Jan Rost: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Botcrux (discussione | contributi)
m Bot: Markup immagini, accessibilità
→‎Biografia: corr disamb
Riga 21:
I due esperti arazzieri fiamminghi furono legati alla corte granducale da un regolare contratto, che prevedeva un guadagno forfettario di seicento scudi, da pagarsi in rate mensili. Essi s'impegnavano ad organizzare una vera scuola per giovani praticanti arazzieri e dovevano tenere in attività almeno dodici dei ventiquattro telai ''a basso liccio'', il cui costo iniziale era stato sostenuto dal granduca; il quale, da parte sua, s'impegnava a fornire lavoro per quattro-sei telai contemporaneamente. Ogni arazzo prodotto era pagato a parte, in ragione della dimensione e della finezza di tessitura. Nicolas Karcher e Jean Rost potevano soddisfare le richieste di altri committenti, anche non fiorentini, fissando i prezzi. A carico degli arazzieri era lo stipendio dei praticanti e il materiale da tessere. I cartoni erano di proprietà degli arazzieri che, una volta soddisfatte le richieste del granduca, potevano poi riprodurli. Nasceva quindi l'Arazzeria Medicea, dallo sforzo congiunto dell'imprenditorialità dei due tessitori fiamminghi e del mecenatismo di Cosimo I.<ref>{{cita|Uffizi1980| p. 1047}}.</ref>
 
Per decorare la Sala delle Udienze a [[Palazzo Vecchio]], il granduca commissionò loro una serie, nota come le ''Virtù'', su cartoni del [[Bachiacca]], a ''grottesche''; serie che fu realizzata fra il 1546 e il 1553. Nel ''panno'' della ''Carità'', tra elementi a valenza allegorica, come pesci e mammiferi, la figura centrale della Carità, rappresentata entro una nube, è affiancata dai simboli del [[Capricorno (astrologia)|Capricorno]], segno zodiacale di Cosimo I e dal pavone che simboleggia la virtù di sua moglie [[Eleonora di Toledo]]. L'arazzo è siglato ''Fatto in Fiorenza'' e presenta un arrosto allo spiedo che è la firma di Jan Rost.
 
Della serie dei quattro ''[[Arazzi dei Mesi]]'', conservati agli [[Uffizi]], Rost ne ha realizzati tre: ''Giugno, Luglio'', ''Agosto, Settembre, Ottobre, Novembre'' e ''Dicembre, Gennaio, Febbraio'', arazzi da lui siglati nella cimasa, con l'arrosto allo spiedo e con il giglio di Firenze coronato ed inserito fra due "F".<ref>{{cita|Uffizi1980| p. 1058-1060}}.</ref>