Sbarco a Salerno: differenze tra le versioni

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Con questa operazione, gli alti comandi Alleati intendevano costituire una importante [[testa di ponte]] nel territorio dell'[[Italia]] continentale, con l'obiettivo di creare un trampolino di lancio per la conquista di [[Napoli]] e il suo fondamentale [[porto di Napoli|porto]], per rifornire le truppe alleate impegnate sul fronte italiano. Le forze statunitense della [[United States Army North|5ª Armata]] [[Stati Uniti d'America|statunitense]] del generale [[Mark Clark]] impegnate nello sbarco, sarebbero state successivamente raggiunte dalle forze dell'[[Eighth Army (British Army)|8ª Armata]] di [[Bernard Law Montgomery|Bernard Montgomery]] provenienti da sud ([[operazione Baytown]]), assieme alle quali avrebbero poi attaccato le postazioni difensive tedesche del [[Linea del Volturno|Volturno]] e della [[Linea Gustav|Gustav]] nell'Italia centrale.
 
Nonostante alcuni limitati successi iniziali, le truppe del generale Clark vennero violentemente contrattaccate dalle forze tedesche che il feldmaresciallo [[Albert Kesselring]] era riuscito a concentrare sulle alture dominanti il golfo di Salerno; gli anglo-americani si trovarono in grande difficoltà e il generale Clark temette un disastro. Attaccando lungo il corridoio del fiume [[Sele]], che rappresentava uno spartiacque naturale tra i due corpi d'armata sbarcati nel golfo di Salerno, i tedeschi arrivarono molto vicini allo sfondamento, ma la tenace resistenza anglo-americana e il supporto dell'artiglieria alleata scongiurarono il disastropericolo.
 
Dopo dieci giorni di aspri scontricombattimenti, gli alleati, che avevano subito perdite molto più elevate dei tedeschi, riuscirono a uscire dalla testa di ponte e riorganizzarsi in vista dell'avanzata verso Napoli, che venne conquistata il 1º ottobre 1943. I tedeschi al contempo preferirono ripiegare ordinatamente verso nord in direzione della linea fortificata, denominata [[linea del Volturno]], arroccata nell'impervio territorio appenninico a nord del capoluogo campano, dove si prepararono ad affrontare gli alleatiAlleati in avanzata.
 
== Premesse e preparativi ==
Durante la [[Terza conferenza di Washington|terza conferenza]] interalleata di [[Washington]], nel maggio 1943, gli Alleati decisero di comune accordo la continuazione della campagna di bombardamento contro la Germania e l'incremento delle [[Guerra del Pacifico (1941-1945)|operazioni nel Pacifico]], ma lasciarono la pianificazione dei dettagli della strategia nel Mediterraneo al comandante in capo di quel teatro, [[Dwight Eisenhower]], il quale avrebbe dovuto decidere come proseguire la [[campagna d'Italia (1943-1945)|campagna d'Italia]] dopo l'[[sbarco in Sicilia|operazione Husky]]<ref>{{cita|Weinberg|p. 672}}.</ref>. Gli americani, che tenevano decisamente di più alla programmata [[Operazione Overlord|invasione dell'Europa nordoccidentale]], e nel contempo consideravano le esigenze nel Pacifico più impellenti, erano consapevoli del costo che il secondo teatro d'operazioni in Italia comportava in termini di impegno bellico ed economico e di come questo condizionava e procrastinava le questioni da loro ritenute più importanti. Mentre la campagna di Sicilia si avviava alla sua inevitabile conclusione, iniziarono molti dibattiti su dove si sarebbe dovuto attaccare nella fase successiva<ref>{{cita|Morris|p. 113}}.</ref>. Un'opzione che fu presa seriamente in considerazione fu l'invasione della [[Sardegna]], caldeggiata da Eisenhower e dall'ammiraglio [[Andrew Cunningham]], ma non da [[Winston Churchill]], il quale propendeva per un attacco nei [[penisola balcanica|Balcani]]. Secondo lui una campagna in quel settore avrebbe impedito ai tedeschi di utilizzare significative materie prime, minacciando nel contempo le linee di comunicazione dell'[[Potenze dell'Asse|Asse]] col [[Fronte orientale (1941-1945)|fronte russo]]. A Washington non ne erano convinti, ma nessuno propose delle alternative, l'unica cosa di cui erano certi gli americani era che non dovevano esserci nuove campagne che intaccassero le risorse già destinate al [[secondo fronte]] o che minassero la campagna di guerra contro il Giappone<ref name="Morris114">{{cita|Morris|p. 114}}.</ref>.
 
[[File:Hmwilson-churchill-eisenhow.jpg|miniatura|I vertici militari alleati riuniti in Italia, in primo piano da sinistra Eisenhower, Churchill e Maitland-Wilson]]