Religione dell'antica Grecia: differenze tra le versioni

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{{Citazione|ma la furia impetuosa del fuoco ardente<br />li disfa non appena θυμός (''thumos'') abbandoni le bianche ossa<br />e la ψυχὴ (''psyché'') come un'immagine di sogno vola via. |''Odissea'', XI, 220 e segg.|ἀλλὰ τὰ μέν τε πυρὸς κρατερὸν μένος αἰθομένοιο<br />δαμνᾷ, ἐπεί κε πρῶτα λίπῃ λεύκ' ὀστέα θυμός,<br />ψυχὴ δ' ἠΰτ' ὄνειρος ἀποπταμένη πεπότηται|lingua=grc}}
 
''[[Thumos]]'' (θυμός) e ''[[psyché]]'' (''ψυχὴ'') sono componenti dell'essere vivente, di cui l'uomo greco dei poemi omerici crede che dopo la morte sopravviva solo la ''psyché'' del defunto. Tale ''psyché'' non è altro che una immagine dello stesso che scompare come "fumo"<ref>''Iliade'' XXIII, 100</ref> o come un'ombra<ref>''Odissea'' XI,207</ref>; la nozione è difficilmente traducibile in lingua italiana, come in qualsiasi altra lingua moderna, in quanto non si riuscirebbe a coprirne l'intera area semantica, ma è genericamente associata all' "anima"<ref>[[Giovanni Reale]], ''Storia della filosofia greca e romana'' vol. 9. Milano, Bompiani, 2004, p. 286</ref>.
 
Ne consegue che per le credenze proprie dell'"uomo omerico", con la morte non finisce l'esistenza in quanto tale, ma certamente l'esistenza dell'uomo inteso come personalità, volitività, affettività. L'"ombra" che si aggira nell'[[Ade]] è solo un "sogno", un'immagine sbiadita e priva di qualsiasi contenuto rispetto a quello che da vivo egli fu<ref>{{Cita libro|autore=[[Erwin Rohde]]|titolo=Psiche|anno=2006|editore=Laterza|città=Bari|p=13}}</ref>.