Merano: differenze tra le versioni

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Papel1971 (discussione | contributi)
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Con il trasferimento della sede dei nuovi conti Asburgo ad [[Innsbruck]] nel [[1420]] la città perde la sua primaria importanza come centro economico, pur rimanendo formalmente capitale della [[contea del Tirolo]] fino al [[1848]]. Solo con le guerre di liberazione del Tirolo del [[1809]], guidate da [[Andreas Hofer]] della [[val Passiria|Passiria]], Merano ritorna al centro dell'attenzione: sul monte Benedetto (''Segenbühel''), sopra Merano, i tirolesi combattono vittoriosamente una battaglia contro i Francesi e i Bavaresi nell'ambito della guerriglia da loro condotta contro le truppe franco-bavaresi, che alla fine di una lunga battaglia combattuta al Bergisel di Innsbruck, Andreas Hofer, non ottenuto il promesso appoggio dell'imperatore asburgico, perde per nettissima inferiorità di forze la battaglia finale e verrà pochi giorni dopo giustiziato a Mantova, mentre la figlia dell'imperatore d'Austria va in sposa a Napoleone quale pegno di pace.
 
Nella seconda metà dell'[[Ottocento]] Merano diviene un importante [[Stazione termale|luogo di cura]] e villeggiatura dell'[[Impero austro-ungarico]], grazie anche al collegamento ferroviario inaugurato nel [[1881]] e completato con la [[Stazione di Merano|stazione ferroviaria]] su disegno di von Chabert del [[1905]].<ref>Magdalena Schmidt, ''Plätze Merans / Piazze di Merano'', Comune di Merano, 2011, pp. 16ss.</ref> Conseguentemente la città si espande al di fuori del perimetro delle mura su modelli urbanistici di derivazione [[Vienna|viennese]] e [[Salisburgo|salisburghese]] e con l'apporto dell'urbanista germanicotedesco [[Theodor Fischer]].<ref>Winfried Nerdinger, ''Theodor Fischer - Architekt und Städtebauer 1862-1938'', Berlino, 1988.</ref><ref>Anna Pixner-Pertoll, ''Ins Licht gebaut: Die Meraner Villen, ihre Gärten und die Entwicklung der Stadt (1860–1920)'', Bolzano, Edition Raetia 2009.</ref> Dopo la [[Prima guerra mondiale]] Merano, come tutta la parte meridionale del Tirolo, viene annessa all'[[Italia]]. Tra le due guerre vi viene realizzato l'[[ippodromo di Maia]].
 
Merano ha un'antica tradizione turistica. Molti sono infatti gli ospiti della politica e della cultura che hanno passato le loro vacanze nella città, per esempio l'imperatrice [[Elisabetta di Baviera|Sissi]] e gli scrittori [[Franz Kafka]] e [[Gottfried Benn]].<ref>Vedi Ferruccio Delle Cave et al., ''Meran - ein literarischer Spaziergang durch die Passerstadt'', Bolzano, Athesia, 1998. ISBN 88-7014-954-4</ref> Questo soprattutto perché scienziati e medici hanno sempre consigliato la città per il suo clima mite e quasi mediterraneo e per la qualità dell'aria. Nel [[1914]] viene ampliato il [[Kurhaus di Merano|Kurhaus]], opera dell'architetto Friedrich Ohmann che era legato alla [[Sezession|Secessione]] viennese.<ref>Reinhard Pühringer, ''Ohmann, Friedrich'' in "Neue Deutsche Biographie", vol. 19, Berlino, Duncker & Humblot, 1999, p. 492s.</ref>
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A metà settembre 1943 scattano i rastrellamenti degli ebrei. A seguito delle [[leggi razziali fasciste|leggi razziali]] italiane del 1938, la popolazione ebraica della provincia, residente in maggioranza a Merano, si era già oltremodo assottigliata. I più si erano trasferiti altrove e in città erano rimaste circa sessanta persone. Ventidue di esse (seguite poi da altre) sono arrestate dal SOD (''Sicherheits- und Ordnungdienst'') per ordine delle SS e avviate, il 16 settembre, ai campi di sterminio. Si tratta della prima deportazione di ebrei avvenuta su territorio italiano.
 
Merano non subisce attacchi aerei (tranne quello su Sinigo all’inizio di aprile del 1945). Già nei primi anni di guerra infatti alcuni alberghi meranesi sono trasformati in ospedali militari. Dopo l’occupazione germanicatedesca Merano diviene città ospedaliera, meta per i feriti provenienti dal fronte italiano. Nel 1944 essa viene dichiarata formalmente “città ospedaliera” (''Lazarettstadt''), una qualifica che assicura particolare salvaguardia in base alle convenzioni internazionali. Merano è perciò rifugio sicuro per diverse personalità e attività segrete, centro tra l’altro della rete di distribuzione di denaro falso nota come [[operazione Bernhard]].
 
Dopo la distruzione degli impianti norvegesi Norsk-Hydro di Vemork, che producono l’acqua pesante destinata ai progetti germanicitedeschi per realizzare la bomba atomica, nel novembre 1943 un gruppo di scienziati tedeschi visita lo stabilimento di Sinigo e la centrale di Marlengo per verificare se l’impianto di elettrolisi della Montecatini sia tecnicamente adatto alla produzione di acqua pesante. Malgrado il parere negativo, a Sinigo avrà comunque luogo una piccola produzione del prezioso liquido.
 
La fabbrica di Sinigo viene bombardata il 4 aprile del 1945, non a causa dell’acqua pesante, ma per la produzione di metanolo.
 
La guerra si conclude con un inutile fatto di sangue dai contorni mai del tutto chiariti. Il 30 aprile 1945 a Merano i militari germanicitedeschi aprono il fuoco su due cortei di persone che intendevano festeggiare la fine del conflitto. Otto morti e molti feriti.
 
Anche dopo il [[1945]] Merano è una delle mete più frequentate dai turisti in Alto Adige.