Siculi: differenze tra le versioni

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Secondo un'iscrizione del [[Medinet Habu (tempio)|tempio di Medinet Habu]], un nuovo attacco all'Egitto fu effettuato nell'8º anno del regno di [[Ramses III]] (1186 a.C.) da un'alleanza di cinque popoli stretta nel paese degli [[Amorrei]] (Siria): oltre ai Šekeleš compaiono i [[Pelasgi|Peleset]], i [[Teucri|Tjeker]], gli Wešeš e i Denyen, con al seguito donne, bambini e masserizie. Qui i popoli sono complessivamente denominati "Popoli del mare, del nord e delle isole". Gli [[Egizi]] respinsero gli invasori a Djahy, una località nella terra di [[Canaan]]<ref name=eb>{{Cita web |url=http://www.britannica.com/EBchecked/topic/530679/Sea-People |titolo=Sea Peoples |autore= |data= |sito= Encylopedia Britannica |accesso=8 settembre 2012}}</ref>.
 
I "Popoli del mare" sarebbero una sorta di confederazione di predoni marittimi<ref>[http://www.touregypt.net/featurestories/seapeople.htm cfr]</ref><ref>Jean Faucounau, ''Les Peuples de la Mer et leur Histoire'', Éditions L'Harmattan, 2003 (ISBN 978-2-7475-4369-9)</ref><ref>Jean-Jacques Prado, ''L'Invasion de la Méditerranée par les Peuples de l'Océan - XIIIe siècle avant Jésus-Christ'', Éditions L'Harmattan, 1992 (ISBN 978-2-7384-1234-8)</ref><ref>{{en}} James Henry Breasted, ''Ancient Records of Egypt: Historical Documents from the Earliest Times to the Persian Conquest'', collected, edited, and translated, with Commentary. (5 volumes), University of Chicago Press, Chicago, 1906–1907 (réimpr. 2001: University of Illinois Press)</ref> che navigavano e razziavano nel [[Mar Mediterraneo]]. I [[Šekeleš]] sono stati identificati con Siculi da alcuni studiosi, secondo cui avrebbero raggiunto la Sicilia dopo essere stati respinti dagli Egizi<ref>Giovanni Garbini, ''I Filistei. Gli antagonosti di Israele'', Rusconi, Milano, 1997, p. 19 e succ.ve</ref>. {{citazione necessaria|In effetti a dimostrazione di questa tesi c'è il fatto che il re siculo ''Hyblon'' aveva lo stesso nome di una divinità egizia}}.
 
Le raffigurazioni del tempio di Medinet Habu mostrano una specifica iconografia dei guerrieri: i Šekeleš hanno i capelli raccolti al di sotto di un panno, in alcuni casi rigonfio, fermato sul capo da un nastrino; indossano un medaglione sul petto e hanno in dotazione due lance e uno scudo rotondo<ref>Claudio De Palma, ''La Tirrenia Antica'', Vol. I, Sansoni, Firenze, p. 226</ref>.