Farmaci antimalarici: differenze tra le versioni

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Gli olandesi sfruttarono la scoperta coltivando la ''Chincona ledgeriana'' in grandi piantagioni nelle loro colonie in [[Indonesia]]. La corteccia di Cinchona contiene altri alcaloidi anti-malarici (chinidina, [[cinconina]], cinconidina) ma quello comunemente impiegato è rimasto il chinino.
Per secoli, nonostante i suoi effetti collaterali, il chinino è rimasto l'unico farmaco anti-malarico. Il problema della sintesi di nuove molecole efficaci si pose durante la [[prima guerra mondiale]], quando il blocco dei porti e gli attacchi dei sottomarini ostacolarono gli approvvigionamenti di chinino. Negli anni successivi furono scoperti la pamachina, la primachina e la mepacrina. Il grande impulso alla ricerca lo diede, nella [[seconda guerra mondiale]], la necessità di proteggere le truppe americane impegnate nel Pacifico. Nel secondo dopoguerra furono scoperte la clorochina, l'amodiachina, la pirimetamina e il proguanile[[proguanil]] (queste ultime due impiegate per la profilassi). Apparve subito ovvio che l'impiego su larga scala dei farmaci per la profilassi avrebbe selezionato ceppi chemio-resistenti. La clorochino-resistenza comparve in Sud-America e nel Sud-Est Asiatico. Furono allora impiegati associazioni di sulfonamide e pirimetamina e di chinino con tetracicline.
 
Prima della comparsa degli antibiotici le persone affette da [[sifilide]] erano intenzionalmente affette da malaria per sviluppare nelle persone la [[febbre]] e seguendo il lavoro di [[Julius Wagner-Jauregg]] la malaria poteva essere curata con l'uso del chinino. Anche se alcune persone morivano, la [[mortalità]] della sifilide era comunque diminuita.<ref>{{Cita pubblicazione | autore = Raju T | titolo = Hot brains: manipulating body heat to save the brain.|url=http://pediatrics.aappublications.org/cgi/content/full/117/2/e320 | rivista = Pediatrics | volume = 117 | numero = 2 | pp = e320-1 | anno = 2006 | pmid = 16452338 }}</ref> Durante la guerra in [[Viet Nam]] si ripropose il problema della protezione delle truppe americane, che stimolò nuovamente la ricerca farmaceutica: all'Istituto di Ricerca "Walter Reed" dell'Esercito Americano venne sintetizzata la meflochina. In [[Thailandia]] comparvero presto ceppi resistenti anche alla meflochina; allora la medicina occidentale attinse da quella tradizionale cinese e ripescò il ''qing hao su'', un estratto dalla pianta ''Artemisia annua'' che veniva impiegato da secoli in Oriente, in forma di infuso, per il trattamento delle febbri. Nel [[1971]] dalla pianta fu estratta l'artemisinina, farmaco senza nessuna somiglianza con i precedenti antimalarici, dalla quale furono successivamente sintetizzati l'artemetere, l'artesunato e l'arteetere. Attualmente continuano gli studi per scoprire e sintetizzare farmaci antimalarici sempre più efficaci e sicuri.