Rocca Calascio: differenze tra le versioni

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Fece parte con [[Calascio]], [[Castelvecchio Calvisio]], [[Carapelle Calvisio]] e [[Santo Stefano di Sessanio]] della celebre [[Barone|Baronia]] di Carapelle<ref>{{Cita libro|autore=Walter Morico|titolo=Palear la dinastia dei maestri di Federico II|anno=2016|editore=Streetlib|città=Roma|p=|pp=368 - 382|ISBN=8892598805}}</ref>, della quale seguì le vicende storiche fino al 1806, anno dell'abolizione della [[feudalità]].
 
Nei secoli si susseguirono nel dominio le famiglie Pagliara, Plessis, [[Colonna (famiglia)|Colonna]], [[Conti dei Marsi|Celano]], [[Caldora]], Accrocciamuro, [[Todeschini Piccolomini]], [[Del Pezzo (famiglia)|Del Pezzo]], [[Cattaneo (famiglia)|Cattaneo]], [[Medici]], [[Borbone]].
 
In particolare nel 1463 venne concessa da [[Ferdinando I di Napoli|re Ferdinando]] ad Antonio Todeschini della [[Piccolomini|famiglia Piccolomini]]<ref>{{cita web|url=http://www.abruzzoverdeblu.it/?id=80|titolo=Castello di Rocca Calascio|accesso=12-10-2010}}</ref> che modificò la fortificazione dotandola di una cerchia muraria in ciottolame e quattro torri di forma cilindrica a uso militare<ref name="Provincia">{{Cita|Provincia dell'Aquila||Provincia, 1999}}, pag.247</ref>, con una [[Merlo (architettura)|merlatura]] ghibellina.