honors. Retrieved |accesso=2006-10-13 October 2006.}}</ref> Dal 1957 al 1961, KrusciovChruščëv, apertamente e ripetutamente, minacciò l'occidente con l'annientamento nucleare. Egli, infatti, sosteneva che le capacità missilistiche sovietiche fossero di gran lunga superiori a quelle statunitensi ed in grado di spazzare via qualsiasi città americana o europea. Tuttavia, KrusciovChruščëv respinse la convinzione di Stalin riguardo all'inevitabilità della guerra e dichiarò che il suo nuovo obiettivo fosse quello di stabilire una "pacifica convivenza".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 70}}</ref> Questa formulazione modificò la posizione sovietica dell'era di Stalin, dove il [[Prospettiva del conflitto|conflitto di classe]] internazionale significava che i due fronti opposti si trovassero in una inevitabile rotta di collisione in cui il comunismo avrebbe trionfato in seguito ad una guerra globale; la visione di desso invece prevedeva che la pace avrebbe permesso al capitalismo di crollare da solo,<ref>{{cita|Perlmutter, 1997|p. 145}}</ref> oltre che a dare ai sovietici il tempo di potenziare le proprie capacità militari.<ref>{{cita|Njolstad, 2004|p. 136}}</ref> Tale teoria rimase valida per decenni, fino a quando il "nuovo pensiero" di [[Michail Gorbačëv]] immaginò una coesistenza pacifica come fine a se stessa piuttosto che una forma di lotta di classe.<ref name="Cseresneyes"/>
 
[[File:Szétlőtt_harckocsi_a_Móricz_Zsigmond_körtéren.jpg|left|thumb|Un [[carro armato]] sovietico distrutto a Budapest durante la [[rivoluzione ungherese del 1956]].]]
 
Gli eventi accaduti in Ungheria portarono ad una frattura ideologica all'interno dei partiti comunisti di tutto il mondo, in particolare nell'Europa occidentale, suscitando un forte calo dell'adesione, dato che molti paesi occidentali e comunisti si sentirono disillusi riguardo alla brutale risposta sovietica.<ref name=Lendvai196>{{Cita libro|cognomeautore=Paul Lendvai|nome=Paul|titolo=One Day that Shook the Communist World: The 1956 Hungarian Uprising and Its Legacy|editore=Princeton University Press|anno=2008|p=196|isbn=0-691-13282-8|lingua=en}}</ref> I partiti comunisti in occidente non si ripresero mai da ciò, alcuni di loro riconobbero subito questa spaccatura, come il politico jugoslavo [[Milovan Đilas]] che poco dopo lo schiacciamento della rivoluzione disse che "la ferita che la rivoluzione ungherese ha inflitto al comunismo non potrà mai essere completamente guarita".<ref name=Lendvai196/>
 
Sul fronte statunitense, le dichiarazioni si concentravano sulla forza americana all'estero e sul successo del capitalismo liberale.<ref>{{Cita|Joshel, |p. 128}}</ref> Tuttavia, verso la fine degli anni 1960, la "battaglia per le menti degli uomini" tra i due sistemi di organizzazione sociale di cui Kennedy parlò nel 1961 era in gran parte superata, con le tensioni che ormai si concentravano principalmente su obiettivi geopolitici contrastanti piuttosto che sulle diverse ideologie.<ref>{{Cita|Rycroft, |p. 7}}</ref>
 
===Ultimatum di Berlino e integrazione europea===
{{Vedi anche|Integrazione europea|Crisi di Berlino del 1961}}
 
Nel novembre del 1958, KrusciovChruščëv compì un infruttuoso tentativo di trasformare tutta Berlino in una "città libera" indipendente e demilitarizzata, dando agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna e alla Francia un ultimatum di sei mesi affinché ritirassero le loro truppe dai settori che occupavano ancora a Berlino Ovest, o avrebbe trasferito il controllo dei diritti di accesso occidentali ai tedeschi dell'est. KrusciovChruščëv in precedenza spiegò a Mao Zedong che "Berlino è il testicolo dell'Occidente, ogni volta che voglio far urlare l'Occidente, stringo Berlino".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 71}}</ref> La NATO rigettò formalmente l'ultimatum a metà dicembre e KrusciovChruščëv lo ritirò in cambio di una conferenza a [[Ginevra]] sulla questione tedesca.<ref>{{Cita|Glees, |pp. 126–27}}</ref>
 
Più in generale, un segno distintivo degli anni 1950 fu l'inizio dell'[[integrazione europea]], un processo strettamente correlato alla Guerra Fredda che Truman ed Eisenhower promossero sia politicamente, sia economicamente e militarmente, ma che le amministrazioni successive considerarono ambivalente, temendo che si sarebbe venuta a forgiare un'Europa indipendente che avrebbe potuto comportare una disunità nel blocco occidentale.<ref>{{Cita|Cameron, |p. 156}}</ref>
 
===Competizione nel terzo mondo===
Line 185 ⟶ 182:
{{legenda|#e0e0e0|Stati non comunisti}}]]
 
Il periodo successivo al 1956 fu segnato da avvenimenti negativi per l'Unione Sovietica, in particolare la rottura dell'alleanza con la [[Cina]], dando inizio alla [[crisi sino-sovietica]]. [[Mao Zedong]] aveva difeso Stalin quando KrusciovChruščëv lo aveva attaccato dopo la sua morte nel 1956, e trattò il nuovo Primo Segretario del [[PCUS]] come un carrierista superficiale, accusandolo di aver perso il suo spirito rivoluzionario.<ref name="Gaddis142" /> Da parte sua, KrusciovChruščëv, turbato dall'atteggiamento di Mao nei confronti della guerra nucleare, si riferiva al leader cinese come un "pazzo su di un trono".<ref>{{Cita libro|cognomeautore=Fredrick Kempe|nome=Frederick|titolo=Berlin 1961|anno=2011|editore=Penguin Group (USA)|isbn=0-399-15729-8|p=42|lingua=en}}</ref>
 
Tuttavia, KrusciovChruščëv compì diversi disperati tentativi per ricostituire l'alleanza con i cinesi, ma Mao non la considerò mai una priorità e di conseguenza negò ogni proposta.<ref name="Gaddis142">{{cita|Gaddis, 2005|p. 142}}</ref> Lo scontro tra la Cina e l'Unione Sovietica si diffuse in una guerra di propaganda intra-comunista.<ref>{{Cita|Lüthi, |pp. 273–276}}</ref> Più avanti, i sovietici si concentrarono su un'aspra rivalità con la Cina di Mao per la leadership del movimento comunista globale.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 140–142}}</ref>
 
===Corsa allo spazio===
Line 193 ⟶ 190:
[[File:Buzz_salutes_the_U.S._Flag.jpg|thumb|left|L'[[astronauta]] [[Buzz Aldrin]] sulla [[Luna]] nel 1969 con la missione [[Apollo 11]].]]
 
Sul fronte degli armamenti nucleari, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica perseguirono il riarmo nucleare e svilupparono armi a lungo raggio con cui poter colpire il territorio avversario.<ref name = "Byrd" /> Nell'agosto del 1957, i sovietici lanciarono con successo il primo [[missile balistico intercontinentale]] (ICBM) al mondo<ref>{{Cita|Lackey, |p. 49}}</ref> e in ottobre lanciarono il primo [[satellite artificiale]], lo [[Sputnik 1]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/october/4/newsid_2685000/2685115.stm|titolo=Sputnik satellite blasts into space|editore=BBC News|data=4 ottobre 1957-10-04|accesso=11 giugno 2008|lingua=en}}</ref> Il lancio dello Sputnik inaugurò la [[corsa allo spazio]] che ebbe il suo culmine con gli sbarchi sulla [[Luna]] nel corso del [[programma Apollo]]. In seguito, l'astronauta [[Frank Borman]], parlò di questa corsa come "solo una battaglia nella Guerra Fredda".<ref>{{Cita web|titolo=To Boldly Go|autore=Michael Klesius, Michael|opera=Air & Space|url=http://www.airspacemag.com/space-exploration/To-Boldly-Go.html|accesso=7 gennaio 2009|data=19 dicembre 2008-12-19|lingua=en}}</ref>
 
===Rivoluzione cubana e l'invasione della Baia dei Porci===
Line 199 ⟶ 196:
[[File:CheyFidel.jpg|thumb|upright|[[Che Guevara]] (a sinistra) e [[Fidel Castro]] (a destra) nel 1961.]]
 
Sull'isola di [[Cuba]], il "[[Movimento del 26 luglio]]" conquistò il potere nel gennaio 1959, facendo cadere il presidente [[Fulgencio Batista]], il cui impopolare regime non aveva ricevuto aiuti dall'amministrazione Eisenhower.<ref>{{Cita libro|cognome=Blumberg |nomeautore=Arnold Blumberg|titolo=Great Leaders, Great Tyrants?: Contemporary Views of World Rulers Who Made History |editore=Greenwood Press |anno=1995 |città=Westport, Connecticut |url=https://books.google.com/books?id=nofUu5tvJ18C |isbn=978-0-313-28751-0 |pp=23–24|lingua=en}}</ref>
 
Dopo l'esautorazione di Batista le relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti continuarono per qualche tempo ma il presidente Eisenhower lasciò deliberatamente la capitale statunitense per evitare di incontrare il giovane leader rivoluzionario cubano [[Fidel Castro]] durante il viaggio di quest'ultimo a [[Washington]] avvenuto in aprile, lasciando il vice presidente [[Richard Nixon]] a condurre l'incontro al suo posto.<ref>{{Cita libro|cognomeautore=Carlos Lechuga Hevia |nome=Carlos |titolo=Cuba and the Missile Crisis |editore=Ocean Press |anno=2001 |città=Melbourne, Australia |p=142 |url=https://books.google.com/books?id=aKLrYxcDg2wC |isbn=978-1-876175-34-4|lingua=en}}</ref> Cuba iniziò a negoziare acquisti di armi dal blocco orientale nel marzo 1960.<ref>{{cita|Dominguez|1989|p. 22}}</ref>
 
Nel gennaio del 1961, appena prima di lasciare la presidenza, Eisenhower interruppe formalmente le relazioni con il governo cubano. Nell'aprile seguente, l'amministrazione del neoeletto presidente americano [[John Kennedy]] organizzò una [[invasione della Baia dei porci|fallita invasione dell'isola]] cubana organizzata dalla [[CIA]]. Un fallimento che umiliò pubblicamente gli Stati Uniti.<ref name="Smith 1998, 95">{{Cita|Smith, 2000|p. 95}}.</ref> Castro rispose abbracciando pubblicamente il [[marxismo-leninismo]] e l'Unione Sovietica si impegnò a fornire un ulteriore sostegno.<ref name="Smith 1998, 95"/>
Line 207 ⟶ 204:
===Crisi di Berlino del 1961===
{{Vedi anche|Crisi di Berlino del 1961|Muro di Berlino}}
 
[[File:US Army tanks face off against Soviet tanks, Berlin 1961.jpg|left|thumb|[[carro armato|Carri armati]] sovietici e statunitensi si fronteggiano al ''[[Checkpoint Charlie]]'', durante la [[crisi di Berlino del 1961]].]]
 
Line 214 ⟶ 210:
L'emigrazione provocò una massiccia "fuga di cervelli" dalla Germania dell'Est alla Germania Ovest relativa a giovani professionisti istruiti, così che quasi il 20% della popolazione della Germania orientale risultava emigrata nella parte occidentale nel 1961.<ref name="dowty122">{{cita|Dowty, 1989|p. 122}}.</ref> A giugno, l'Unione Sovietica emise un nuovo ''[[ultimatum]]'' che chiedeva il ritiro delle [[Alleati della seconda guerra mondiale|forze alleate]] da Berlino Ovest.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 114}}.</ref> La richiesta venne respinta e, il 13 agosto, la Germania dell'Est fece erigere una barriera di filo spinato che successivamente venne estesa con l'edificazione del [[Muro di Berlino]], chiudendo efficacemente la via di fuga.<ref name="pearson75">{{cita|Pearson, 1998|p. 75}}.</ref>
 
===La crisi dei missili cubani e la cacciata di KrusciovChruščëv===
{{Vedi anche|Operazione Mongoose|Crisi dei missili di Cuba}}
[[File:Cuban missiles.jpg|thumb|Fotografia aerea di un sito missilistico sovietico a Cuba, scattata da un [[aereo spia]] statunitense, il 1º novembre 1962.]]
Line 220 ⟶ 216:
Anche dopo il fallimento dell'invasione della baia dei Porci, Kennedy e la sua amministrazione continuarono a cercare modi per rovesciare il governo cubano ed estromettere Castro. Significative speranze furono riposte in un programma segreto chiamato ''[[Operazione Mongoose]]'', ideato sotto l'amministrazione Kennedy nel 1961.
 
Nel febbraio 1962, KrusciovChruščëv venne a conoscenza dei piani statunitensi relativi a Cuba: un "progetto cubano", approvato dalla [[CIA]] e che prevedeva il rovesciamento del governo cubano in ottobre, forse con il coinvolgimento dell'esercito americano, e ancora un'altra operazione ordinata da Kennedy per assassinare Castro.<ref name="Zubok 1994, 158-159">{{en}} Zubok, Vladislav M. Zubok (1994). "Unwrapping the Enigma: What Was Behind the Soviet Challenge in the 1960s?". In Diane B. Kunz (Ed.), ''[https://books.google.com/books?id=SiVTA31wrzEC The Diplomacy of the Crucial Decade: American Foreign Relations During the 1960s]''. New York: Columbia University Press. p.&nbsp; 158–159. {{ISBN|978-0-231-08177-1}}.</ref> Come risposta vennero intrapresi i preparativi per installare dei [[missile nucleare|missili nucleari]] sovietici nell'isola di Cuba.<ref name="Zubok 1994, 158-159"/>
 
Allarmato, Kennedy prese in considerazione varie possibilità e alla fine rispose all'[[crisi dei missili di Cuba|installazione di missili nucleari a Cuba]] con un [[blocco navale]] e presentò un ''ultimatum'' ai sovietici. KrusciovChruščëv decise di ritirarsi dalla possibilità di uno scontro e fece rimuovere i missili dispiegati in cambio dell'impegno statunitense a non invadere nuovamente l'isola caraibica.<ref>{{Cita libro|cognome=Jones |nomeautore=Howard Jones|titolo=Crucible of Power: A History of American Foreign Relations from 1945 |editore=Rowman & Littlefield |anno=2009 |città=Lanham |p=122 |url=https://books.google.com/books?id=WwEu5Yv9KiUC |isbn=978-0-7425-6454-1|lingua=en}}</ref> Successivamente Castro ammise che "avrei accettato l'uso delle armi nucleari ... abbiamo dato per scontato che sarebbe comunque diventata una guerra nucleare e che stavamo per scomparire."<ref>{{en}}cita libro|autore=James G. Blight (|anno=2002), ''|titolo=Cuba on the Brink: Castro, the Missile Crisis, and the Soviet Collapse'', |editore=Rowman & Littlefield,, |p. =252.}}</ref>
 
La [[crisi dei missili di Cuba]] (ottobre-novembre 1962) portò il mondo più vicino alla guerra nucleare che mai.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 82}}</ref> Le conseguenze della crisi rallentarono la corsa agli armamenti nucleari favorendo, all'opposto, ad un disarmo nucleare e al miglioramento delle relazioni tra le due superpotenze,<ref name="Palmowski" /> sebbene il primo accordo sul controllo degli armamenti della Guerra Fredda, il [[Trattato Antartico]], fosse entrato in vigore già nel 1961.<ref>{{en}} National Research Council Committee on Antarctic Policy and Science, p. 33</ref>
 
Nel 1964, KrusciovChruščëv venne destituito dalla sua carica al [[Cremlino]].<ref name="Gaddis119" /> Accusato di sgarbatezza e incompetenza; fu anche accusato di aver rovinato l'agricoltura sovietica e di aver portato il mondo sull'orlo della guerra nucleare.<ref name="Gaddis119" /> KrusciovChruščëv era diventato un imbarazzo internazionale quando autorizzò la costruzione del Muro di Berlino, un'umiliazione pubblica per il marxismo-leninismo.<ref name="Gaddis119">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 119–120}}</ref>
 
==Confronto attraverso la distensione (1962-1979)==
Line 238 ⟶ 234:
 
===Ritiro francese dalla NATO===
L'unità della NATO è stata rotta all'inizio della sua storia, con una crisi che si è verificata durante la presidenza francese di [[Charles de Gaulle]] (dal 1958 in poi). De Gaulle protestò per ruolo predominante degli Stati Uniti nell'organizzazione e per ciò che percepiva come una relazione speciale tra Stati Uniti e Regno Unito. In un ''memorandum'', datato 17 settembre 1958, inviato al presidente Dwight D. Eisenhower e al primo ministro [[Harold Macmillan]], sostenne la creazione di una direzione a tre che avrebbe messo la Francia su un piano di parità con gli altri due stati anglofoni. Inoltre, così auspicava, di espandere la copertura della NATO alle aree geografiche di interesse per la Francia, in particolare l'[[Algeria francese]], dove la Francia stava combattendo contro un'insurrezione e aveva chiesto l'assistenza della NATO.<ref name=deGuaulle>{{Cita libro|cognome=Menon |nomeautore=Anand Menon|titolo=France, NATO, and the limits of independence, 1981–97: the politics of ambivalence |editore=Palgrave Macmillan|anno=2000 |p=11 |cid=|isbn=0-312-22931-3|lingua=en}}</ref>
 
Considerando insufficiente la risposta ricevuta, de Gaulle dette inizio allo sviluppo di un [[Force de frappe|deterrente nucleare francese indipendente]] e nel 1966 ritirò il paese dalle strutture militari della NATO ed espulse le truppe NATO dal suolo francese.<ref>{{Cita|Crawley |p. 431}}</ref>
L'unità della NATO è stata rotta all'inizio della sua storia, con una crisi che si è verificata durante la presidenza francese di [[Charles de Gaulle]] (dal 1958 in poi). De Gaulle protestò per ruolo predominante degli Stati Uniti nell'organizzazione e per ciò che percepiva come una relazione speciale tra Stati Uniti e Regno Unito. In un ''memorandum'', datato 17 settembre 1958, inviato al presidente Dwight D. Eisenhower e al primo ministro [[Harold Macmillan]], sostenne la creazione di una direzione a tre che avrebbe messo la Francia su un piano di parità con gli altri due stati anglofoni. Inoltre, così auspicava, di espandere la copertura della NATO alle aree geografiche di interesse per la Francia, in particolare l'[[Algeria francese]], dove la Francia stava combattendo contro un'insurrezione e aveva chiesto l'assistenza della NATO.<ref name=deGuaulle>{{Cita libro|cognome=Menon |nome=Anand |titolo=France, NATO, and the limits of independence, 1981–97: the politics of ambivalence |editore=Palgrave Macmillan|anno=2000 |p=11 |cid=|isbn=0-312-22931-3|lingua=en}}</ref>
 
Considerando insufficiente la risposta ricevuta, de Gaulle dette inizio allo sviluppo di un [[Force de frappe|deterrente nucleare francese indipendente]] e nel 1966 ritirò il paese dalle strutture militari della NATO ed espulse le truppe NATO dal suolo francese.<ref>Crawley p.431</ref>
 
===Invasione della Cecoslovacchia===
Line 250 ⟶ 245:
[[File:Leonid Brezhnev and Richard Nixon talks in 1973.png|left|thumb|[[Leonid Il'ič Brežnev]] e [[Richard Nixon]] a Washington nel 1973; l'incontro fu un evento di spicco nella distensione tra Unione Sovietica e Stati Uniti.]]
 
In risposta alla Primavera di Praga, il 20 agosto 1968, l'esercito sovietico, insieme alla maggior parte dei loro alleati del Patto di Varsavia, [[invasione della Cecoslvacchia|invase la Cecoslovacchia]].<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/august/21/newsid_2781000/2781867.stm|titolo=Russia brings winter to Prague Spring|editore=BBC News|data=1968-08-21 agosto 1968|accesso=10 giugno 2008|lingua=en}}</ref> A tale evento seguì un'ondata di [[emigrazione]] che coinvolse alla fine circa 300.000 cechi e slovacchi che dovettero abbandonare il paese.<ref>{{Cita web|cognome=Čulík|nomeautore=Jan Čulík|titolo=Den, kdy tanky zlikvidovaly české sny Pražského jara|url=http://www.britskelisty.cz/9808/19980821h.html|editore=Britské Listy|accesso=23 gennaio 2008|lingua=cz}}</ref> L'invasione scatenò intense proteste da parte della [[Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia|Jugoslavia]], della [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]], della [[Cina]] e dei partiti comunisti dell'Europa occidentale.<ref name="Gaddis 2005, p. 154">{{cita|Gaddis, 2005|p. 154}}</ref>
 
===Dottrina Brežnev===
{{Vedi anche|Dottrina Brežnev}}
 
Nel settembre 1968, durante un discorso al quinto congresso del [[Partito Operaio Unificato Polacco]], un mese dopo l'invasione della Cecoslovacchia, Brežnev anticipò la cosiddetta [[dottrina Brežnev]], nella quale rivendicava il diritto di violare la sovranità di qualsiasi paese che tentasse di sostituire il marxismo-Leninismo con il capitalismo. Durante il discorso, Brežnev dichiarò:<ref name="Gaddis 2005, p. 150">{{cita|Gaddis, 2005|p. 150}}.</ref>
 
{{citazione|Quando le forze ostili al socialismo cercano di trasformare lo sviluppo di qualche paese socialista verso il capitalismo, diventa non solo un problema del paese interessato, ma un problema e una preoccupazione comuni a tutti i paesi socialisti.}}
 
La dottrina trovò le sue origini nei fallimenti del marxismo-leninismo in stati come la [[Repubblica Popolare di Polonia|Polonia]], l'[[Repubblica Popolare d'Ungheria|Ungheria]] e la [[Germania dell'Est]], che stavano affrontando un declino del tenore di vita in contrasto con la prosperità della Germania occidentale e del resto dell'Europa occidentale.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 153}}.</ref>
 
===Escalation nel terzo mondo===
Line 272 ⟶ 266:
Nel febbraio del 1972, Nixon annunciò uno straordinario riavvicinamento con la Cina<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 149–152}}.</ref> viaggiando a [[Pechino]] e incontrandosi con [[Mao Zedong]] e [[Zhou Enlai]]. Nello stesso tempo, l'Unione Sovietica aveva raggiunto una netta parità nucleare con gli Stati Uniti; nel frattempo, la guerra del Vietnam indeboliva l'influenza dell'America nel Terzo mondo e raffreddava le relazioni con l'Europa occidentale.<ref>{{cita|Buchanan|pp. 168–169}}.</ref> Anche se il conflitto indiretto tra i poteri della Guerra Fredda continuò tra la fine degli anni 1960 e l'inizio degli anni 1970, le tensioni cominciarono ad attenuarsi.<ref name="Palmowski" />
 
===Nixon, BrezhnevBrežnev e distensione===
{{Vedi anche|Accordi SALT|Accordi di Helsinki|Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa}}
 
[[File:Carter_Brezhnev_sign_SALT_II.jpg|left|thumb|[[Leonid Il'ič Brežnev]] e [[Jimmy Carter]] firmano il trattato [[SALT II]], il 18 giugno 1979, a [[Vienna]].]]
 
Dopo la sua visita in Cina, Nixon incontrò i leader sovietici, tra cui BreznevBrežnev a Mosca.<ref name="bbc-nb">{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/may/22/newsid_4373000/4373149.stm|titolo=President Nixon arrives in Moscow|editore=BBC News|data=22 maggio 1972-05-22|accesso=10 giugno 2008|lingua=en}}</ref> Questi colloqui furono incentrati sulla limitazione delle armi strategiche e portarono a due importanti trattati sul controllo degli armamenti: [[SALT I]], il primo patto di limitazione globale firmato dalle due superpotenze, e il [[Trattato anti missili balistici]] che vietava lo sviluppo di sistemi progettati per intercettare i missili in arrivo. Questi miravano a limitare lo sviluppo di costosi missili anti-balistici e missili nucleari.<ref name="Karabell" />
 
Nixon e BreznevBrežnev proclamarono una nuova era di "coesistenza pacifica" e stabilirono la nuova e rivoluzionaria politica di distensione (o cooperazione) tra le due superpotenze. Nel frattempo, BreznevBrežnev tentò di migliorare l'economia sovietica, che si trovava in una situazione di declino, in parte a causa delle pesanti spese militari. Tra il 1972 e il 1974, le due parti concordarono anche di rafforzare i loro legami economici.<ref name="Lafeber 1993" /> Come risultato dei loro incontri, la distensione avrebbe sostituito l'ostilità della guerra fredda e i due paesi avrebbero vissuto reciprocamente in pace.<ref>{{en}} Robert S. Litwak, ''Détente and the Nixon doctrine: American foreign policy and the pursuit of stability, 1969–1976'' (Cambridge UP, 1986).</ref>
 
Nel frattempo, questi sviluppi coincisero con l'"''[[Ostpolitik]]''" del cancelliere della Germania dell'Ovest [[Willy Brandt]].<ref name="Gaddis 2005, p. 154"/> Altri accordi vennero conclusi per stabilizzare la situazione in Europa, culminando negli [[accordi di Helsinki]] firmati alla [[Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa]] del 1975.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 188}}</ref>
 
===Deterioramento delle relazioni alla fine degli anni '70settanta===
Negli anni [[1970]]settanta, il [[KGB]], guidato da [[Jurij Vladimirovič Andropov]], continuò a perseguitare illustri personalità sovietiche come [[Aleksandr SolzhenitsynSolženicyn]] e [[AndreiAndrej SakharovSacharov]], che criticavano duramente la leadership sovietica.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 186}}</ref> Il conflitto indiretto tra le superpotenze continuò nel clima di distensione nel Terzo mondo, in particolare durante le crisi politiche in Medio Oriente, [[Cile]], [[Etiopia]] e [[Angola]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 178}}</ref>
 
Sebbene il presidente [[Jimmy Carter]] avesse tentato di istituire un ulteriore limite alla corsa agli armamenti, grazie all'accordo [[SALT II]] del 1979,<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/june/18/newsid_4508000/4508409.stm|titolo=Leaders agree arms reduction treaty|editore=BBC News|data=18 giugno 2008-06-18|accesso=10 giugno 2008|lingua=en}}</ref> i suoi sforzi vennero indeboliti da alcuni eventi accaduti quell'anno, tra cui la [[rivoluzione iraniana]] e la [[rivoluzione del Nicaragua]], che avevano spodestato i rispettivi regimi, e la sua rappresaglia contro l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|intervento sovietico in Afghanistan]] iniziato a dicembre.<ref name="Lafeber 1993" />
Negli anni [[1970]], il [[KGB]], guidato da [[Jurij Vladimirovič Andropov]], continuò a perseguitare illustri personalità sovietiche come [[Aleksandr Solzhenitsyn]] e [[Andrei Sakharov]], che criticavano duramente la leadership sovietica.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 186}}</ref> Il conflitto indiretto tra le superpotenze continuò nel clima di distensione nel Terzo mondo, in particolare durante le crisi politiche in Medio Oriente, [[Cile]], [[Etiopia]] e [[Angola]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 178}}</ref>
 
Sebbene il presidente [[Jimmy Carter]] avesse tentato di istituire un ulteriore limite alla corsa agli armamenti, grazie all'accordo [[SALT II]] del 1979,<ref>{{Cita news|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/june/18/newsid_4508000/4508409.stm|titolo=Leaders agree arms reduction treaty|editore=BBC News|data=18 giugno 2008|accesso=10 giugno 2008|lingua=en}}</ref> i suoi sforzi vennero indeboliti da alcuni eventi accaduti quell'anno, tra cui la [[rivoluzione iraniana]] e la [[rivoluzione del Nicaragua]], che avevano spodestato i rispettivi regimi, e la sua rappresaglia contro l'[[Guerra in Afghanistan (1979-1989)|intervento sovietico in Afghanistan]] iniziato a dicembre.<ref name="Lafeber 1993" />
 
=="Seconda Guerra Fredda" (1979-85)==
Con il termine "seconda guerra fredda" ci si riferisce all'intenso periodo che va dalla fine degli anni 1970settanta a metà degli anni 1980ottanta caratterizzato da un risveglio delle tensioni e dei conflitti tra le maggiori potenze, con entrambe le parti che divennero sempre più militariste.<ref name=autogenerated2>{{cita|Halliday, 2001|p. 2e}}</ref> Lo storico John Patrick Diggins disse: "[[Ronald Reagan|Reagan]] fece di tutto per combattere la seconda guerra fredda, sostenendo le contro-insurrezioni nel terzo mondo".<ref>{{Cita libro|autore=John P. Diggins|titolo=Ronald Reagan: Fate, Freedom, And the Making of History|url=https://books.google.com/books?id=N-bQtjYcy0AC&pg=PA267|anno=2007|editore=W. W. Norton |p=267|isbn=978-0-393-06022-5|lingua=en}}</ref> Il suo collega [[Michael Cox (professore)|Michael Cox]] ha invece osservata che: "L'intensità di questa seconda guerra fredda è stata grande quanto fu breve la sua durata."<ref>{{Cita libro|autore=Michael CoxtitoloCox|titolo=Beyond the Cold War: Superpowers at the Crossroads|url=https://books.google.com/books?id=cUsOYWpQZbAC&pg=PR18|anno=1990|editore=University Press of America|p=18|isbn=978-0-8191-7865-7|lingua=en}}</ref>
 
Con il termine "seconda guerra fredda" ci si riferisce all'intenso periodo che va dalla fine degli anni 1970 a metà degli anni 1980 caratterizzato da un risveglio delle tensioni e dei conflitti tra le maggiori potenze, con entrambe le parti che divennero sempre più militariste.<ref name=autogenerated2>{{cita|Halliday, 2001|p. 2e}}</ref> Lo storico John Patrick Diggins disse: "[[Ronald Reagan|Reagan]] fece di tutto per combattere la seconda guerra fredda, sostenendo le contro-insurrezioni nel terzo mondo".<ref>{{Cita libro|autore=John P. Diggins|titolo=Ronald Reagan: Fate, Freedom, And the Making of History|url=https://books.google.com/books?id=N-bQtjYcy0AC&pg=PA267|anno=2007|editore=W. W. Norton |p=267|isbn=978-0-393-06022-5|lingua=en}}</ref> Il suo collega [[Michael Cox (professore)|Michael Cox]] ha invece osservata che: "L'intensità di questa seconda guerra fredda è stata grande quanto fu breve la sua durata."<ref>{{Cita libro|autore=Michael Coxtitolo=Beyond the Cold War: Superpowers at the Crossroads|url=https://books.google.com/books?id=cUsOYWpQZbAC&pg=PR18|anno=1990|editore=University Press of America|p=18|isbn=978-0-8191-7865-7|lingua=en}}</ref>
 
=== Guerra sovietica in Afghanistan ===
{{Vedi anche|Guerra civile in Afghanistan|Guerra in Afghanistan (1979-1989)}}
 
[[File:Reagan sitting with people from the Afghanistan-Pakistan region in February 1983.jpg|thumb|Il presidente Reagan rende pubblico il suo sostegno incontrando i leader dei ''[[mujaheddin]]'' afgani alla Casa Bianca nel 1983.]]
 
Nell'aprile 1978, il [[Partito Democratico Popolare dell'Afghanistan]] (PDPA) prese il potere in [[Afghanistan]] durante la [[Rivoluzione di Saur]]. In pochi mesi, gli oppositori del governo comunista lanciarono una rivolta nell'Afghanistan orientale che si espanse rapidamente in una [[Guerra civile in Afghanistan|guerra civile]] condotta dai guerriglieri ''[[mujaheddin]]'' contro le forze governative su scala nazionale.<ref name="hussain"/> Gli insorti avevano ricevuto l'addestramento militare e armi nel vicino [[Pakistan]] e in Cina,<ref>{{cita|Starr, 2004|pp. 157–158}}</ref><ref name=Warren>{{cita|Warren|1992}}</ref> mentre l'Unione Sovietica inviò migliaia di consiglieri militari per sostenere il governo PDPA.<ref name="hussain">{{cita|Hussain, 2005|pp. 108–109}}</ref> Nel frattempo, il crescente attrito tra le fazioni concorrenti del PDPA, il dominante ''[[Khalq]]'' e il più moderato ''[[Parcham]]'', portarono al licenziamento dei membri del gabinetto di Parchami e all'arresto degli ufficiali militari con il pretesto di un colpo di stato da lui organizzato. Verso la metà del 1979, gli Stati Uniti avviarono un programma segreto per assistere i ''mujaheddin''.<ref>{{cita|Meher, 2004|pp. 68–69, 94}}</ref>
 
Nel settembre 1979, il presidente [[Nur Mohammad Taraki]] venne assassinato in un colpo di stato avvenuto all'interno del PDPA e orchestrato dal suo collega ''Khalq'', [[Hafizullah Amin]], che assunse così la presidenza. Diffidato dai sovietici, Amin fu assassinato dalle forze speciali sovietiche nel dicembre 1979. Un governo organizzato dai sovietici, guidato da [[Babrak Karmal]] di ''Parcham'' ma inclusivo di entrambe le fazioni, riempì il vuoto governativo. Le truppe sovietiche furono schierate per stabilizzare l'Afghanistan sotto Karmal in quantità più consistenti, sebbene il governo sovietico non si aspettasse che la maggior parte dei combattimenti sarebbero stati effettuati in quel territorio. Di conseguenza, tuttavia, i sovietici furono ora direttamente coinvolti in quella che era stata una guerra interna dell'Afghanistan.<ref>{{cita|Kalinovsky, 2011|pp. 25–28}}</ref>
 
Carter rispose all'intervento sovietico ritirando il trattato SALT II dal [[Senato degli Stati Uniti d'America|Senato]], imponendo [[embargoEmbargo del grano degli Stati Uniti contro l'Unione Sovietica|embarghi]] sulle spedizioni di grano]] e sulla tecnologia verso l'Unione Sovietica e chiedendo un aumento significativo delle spese militari. Inoltre, annunciò che gli Stati Uniti avrebbero boicottato le [[Giochi della XXII Olimpiade|Olimpiadi estive del 1980 a Mosca]]. Egli descrisse l'incursione dei sovietici come "la più grave minaccia alla pace dalla seconda guerra mondiale".<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 211}}</ref>
 
===Reagan e Thatcher===
{{Vedi anche|Dottrina Reagan|Thatcherismo}}
 
[[File:Reagan-Thatcher cabinet talks.jpg|thumb|Il ministero di Thatcher incontra il gabinetto di Reagan alla Casa Bianca, nel 1981.]]
[[File:Cold War Map 1980.svg|thumb|left|La mappa mondiale delle alleanze militari nel 1980]]
 
Nel gennaio del 1977, quattro anni prima di diventare presidente, [[Ronald Reagan]] dichiarò apertamente, in una conversazione con [[Richard Allen]], le sue aspettative base in relazione alla Guerra Fredda con queste parole: "La mia idea della politica americana nei confronti dell'Unione Sovietica è semplice, e alcuni direbbero semplicistica", affermò, "È questa: vinceremo e loro perderanno. Cosa ne pensi?"<ref>{{Cita web|cognome=Allen |nomeautore=Richard V. Allen|url=http://www.hoover.org/publications/hoover-digest/article/7398 |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20110501052925/http://www.hoover.org/publications/hoover-digest/article/7398 |dataarchivio=1º maggio 2011 |titolo=The Man Who Won the Cold War |editore=Hoover.org |accesso=3 novembre 2011|lingua=en}}</ref> Nel 1980, Ronald Reagan sconfisse [[Jimmy Carter]] nelle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1980|elezioni presidenziali del 1980]], promettendo di aumentare le spese militari e di affrontare i sovietici ovunque.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 189}}</ref> Sia Reagan, sia il nuovo [[primo ministro britannico]] [[Margaret Thatcher]] accusarono l'Unione Sovietica e la sua ideologia; Reagan la etichettò come un "[[impero del male]]" e predisse che il comunismo sarebbe finito nel "mucchio di cenere della storia", mentre Thatcher descrisse i sovietici come "inclini al dominio del mondo".<ref name="Gaddis 2005, p. 197">{{cita|Gaddis, 2005|p. 197}}</ref>
 
All'inizio del 1985, la posizione anticomunista di Reagan si era sviluppata in una posizione nota come la nuova [[dottrina Reagan]], che, oltre al ''containment'', prevedeva un diritto aggiuntivo di sovvertire i governi comunisti esistenti.<ref name="Graebner, Burns & Siracusa 2008, 76">{{en}} Graebner,Cita libro|autore=Norman A., Graebner|autore2=Richard Dean Burns & |autore3=Joseph M. Siracusa (|anno=2008). ''[|url=https://books.google.com/books?id=r71u_AgE7iYC |titolo=Reagan, Bush, Gorbachev: Revisiting the End of the Cold War].'' |città=Westport, Connecticut: |editore=Greenwood Press. |p. =76. {{|ISBN|=978-0-313-35241-6}}.</ref> Oltre a continuare la politica di Carter a sostegno degli oppositori islamici dell'Unione Sovietica, la CIA cercò anche di indebolire l'URSS stessa promuovendo l'islamismo nei paesi a maggioranza islamica dell'Asia centrale.<ref name="Singh 1995, 130">{{en}} Singh, Bilveer Singh (1995)., "''Jemaah Islamiyah".'' In Wilson John & Swati Parashar (Eds.) ''[https://books.google.com/books?id=cAE-bxSXayMC Terrorism in Southeast Asia: Implications for South Asia]''., Singapore ande Delhi:, ORF-Pearson-Longman., p. 130., {{ISBN|978-81-297-0998-1}}.</ref> Inoltre, la CIA incoraggiò l'ISI pakistana anti-comunista ad addestrare i musulmani di tutto il mondo a partecipare alla ''[[jihād]]'' contro l'Unione Sovietica.<ref name="Singh 1995, 130"/>
 
===Movimento polacco di solidarietà e legge marziale===
{{Vedi anche|Solidarność|Legge marziale in Polonia}}
 
[[Papa Giovanni Paolo II]] fornì un'anima morale per l'[[anticomunismo]]; una visita nella sua nativa [[Polonia]] avvenuta nel 1979 stimolò una risurrezione religiosa e nazionalista incentrata sul movimento di ''[[Solidarność]]'', che galvanizzò l'opposizione ma che potrebbe aver favorito il suo [[Attentato a Giovanni Paolo II|tentato assassinio]] avvenuto due anni dopo.<ref>{{Cita|Henze, |p. 171}}</ref> Nel dicembre 1981, il polacco Wojciech Jaruzelski reagì alla crisi imponendo un periodo di legge marziale. Reagan impose sanzioni economiche alla Polonia in risposta.<ref name="Gaddis219" /> Mikhail Suslov, il principale ideologo del Cremlino, consigliò ai leader sovietici di non intervenire se la Polonia cadesse sotto il controllo di Solidarnosc, per timore che potesse portare a pesanti sanzioni economiche, rappresentando una catastrofe per l'economia sovietica.<ref name="Gaddis219">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 219–222}}</ref>
 
===Questioni militari ed economiche sovietiche e statunitensi===
Line 323 ⟶ 312:
[[File:US and USSR nuclear stockpiles.svg|thumb|Scorte di armi nucleari statunitensi e sovietiche e russe tra il 1945-2006.]]
 
Mosca aveva messo in piedi un esercito che richiedeva fino al 25% del [[prodotto nazionale lordo]] dell'Unione Sovietica a scapito dei [[beni di consumo]] e degli investimenti nei settori civili.<ref name="LaFeber 2002, p. 332">{{cita|LaFeber, 2002|p. 332}}</ref> La spesa sovietica per la corsa agli armamenti e per altri impegni relativi alla guerra fredda causò e aggravò molti problemi strutturali profondi nella società<ref>{{Cita libro|cognome1=Towle |nome1autore=Philip Towle|titolo=The Oxford History of Modern War |p=159}}</ref> comportando almeno un decennio di [[stagnazione|stagnazione economica]] durante gli ultimi anni di BrezhnevBrežnev.
 
Gli investimenti sovietici nel settore della difesa non vennero guidati dalla necessità militare, ma in gran parte dagli interessi delle massicce burocrazie statali e di partito che dipendevano dal settore per garantire il proprio potere e i propri privilegi.<ref>{{cita|LaFeber, 2002|p. 335}}</ref> Le forze armate sovietiche divennero le più grandi al mondo in termini di numero e tipi di armi che possedevano, per il numero di truppe nelle loro file e per le dimensioni della loro base militare-industriale.<ref name="Odom">{{cita|Odom, 2000|p. 1}}</ref> Tuttavia, i vantaggi quantitativi detenuti dall'esercito sovietico nascondevano spesso aree in cui il blocco orientale era drammaticamente in ritardo rispetto all'Occidente.<ref>{{cita|LaFeber, 2002|p. 340}}</ref> Ad esempio, la [[Guerra del Golfo Persico]] ha dimostrato come l'armatura, i sistemi di controllo antincendio e il raggio di tiro del più importante [[carro armato]] sovietico, il [[T-72]], fossero drasticamente inferiori rispetto all'[[M1 Abrams]] statunitense, eppure l'URSS schierò un numero di T-72 quasi tre volte maggiore rispetto a quanto fecero gli americani con l'M1.<ref>{{Cita news|url=http://articles.chicagotribune.com/1992-02-07/news/9201120109_1_soviet-report-reconnaissance-strike-military-force|titolo=Desert Storm Filled Soviet Military With Awe|opera=tribunedigital-chicagotribune|accesso=15 ottobre 2017|lingua=en}}</ref>
Line 329 ⟶ 318:
[[File:SDIO Delta Star.jpg|thumb|left|upright|Il veicolo di lancio Delta 183 decolla trasportando il sensore sperimentale dello ''[[Strategic Defense Initiative]]''.]]
 
All'inizio degli [[anni 1980]]ottanta, l'Unione Sovietica aveva costruito un arsenale militare e un esercito che superava quello degli Stati Uniti. Subito dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan, il presidente Carter iniziò a rafforzare massicciamente l'esercito degli statunitense. Questo incremento venne accelerato dall'amministrazione Reagan che portò le spese militari dal 5,3% del PIL nel 1981 al 6,5% nel 1986,<ref>{{Cita libro|curatore-cognome1=Carliner|curatore-nome1autore1=Geoffrey Carliner|curatore-cognome2=Alesina |curatore-nome2autore2=Alberto Alesina|titolo=Politics and Economics in the Eighties |editore=University of Chicago Press |anno=1991 |p=6 |isbn=0-226-01281-6|lingua=en}}</ref> il più grande potenziamento relativo alla difesa che si sia mai registrato in tempo di pace nella storia degli Stati Uniti.<ref>{{Cita news|opera=The Boston Globe|editore=Boston.com|accesso=28 maggio 2014|data=29 marzo 2006|titolo=Caspar W. Weinberger, 88; Architect of Massive Pentagon Buildup|url=http://www.boston.com/news/globe/obituaries/articles/2006/03/29/caspar_w_weinberger_88_architect_of_massive_pentagon_buildup/|autore=Mark Feeney, Mark|lingua=en}}</ref>
 
Nei primi [[anni 1980]]ottanta le tensioni continuarono ad intensificarsi quando Reagan rianimò il programma [[B-1 Lancer]] precedentemente cancellato dall'amministrazione Carter, mise in produzione l'[[LGM-118 Peacekeeper]],<ref>{{Cita web|url=https://fas.org/nuke/guide/usa/icbm/lgm-118.htm|titolo=LGM-118A Peacekeeper|accesso=10 aprile 2007|data=15 agosto 2000-08-15|editore=Federation of American Scientists|lingua=en}}</ref> fece installare missili da crociera statunitensi in Europa e annunciò la sperimentazione di una [[Strategic Defense Initiative|iniziativa di difesa strategica]] (''Strategic Defense Initiative''), soprannominata "''Star Wars''" dai media, un programma di difesa per abbattere i missili nemici a metà volo.<ref name="ShieldSpace?">{{cita|Lakoff|p. 263}}.</ref>
 
Conseguentemente all'accumulo di tensioni tra l'Unione Sovietica e gli Stati Uniti e lo spiegamento di [[missile balistico|missili balistici]] [[RSD-10]] sovietici puntati sull'Europa occidentale, la NATO decise, con l'impulso della presidenza Carter, di schierare ''[[MGM-31 Pershing]]'' e missili da crociera in Europa, in particolare in Germania Ovest.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 202}}</ref> Questo spiegamento avrebbe posto i missili in condizione di raggiungere la città di Mosca in soli 10 minuti.<ref>{{Cita|Garthoff, |p. 88}}</ref>
 
Nonostante il rafforzamento militare voluto da Reagan, l'Unione Sovietica non reagì aumentando a sua volta l'esercito,<ref>{{en}} {{Cita news|url= https://www.theatlantic.com/past/politics/foreign/reagrus.htm|titolo=Reagan and the Russians|data=febbraio 1994|opera=The Atlantic|autore=Lebow, Richard Ned &Lebow e Janice Gross Stein|accesso=28 maggio 2010|lingua=en}}</ref> poiché le già enormi spese militari insieme ad un'inefficiente [[economia pianificata]] e all'agricoltura collettivizzata, rappresentavano già un pesante onere per l'economia sovietica.<ref name="Gaidar, Yegor"/> Allo stesso tempo, l'[[Arabia Saudita]] aumentò la produzione di petrolio,<ref>{{en}} {{Cita web|url=http://www.iet.ru/files/persona/gaidar/un_en.htm|titolo=Public Expectations and Trust towards the Government: Post-Revolution Stabilization and its Discontents|accesso=15 marzo 2008|autore=Yegor Gaidar, Yegor|wkautore=Yegor Gaidar |editore=The Institute for the Economy in Transition|lingua=en}}</ref> così come fecero anche le altre nazioni non OPEC.<ref name="EIA">{{en}} "[http://www.eia.doe.gov/emeu/international/contents.html Official Energy Statistics of the US Government]", EIA&nbsp; — International Energy Data and Analysis. Accesso il 4 luglio 2008.</ref> Ciò comportò ad una saturazione di petrolio che colpì l'Unione Sovietica che faceva delle esportazioni di greggio una delle sue più importanti fonti di reddito.<ref name="LaFeber 2002, p. 332"/><ref name="Gaidar, Yegor"/> Tutti questi eventi portarono gradualmente l'economia sovietica ad una fase di [[stagnazione]].<ref name="Gaidar, Yegor">{{Cita|Gaidar 2007 |pp. 190–205}}</ref>
 
[[File:KAL007.svg|thumb|La mappa della rotta del ''[[Volo Korean Air Lines 007]]'' abbattuto dalle forze aeree sovietiche.]]
 
Il 1 ° settembre 1983, l'Unione Sovietica abbatté il ''[[Volo Korean Air Lines 007]]'', un volo civile operato con un [[Boeing 747]] con 269 persone a bordo, incluso il membro del Congresso [[Larry McDonald]]. Questo avvenne quando il velivolo violò lo spazio aereo sovietico, appena oltre la costa occidentale dell'[[isola di SakhalinSachalin]] vicino all'[[Moneron|Isola di Moneron]]. Il presidente Reagan definì l'abbattimento come un "massacro" e procedette ad aumentare lo spiegamento militare, misure che rimasero in vigore fino ai successivi accordi tra lo stesso Reagan e [[MikhailMichail GorbaciovGorbačëv]].<ref name="DoernerFive">{{en}} {{Cita news|url=http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,926169-5,00.html|titolo=Atrocity in the skies|operapubblicazione=Time|data=1983-09-12 settembre 1983|accesso=8 giugno 2008 |nome1autore=Strobe |cognome1=Talbott |nome2autore2=Jerry |cognome2=Hannifin |nome3autore3=Ed |cognome3=Magnuson |nome4autore4=William R. |cognome4=Doerner |nome5autore5=Joseph J. Kane|cognome5lingua=Kaneen}}</ref> L'esercitazione ''[[Able Archer 83]]'', condotta nel novembre 1983, una simulazione realistica, coordinata dalla NATO, che pevedeva l'ipotesi di una escalation globale che avrebbe portato alla guerra atomica, fu forse il momento più pericoloso della guerra fredda dai tempi della crisi missilistica cubana, poiché alcuni membri del [[Politburo del Comitato centrale del PCUS|Politburo]] temevano che fosse una cortina fumogena che mascherava la preparazione per un autentico [[primo colpo nucleare]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 228}}</ref>
 
La preoccupazione dell'opinione pubblica interna statunitense su possibili interventi in conflitti stranieri persistette dalla fine della [[guerra del Vietnam]].<ref name="LaFeber323">{{cita|LaFeber, 2002|p. 323}}</ref> L'amministrazione Reagan enfatizzò il ricorso a strategie [[Controguerriglia|contro-insurrezionali]] rapide e a basso costo per intervenire in conflitti stranieri.<ref name="LaFeber323"/> Nel 1983, l'amministrazione Reagan intervenne nella pluripartimentale [[Guerra civile in Libano|guerra civile libanese]], [[Operazione Urgent Fury|invase Grenada]], [[Operazione El Dorado Canyon|bombardò la Libia]] e appoggiò i ''[[Contras]]'' centroamericani, paramilitari anticomunisti che cercavano di rovesciare il governo [[Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale|sandinista]] allineato ai ''soviet'' in [[Nicaragua]].<ref name="Reagan">{{en}} {{Cita libro|autore=Ronald Reagan, Ronald|curatore=Foner, Eric Foner|curatore2=Garraty, John Arthur Garraty|titolo=The Reader's companion to American history|url=https://books.google.com/?id=KrWDw-_devcC|accesso=16 giugno 2008|anno=1991|editore=Houghton Mifflin Books|isbn=0-395-51372-3}}</ref> Mentre gli interventi di Reagan contro Grenada e Libia si rivelarono popolari negli Stati Uniti, il suo appoggio ai ribelli ''Contra'' fu oggetto di diverse controversie.<ref name="Gaddis 2005, p. 212"/> Anche l'appoggio dell'amministrazione Reagan al governo militare del Guatemala, durante la [[Guerra civile in Guatemala|durante la guerra civile guatemalteca]], in particolare il regime di [[Efraín Ríos Montt]], è stato criticato.<ref>{{en}}Cita [web|url=https://www.nytimes.com/roomfordebate/2013/05/19/what-guilt-does-the-us-bear-in-guatemala |titolo=What Guilt Does the U.S. Bear in Guatemala?] ''[[|sito=The New York Times]]'', |data=2013-05-19 maggio 2013. Accesso |accesso=23 aprile 2017.</ref>
 
Nel frattempo, i sovietici avevano sostenuto costi elevati per i propri interventi all'estero. Sebbene nel 1979 BreznevBrežnev fosse convinto che la guerra sovietica in Afghanistan sarebbe stata breve, i guerriglieri musulmani, aiutati da Stati Uniti, Cina, Gran Bretagna, Arabia Saudita e Pakistan,<ref name=Warren/> intrapresero una fiera resistenza contro l'invasione.<ref name="LaFeber314">{{cita|LaFeber, 2002|p. 314}}</ref> Il Cremlino inviò circa 100.000 soldati per sostenere il suo regime fantoccio, portando molti osservatori esterni a nominare la guerra come "il Vietnam dei soviet".<ref name="LaFeber314" /> Tuttavia, il pantano di Mosca in Afghanistan si rivelò ancora più disastroso per i sovietici di quanto non fosse stato il Vietnam per gli americani, perché il conflitto coincideva con un periodo di decadenza interna e crisi interna del sistema sovietico.
 
Un alto funzionario del [[Dipartimento di Stato degli Stati Uniti]] aveva predetto, fin dal 1980, un risultato del genere sostenendo che l'invasione fosse in parte risultata da una "crisi interna all'interno del sistema sovietico ... Può darsi che la legge termodinamica dell'[[entropia]] abbia ... raggiunto il sistema sovietico, che ora sembra spendere più energia semplicemente mantenendo il suo equilibrio che non migliorando se stesso. Potremmo vedere un periodo di movimento straniero in un momento di decadenza interna".<ref name="Dobrynin">{{cita|Dobrynin, 2001|pp. 438–439}}</ref><ref>{{cita|Maynes, 1980|pp. 1–2}}</ref>
 
==Anni finali (1985-91)==
===Le riforme di GorbachevGorbačëv===
{{Vedi anche|MikhailMichail GorbachevGorbačëv|PerestroikaPerestrojka|Glasnost'}}
[[File:Reagan and Gorbachev signing.jpg|thumb|left|[[Michail Gorbačëv]] e [[Ronald Reagan]] firmano il [[Trattato INF]] alla [[Casa Bianca]], 8 dicembre 1987]]
 
Quando, nel 1985, [[MikhailMichail GorbachevGorbačëv]] divenne [[Segretario Generale del PCUS]],<ref name="Gaddis 2005, p. 197"/> l'economia dell'Unione Sovietica si trovava in una fase stagnante complice anche il forte calo di introiti in valuta estera dovuto al vistoso calo dei prezzi del petrolio che si era avuto negli ultimi anni.<ref name="LaFeber331" /> Questi problemi spinsero GorbachevGorbačëv a studiare misure adeguate per rivitalizzare la sua nazione.<ref name="LaFeber331">{{cita|LaFeber, 2002|pp. 331–333}}.</ref>
 
Complice un inizio inefficace, il Segretario arrivò alla conclusione che fossero necessari cambiamenti strutturali profondi e, dunque, nel giugno 1987, annunciò un'agenda di riforme economiche che prese il nome di ''[[perestroikaperestrojka]]'', o ristrutturazione .<ref name="Gaddis231">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 231–233}}.</ref> La ''perestroikaperestrojka'' attuò il rallentamento del sistema delle quote di produzione, permise la proprietà privata alle imprese e spianò la strada agli investimenti stranieri. Queste misure ebbero lo scopo di reindirizzare le risorse del paese dai costosi impegni militari relativi alla guerra fredda a zone più produttive nel settore civile.<ref name="Gaddis231" />
 
Nonostante lo scetticismo iniziale riscontrabile in Occidente, il nuovo leader sovietico si rivelò intenzionato ad invertire il deterioramento della condizione economica dell'Unione Sovietica piuttosto che continuare con la corsa agli armamenti.<ref name="Palmowski" /><ref name="LaFeber2002">{{cita|LaFeber, 2002|pp. 300–340}}.</ref> In parte anche per contrastare l'opposizione di partito alle sue riforme, GorbachevGorbačëv introdusse simultaneamente la ''[[glasnost']]'', o apertura, con cui venne aumentata la [[libertà di stampa]] e la trasparenza delle istituzioni statali.<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 7}}.</ref> Con la ''glasnost'' si intendeva ridurre la corruzione dei vertici del [[Partito comunistaPCUS]] e moderare l'[[Abuso di potere (diritto)|abuso di potere]] che caratterizzava il [[Comitato centrale]].<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 33}}.</ref>La ''Glasnost'glasnost' ''permise anche un maggiore contatto tra i cittadini sovietici e il mondo occidentale, in particolare con gli Stati Uniti, contribuendo ad una accelerazione nella distensione tra i due paesi.<ref>{{cita|Gibbs, 1999|p. 61}}.</ref>
 
=== Miglioramento nelle relazioni ===
{{Vedi anche|Vertice di Reykjavík|Trattato INF|START I|Trattato sullo stato finale della Germania}}
[[File:Bush Gorba P15623-25A.jpg|thumb|L'inizio degli anni '90novanta ha portato un disgelo nei rapporti tra le superpotenze.]]
 
In risposta alle concessioni militari e politiche del Cremlino, Reagan accettò di riprendere i colloqui relativi alle questioni economiche e il ridimensionamento della corsa agli armamenti.<ref name="Gaddis229">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 229–230}}.</ref> Il [[Vertice di Ginevra (1985)|primo ''summit'']] si tenne nel novembre 1985 a [[Ginevra]], in [[Svizzera]].<ref name="Gaddis229" /> Ad un certo punto i due capi di stato, accompagnati solo da un interprete, concordarono in linea di principio di ridurre il proprio arsenale nucleare del 50%.<ref>{{en}}Cita [web|http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/november/21/newsid_2549000/2549897.stm |titolo=1985: "Superpowers aim for 'safer world'"], |sito=BBC News, 21 November |data=1985. Retrieved on -11-21|accesso=4 Julyluglio 2008.}}</ref> Un secondo ''summit'', tenutosi nell'ottobre del 1986, [[Reykjavík]], in [[Islanda]]. I colloqui progredirono positivamente fino a quando l'attenzione non si spostò sulla proposta di eliminare lo ''[[Strategic Defense Initiative]]'' da parte di GorbachevGorbačëv a cui Reagan rispose con un netto rifiuto.<ref>{{Cita news|url=https://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=940DE0DA1F3BF93AA15756C0A96E948260|titolo=Toward the Summit; Previous Reagan-Gorbachev Summits|operapubblicazione=The New York Times|accesso=21 giugno 2008|data=1988-05-29 maggio 1988|lingua=en}}.</ref> I negoziati quindi fallirono, ma il terzo vertice tenutosi nel 1987 portò ad una svolta con la firma del [[Trattato INF]] che eliminò tutti i missili balistici e da crociera lanciati da terra con armi nucleari con gittate tra i 500 e i 5.500 chilometri e le loro relative infrastrutture.<ref name="fas">{{Cita web|url=https://fas.org/nuke/control/inf/index.html|titolo=Intermediate-Range Nuclear Forces|accesso=21 giugno 2008|editore=Federation of American Scientists|lingua=en}}</ref>
 
[[File:ReaganBerlinWall.jpg|thumb|left|Il discorso "''[[Tear down this wall!]]''" di Reagan che tenne davanti alla [[Porta di Brandeburgo]], il 12 giugno 1987.]]
 
Le tensioni tra Est e Ovest si placarono rapidamente tra la metà e la fine degli anni 1980. Culmine della pacificazione fu il vertice finale tenutosi a Mosca del 1989, quando GorbaciovGorbačëv e [[George H. W. Bush]] firmarono il trattato di controllo degli armamenti [[START I]].<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 255}}.</ref> Nel corso dell'anno successivo divenne chiaro ai sovietici che i sussidi per il petrolio e il gas, insieme al costo per il mantenimento di ingenti truppe, rappresentavano un sostanziale dissanguamento economico.<ref name="Shearman76"/> Inoltre, il vantaggio in termini di sicurezza di una zona cuscinetto venne riconosciuto come irrilevante e così i rappresentanti dell'Unione Sovietica [[Dottrina Sinatra|dichiararono ufficialmente]] che non sarebbero più intervenuti negli affari interni degli stati alleati dell'Europa centrale e orientale.<ref name="Gaddis248">{{cita|Gaddis, 2005|p. 248}}.</ref>
 
Nel 1989, le forze sovietiche [[Ritiro sovietico dall'Afghanistan|si ritirarono dall'Afghanistan]]<ref name="Gaddis 2005, pp. 235–236">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 235–236}}.</ref> e l'anno successivo GorbaciovGorbačëv acconsentì alla [[riunificazione tedesca]].<ref name="Shearman76">{{cita|Shearman, 1995|p. 76}}.</ref> Quando il muro di Berlino crollò, cominciò a prendere forma il concetto di "casa comune europea" di GorbaciovGorbačëv.<ref>{{Cita web|url=http://www.ena.lu/?doc=11160 |titolo=Address given by Mikhail Gorbachev to the Council of Europe |editore=Centre Virtuel de la Connaissance sur l'Europe |data=6 luglio 1989 -07-06|accesso=11 febbraio 2007 |urlmorto=yes |urlarchivio=https://web.archive.org/web/20070927220033/http://www.ena.lu/?doc=11160 |dataarchivio=27 settembre 2007|lingua=en }}</ref>
 
Il 3 dicembre 1989, GorbaciovGorbačëv e il successore di Reagan, [[George H. W. Bush]], in occasione del [[vertice di Malta]] dichiararono la fine Guerra Fredda.<ref name="cwover">{{en}}Cita [web|url=http://news.bbc.co.uk/onthisday/hi/dates/stories/december/3/newsid_4119000/4119950.stm |titolo=Malta summit ends Cold War], |sito=BBC News, 3 December |1989. Retrieved -12-03|accesso=11 Junegiugno 2008.|lingua=en}}</ref> Un anno dopo, i due ex rivali furono alleati della [[guerra del Golfo]] contro l'[[Iraq]] (agosto 1990-febbraio 1991).<ref>{{cita|Goodby|p. 26}}.</ref>
 
===L'Europa dell'Est si separa===
{{Vedi anche|Rivoluzioni del 1989}}
 
Nel 1989, il sistema di alleanza dell'Unione Sovietica era sull'orlo del collasso e, privato del sostegno militare, i leader comunisti degli Stati del Patto di Varsavia accusavano una perdita di potere.<ref name="Gaddis 2005, pp. 235–236"/> Organizzazioni popolari, come il movimento [[Repubblica Popolare di Polonia|polacco]] ''[[Solidarność]]'', guadagnarono rapidamente un solido consenso tra la popolazione. Nel 1989, i governi comunisti di Polonia e [[Repubblica Popolare d'Ungheria|Ungheria]] furono i primi a negoziare l'organizzazione di elezioni libere. In [[Cecoslovacchia]] e nella [[Germania dell'Est]], le proteste di massa misero in difficoltà i dirigenti comunisti. Anche i regimi di [[Repubblica Popolare di Bulgaria|Bulgaria]] e [[Repubblica Socialista di Romania|Romania]] si sgretolarono, in quest'ultimo caso a seguito di [[Rivoluzione romena del 1989|una violenta insurrezione]]. Gli assetti cambiarono tanto che il [[Segretario di Stato degli Stati Uniti d'America|segretario di stato americano]] [[James Baker]] affermò che il governo statunitense non si sarebbe opposto all'intervento sovietico in Romania, per conto dell'opposizione, per evitare spargimenti di sangue.<ref>{{en}} Garthoff,Cita libro|autore=Raymond L. "Garthoff|titolo=The Great Transition: American-Soviet Relations and the End of the Cold War" (|città=Washington: |editore=Brookings Institution, |anno=1994).}}</ref>
 
Questi sconvolgimenti politici ebbero il loro culmine con la demolizione del [[muro di Berlino]], evento accaduto nel novembre 1989 che simboleggiò il crollo dei governi comunisti europei e la fine della [[cortina di ferro]]. L'ondata rivoluzionaria del 1989 attraversò l'Europa centrale e orientale e rovesciò pacificamente tutti gli stati comunisti che seguivano il modello sovietico: Germania dell'Est, Polonia, Ungheria, Cecoslovacchia e Bulgaria;<ref>{{cita|Lefeber, Fitzmaurice, Vierdag, 1991|p. 221}}.</ref> La Romania fu l'unico paese del blocco orientale a rovesciare violentemente il suo regime comunista arrivando a [[pena di morte|condannare a morte]] il suo capo di stato.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 247}}.</ref>
Line 383 ⟶ 372:
[[File:BaltskýŘetěz.jpg|thumb|left|La catena umana in [[Lituania]] in occasione della [[Catena baltica|Via Baltica]], 23 agosto 1989]]
 
Nella stessa Unione Sovietica, la ''glasnost'' ''contribuì ad indebolire i legami che tenevano insieme l'Unione<ref name="Gaddis248" /> tanto che nel febbraio 1990, con la dissoluzione dell'URSS incombente, il [[PCUS|Partito Comunista]] fu costretto a cedere il suo monopolio di 73 anni sul potere statale.<ref>{{cita|Sakwa, 1999|p. 460}}.</ref> Allo stesso tempo, la libertà di stampa e di dissenso vennero permesse la "questione delle nazionalità", sempre più radicata, portò le repubbliche componenti dell'Unione a dichiarare la propria autonomia da Mosca, con gli [[Stati baltici]] che si ritirano interamente dall'Unione.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|p. 253}}.</ref>
 
===Dissoluzione sovietica===
[[File:RIAN_archive_848095_Signing_the_Agreement_to_eliminate_the_USSR_and_establish_the_Commonwealth_of_Independent_States.jpg|thumb|I leader delle repubbliche sovietiche firmano gli accordil'[[accordo di BelovezhaBelaveža]] che dissolvonodissolve l'URSS e istituisconoistituisce la [[Comunità degli Stati Indipendenti]], 1991.]]
{{Vedi anche|Storia dell'Unione Sovietica (1985-1991)|Putsch di agosto|Dissoluzione dell'Unione Sovietica|Comunità degli Stati Indipendenti}}
 
L'atteggiamento permissivo di GorbaciovGorbačëv verso l'Europa centrale e orientale non si estese inizialmente al territorio sovietico; persino Bush, che si sforzò di mantenere relazioni amichevoli, condannò le uccisioni del gennaio 1991 avvenute in [[Lettonia]] e [[Lituania]], avvertendo (in forma privata) che le relazioni economiche sarebbero state congelate se le violenze fossero continuate.<ref>{{Cita|Goldgeier, |p. 27.}}</ref> L'Unione Sovietica venne, infine, fatalmente indebolita da un [[Putsch di agosto|fallito colpo di stato]] e da un numero crescente di [[Repubbliche dell'Unione Sovietica|repubbliche sovietiche]] che minacciavano di ritirarsi dall'Unione. La "[[Comunità degli Stati Indipendenti]]", istituita il 21 dicembre 1991, viene vista come un'entità successore all'Unione Sovietica ma, secondo i dirigenti russi, il suo scopo era quello di "consentire un divorzio civile" tra le repubbliche sovietiche ed è paragonabile a una dissoluzione di una confederazione.<ref>[{{Cita web|url=http://rferl.org/featuresarticle/2006/12/14b6b499-9eb2-4dee-b96c-784ec918969a.html |titolo=Soviet Leaders Recall 'Inevitable' Breakup Of Soviet Union], [[|editore=Radio Free Europe/Radio Liberty]], 8 December |data=2006. Retrieved -12-08|accesso=20 Maymaggio 2008.}}</ref> L'Unione Sovietica fu ufficialmente dichiarata sciolta il 26 dicembre 1991.<ref>{{cita|Gaddis, 2005|pp. 256–257.}}</ref>
 
== La corsa agli armamenti e la corsa allo spazio ==
Line 418 ⟶ 407:
 
La guerra tra agenti, nello spionaggio reciproco di obiettivi civili e militari potrebbe aver causato la maggior parte delle vittime della guerra fredda. Gli agenti venivano inviati sia dall'Est che dall'Ovest, e le spie venivano anche reclutate sul posto o costrette al servizio. Quando scoperte, a seconda della convenienza politica o pratica del momento, venivano uccise immediatamente o arrestate e successivamente scambiate con altri agenti, oltre a poter essere lasciate libere di agire, anche se sotto controllo, sia per poter individuare altri componenti che necessariamente costituivano la serie di contatti esistente della rete spionistica avversaria, sia per fornire false informazioni create ad hoc.
[[File:Sanctuary - Berlin Wall.JPG|thumb|Su questo graffito del [[muro di Berlino]] ci sono [[Leonid Brežnev|Brežnev]] ed [[Erich Honecker|Honecker]] che si baciano. La frase in alto in [[Alfabeto cirillico|cirillico]] dice: ''"Signore! Aiutami a sopravvivere a questo amore letale"''.]]
Gli aerei spia e altri apparecchi da ricognizione venivano invece subito abbattuti al momento dell'individuazione.
 
Tali aspetti della guerra fredda, debolmente percepiti anche dai media, hanno avuto scarso impatto sull'opinione pubblica delle rispettive potenze. Va notato che [[URSS]] e [[USA]] non ruppero mai le [[diplomazia|relazioni diplomatiche]] nel corso della guerra fredda e che anzi queste furono intense e quasi mai apertamente conflittuali. Ad esempio il 30 agosto [[1963]] entrò in funzione la 'linea rossa', ovvero il primo collegamento telefonico tra [[Mosca (Russia)|Mosca]] e [[Washington]].
 
Il punto caldo del conflitto in ambito [[Europa|europeo]] fu la [[Germania]], e in particolare [[Berlino]]. Uno dei simboli più vividi della guerra fredda fu proprio il [[Muro di Berlino]], che separava [[Berlino Ovest]] (controllata dalla [[Germania Ovest]], assieme agli alleati di [[Francia]], [[Regno Unito]] e [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]]) dalla [[Germania Est]], che la circondava completamente. Ad un tentativo di disimpegno iniziale intorno al 1950 con il ritiro di circa 30.000 uomini dalla [[Germania]], gli [[USA]] e la [[NATO]] fecero seguire delle esercitazioni annuali, denominate [[Reforger]] (''REturn FORces to GERmany''), per mantenere una elevata capacità di risposta in caso di attacco convenzionale delle forze del [[Patto di Varsavia]] (alleanza militare tra gli alleati di Berlino Est).
 
Il 1º aprile 1954, l'URSS chiese ai capi di Governo di [[Francia]], [[Stati Uniti]] e [[Regno Unito]] (con telegrammi separati) di “prendere in esame l'entrata dell'Unione Sovietica nel Trattato dell'Atlantico del Nord“, seguita alla proposta russa alle [[Nazioni Unite]] di un patto per il disarmo nucleare e per la riduzione delle armi di distruzione di massa.
 
LaL'Unione RussiaSovietica propone un ''General European Treaty'', alternativo alla NATO, di cui non era firmataria, poiché alla conferenza di Berlino i portavoce di [[Francia]], [[USA]] e [[Regno Unito]] ribadirono che ''la NATO è un patto difensivo'', non diretto contro alcun Paese o gruppo di Paesi, ignorando in questo modo la minaccia sempre attuale di un attacco da parte della Germania<ref>«{{Citazione|The Soviet groups proceed from the fact the NATO establishes a closed group of countries and ignores the problem of a fresh German aggression.[..] The NATO cannot but be regarded as an aggressive pact directed against the Soviet Union»}}</ref>. La proposta suggeriva la creazione di un Esercito di Difesa Europeo, sotto l'egida delle forze armate di sei Paesi (Francia, Italia, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo, Germania Ovest), incorporando soprattutto la Germania Ovest nella Comunità di Difesa Europea anche per prevenire il pericolo di un riarmo e la rinascita del militarismo tedesco, che i vincitori della guerra si erano impegnati a contrastare (USA, UK, RussiaURSS e Francia).
 
La RussiaL'URSS riteneva che la [[NATO]] -di cui non era firmataria ma dal quale era anche esclusa - fosse un patto anti-russo a carattere aggressivo, e chiedeva di entrarne a far parte<ref>«{{Citazione|The NATO could lose its aggressive character, that is, if all the big powers which belonged the anti-Hitler coalition, became its partecipants.[..] The Soviet Government states its readiness to join with the interested governments in examining the matter of having the Soviet Union partecipate in the Noth Atlantic Threaty»}}</ref>. LaL'Unione RussiaSovietica auspicava che la [[NATO]] assumesse un carattere di alleanza difensiva, non offensiva, con l'attenzione rivolta a prevenire la rinascita di qualsiasi gruppo armato in Germania, aperta agli altri Paesi europei per realizzare in questo modo il sistema di sicurezza collettivo nel continente, in accordo con lo [[Statuto delle Nazioni Unite]], e muovendo dal presupposto che le due guerre mondiali erano state precedute e favorite da alleanze militari contrapposte tra Paesi che divisero l'Europa in due gruppi nemici.
 
Dopo una discussione accesa e con esiti negativi a [[Berlino]], la risposta fu secca: ‘la richiesta è per sua natura surreale e non merita una discussione':. secondoSecondo il documento russosovietico, la principale divergenza a Berlino era dovuta alla partecipazione degli USA ad un ''General European Treaty'', chiesta dal governo USA e sostenuta con forza dagli alleati Francia e Regno Unito, a cui ora la Russia dava il suo nulla-osta.
 
== Studi ==
Line 448 ⟶ 437:
L'alleanza della [[NATO]] sarebbe servita per integrare l'Europa occidentale in un sistema di patti di mutua difesa, fornendo quindi una salvaguardia contro la sovversione o la neutralità all'interno del blocco. Rigettando l'assunto che il [[comunismo]] fosse un monolito internazionale con disegni aggressivi sul "mondo libero", la scuola post-revisionista ciononostante accetta le politiche statunitensi in Europa come una reazione necessaria per affrontare l'instabilità europea, la quale minacciava di alterare drasticamente l'equilibrio del potere in maniera favorevole all'URSS e di devastare il sistema politico ed economico occidentale.
 
Molti osservatori di varie fedi politiche pensano oggi che gli Stati Uniti agirono in modi che né la loro costituzione né il sentimento nazionale potrebbero supportare<ref>[{{Cita news|http://www.corriere.it/cronache/14_ottobre_28/cia-guerra-sporca-quei-mille-nazisti-arruolati-contro-sovietici-4938b5be-5e6b-11e4-9933-2a5a253459da.shtml ''|titolo=CIA, la guerra sporca e quei mille nazisti arruolati contro i sovietici'']. |pubblicazione=Corriere della sera. Storia. |data=2014-10-28 ottobre 2014.}}</ref> (come combattere guerre non dichiarate senza l'esplicito supporto del Congresso). I capi degli Stati Uniti, sia politici che militari, citano comunemente la minaccia percepita alla loro sicurezza come giustificazione per le loro azioni. In molte zone del mondo, la popolazione locale sentì di essere manipolata ed abusata da entrambe le potenze. Gran parte dell'[[anti-americanismo]] di nazioni come l'[[Afghanistan]] viene attribuito ad azioni portate avanti dagli Stati Uniti stessi. Durante il conflitto con l'Unione Sovietica, gli USA sovvenzionarono e armarono i [[Mujaheddin]], nella loro lotta per respingere l'occupazione sovietica, ma si tirarono fuori e li abbandonarono al loro destino una volta che l'URSS si era ritirata dalla regione.
 
== Dopo la fine della guerra fredda ==
Line 461 ⟶ 450:
La proposta statunitense di installare basi di difesa missilistica a terra in [[Polonia]] e [[Repubblica Ceca]], nonché la prospettata creazione di basi militari in [[Romania]] e [[Bulgaria]] ha visto una forte opposizione russa, la quale denunciò i piani statunitensi come la violazione del Trattato sulle Forze Armate Convenzionali in Europa. La situazione è culminata il 26 aprile [[2007]], quando il presidente russo [[Vladimir Putin]] annunciò l'intenzione di porre una moratoria al Trattato fino a che tutti i paesi non lo avessero ratificato e avessero iniziato ad implementarlo. Nel dicembre 2007 la [[Duma]] votò favorevolmente alla sospensione del trattato. Verso agosto 2007 la Russia per la prima volta dallo scioglimento dell'Unione Sovietica ripristinò su Europa, Pacifico e Atlantico voli strategici permanenti di aerei militari a lungo raggio.
 
Nell'agosto [[2008]], a causa della [[Guerra in Ossezia del Sud (2008)|guerra nell'Ossezia del Sud]], i rapporti tra la [[Russia]] e il mondo occidentale, in particolar modo gli [[Stati Uniti]], diventarono ancora più tesi. Il 20 agosto [[2008]] la firma dell'accordo sullo scudo antimissile tra [[USA]] e [[Polonia]]<ref>[{{Cita news|url=http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=69&ID_articolo=2259&ID_sezione=138&sezione=Anteprime%20dagli%20Usa |titolo=Usa - Polonia, firmato l'accordo sullo scudo antimissile]|pubblicazione=La Stampa}}</ref> crea ancora più tensione internazionale. Il giorno successivo [[Mosca (Russia)|Mosca]] annuncia l'intenzione di voler interrompere ogni collaborazione con la [[NATO]]<ref>[{{Cita news|url=http://www.repubblica.it/2008/08/sezioni/esteri/ossezia-bombardamenti-3/sospesa-collaborazione-nato/sospesa-collaborazione-nato.html |titolo=Russia: Stop alla collaborazione con la NATO]|pubblicazione=La Repubblica}}</ref>.
Malgrado gli eventi negativi, l'ascesa alla [[Casa Bianca]] del Presidente [[Barack Obama]] e l'avvento della sua nuova linea di politica estera ricominciò a rendere più amichevoli i contatti fra le due superpotenze.
 
Line 473 ⟶ 462:
[[File:Bundesarchiv Bild 183-1986-0813-460, Berlin, Parade von Kampfgruppen zum Mauerbau.jpg|left|thumb|Parata della [[Nationale Volksarmee]] a [[Berlino Est]] per il XXV anniversario della costruzione del [[muro di Berlino]], [[1986]], [[Bundesarchiv]]]]
Assieme alla [[guerra del Vietnam]], la Guerra fredda ha segnato profondamente la cultura e l'immaginario collettivo degli Stati Uniti e oltre.
Negli [[anni 1950|anni cinquanta]], la popolazione civile in America venne costretta a esercitazioni contro i ''raid'' aerei e incoraggiata a costruirsi dei [[rifugio antiatomico|rifugi antiatomici]] personali. Questo atteggiamento di paura raggiunse i livelli più alti durante la [[Crisi dei missili di Cuba|crisi missilistica di Cuba]], risolta ''in extremis'' da [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]] (poi assassinato) e [[Nikita Chruščёv|Chruščëv]] (successivamente sostituito e ritiratosi a vita privata) e col passare degli anni svanì; comunque, la consapevolezza della guerra e delle sue potenziali conseguenze fu una costante. Le indicazioni per i rifugi nei grossi edifici, le proteste sul posizionamento di missili nucleari a corto raggio in [[Germania]], [[Cuba]] e [[Turchia]], lo spesso citato [[orologio dell'apocalisse|orologio dell'apocalisse nucleare]], le fotografie di cadaveri impigliati nel [[filo spinato]] del Muro di Berlino, così come film tipo ''[[A prova di errore (film 1964)|A prova di errore]]'', ''[[Wargames - Giochi di guerra]]'', ''[[Alba rossa (film 1984)|Alba rossa]]'' e ''[[The Day After - Il giorno dopo]]'' mantennero alta la consapevolezza.
 
[[File:Unholy three.png|thumb|Durante il [[maccartismo]] i servizi di [[Assistenza sanitaria|sanità pubblica]] ([[vaccinazione]], [[Salute mentale|assistenza psicologica]], [[fluorizzazione dell'acqua]]) vennero bollati come strumenti "comunisti" per il lavaggio del cervello.]]
La principale conseguenza diretta del particolare clima creatosi negli Stati Uniti con la guerra fredda, fu il [[maccartismo]], una serie di inchieste politico-giudiziarie svoltesi fra gli [[anni 1940|anni quaranta]] e [[anni 1950|cinquanta]], tese a colpire qualunque possibile "influenza comunista" negli apparati dello Stato, e persino nei comportamenti di singoli individui. Tali inchieste, condotte spesso anche in palese contrasto con i principi costituzionali e giuridici statunitensi, colpirono numerosi soggetti, in molti casi soltanto sulla base di un semplice sospetto.
 
Fra di essi vi furono anche famosi personaggi della cultura e dello spettacolo, tanto che la paura di incappare nelle maglie delle inchieste anticomuniste finì per condizionare anche le scelte artistiche di scrittori, registi e produttori cinematografici che, salvo eccezioni, dovettero sempre tenersi, in quegli anni, su una linea "[[politicamente corretto|politicamente corretta]]". Il maccartismo fu figlio del clima di tensione e paura creatosi a partire dai tardi anni quaranta, ma certamente, con i suoi processi accusatori e la sua caccia spesso immotivata al traditore, finì per essere al tempo stesso moltiplicatore di tale clima di paura, grazie anche alla risonanza che tali vicende avevano presso i [[mass media]].
Line 488 ⟶ 477:
== Bibliografia ==
{{Div col|2}}
* {{Cita libro|autore=Federico Romero ''|titolo=Storia della guerra fredda.: L'ultimo conflitto per l'Europa'', |città=Torino, |editore=Einaudi, |anno=2009, |ISBN =978-88-06-18829-0}}
* {{cita libro|titolo=La guerra fredda 1945-1991|autore=Joseph Smith|editore=Il Mulino|anno=2000|isbn=978-88-15-07688-5|cid=Smith, 2000}}
* {{en}} BeschlossCita libro|autore=Michael. ''Beschloss|titolo=Mayday: Eisenhower, Kennedy and the U-2 Affair'' |anno=1986.}}
* {{en}}Brands, H. W. ''Cold Warriors. Eisenhower's Generation and American Foreign Policy'' (1988).
* {{cita libro|autore=John Lewis Gaddis|titolo=Strategies of Containment: A Critical Appraisal of Postwar American National Security Policy|anno=1982|lingua=en}}
Line 503 ⟶ 492:
* Peccia, T., 2014, "The Theory of the Globe Scrambled by Social Networks: A New Sphere of Influence 2.0", Jura Gentium - Rivista di Filosofia del Diritto Internazionale e della Politica Globale, Sezione "L'Afghanistan Contemporaneo", http://www.juragentium.org/topics/wlgo/en/peccia.htm
* {{en}} Sivachev, Nikolai and Nikolai Yakolev, ''Russia and the United States'' (1979), di storici sovietici
* {{en}} Ulam, Adam B. ''Expansion and Coexistence: Soviet Foreign Policy, 1917&nbsp; – 1973'', 2nd ed. (1974)
* {{en}} Westad, Odd Arne ''The Global Cold War: Third World Interventions and the Making of our Times'' (2006)
* {{Cita libro|cognome=Puddington|nome=Arch|titolo=Broadcasting Freedom: The Cold War Triumph of Radio Free Europe and Radio Liberty|editore=University Press of Kentucky|anno=2003|isbn=0-8131-9045-2|cid=Puddington, 2003}}