Ammutinamento di Cattaro: differenze tra le versioni

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Il viceammiraglio Hansa tentò di prendere tempo, promettendo di inviare le richieste alle autorità competenti e facendo qualche concessione per quanto riguardava il regime in vigore sulle navi; i delegati degli ammutinati lasciarono l'incontro apparentemente soddisfatti, tanto che una minoranza dell'assemblea propose, senza successo, di far cessare subito l'ammutinamento: le figure dominanti dell'ala radicale degli ammutinati si rivelarono il marinaio Franz Rasch, un tedesco di [[Moravia]], e l'[[alfiere (grado militare)|alfiere]] Antun Sešan (o Antun Grabar), un croato di [[Dalmazia]] e unico ufficiale ad aderire apertamente alla rivolta<ref name=Sondhaus-322>{{cita|Sondhaus 1994|p. 322}}.</ref>. Le autorità austro-ungariche, terrorizzate in particolare dai punti più politicizzati della proposta<ref name=Tucker-360 />, non avevano tuttavia alcuna intenzione di accettare le richieste degli ammutinati e decisero di correre ai ripari: il viceammiraglio Hansa vietò alle unità di Cattaro di uscire dal porto<ref name=favre-321 />, mentre il comandante della guarnigione terrestre della città, generale Oskar von Guseck, mise in stato di allerta le difese costiere e le postazioni di artiglieria poste a protezione della base; quando, nel pomeriggio del 2 febbraio, la nave guardaporto ''Kronprinz Rudolf'' in mano ai ribelli tentò di lasciare il suo ancoraggio all'apertura delle Bocche di Cattaro in favore di una nuova posizione al centro della baia, su ordine di Guseck fu cannoneggiata dalle batterie costiere con la morte di un marinaio e il ferimento di diversi altri<ref name=Sondhaus-322 />.
 
[[File:Antun Grabar.jpg|thumb|upright|Antun Sešan (o Antun Grabar), uno dei leader della rivolta]]
 
Dopo l'episodio Sešan ordinò alle altre unità di non lasciare i loro ancoraggi, ma il controllo dei ribelli sulla flotta iniziava a scemare: nel pomeriggio gli ufficiali avevano ripreso il controllo degli esploratori ''Novara'' ed ''Helgoland'', dell'incrociatore ''Kaiser Karl VI'' e di gran parte dei cacciatorpediniere e delle torpediniere, iniziando a modificare la propria posizione per tenersi il più possibile discosti dalle unità ancora in mano ai ribelli, incrementandone la vulnerabilità<ref name=Sondhaus-322 />. Alle 10:00 del 3 febbraio solo il ''Sankt Georg'' e poche unità secondarie rimanevano in mano agli ammutinati, e il comandante dell'esploratore ''Helgoland'', capitano Erich Heyssler, inviò un formale [[ultimatum]] ai ribelli perché si arrendessero; entro poche ore giunsero a Cattaro da Pola, da dove erano salpate il giorno prima, le tre corazzate della 3ª Divisione da battaglia del viceammiraglio [[Karl Seidensacher]] ({{nave|SMS|Erzherzog Friedrich||6}}, {{nave|SMS|Erzherzog Karl||6}} e {{nave|SMS|Erzherzog Ferdinand Max|1905|6}}), mentre i sommergibili della base prendevano posizione per tenere sotto tiro le navi ribelli<ref name=Tucker-360 />. In schiacciante inferiorità, gli ammutinati del ''Sankt Georg'' non ebbero altra scelta che arrendersi.