Sbarco a Salerno: differenze tra le versioni

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Durante il periodo di trattative con gli italiani, il 14 agosto Churchill e Roosevelt si incontrarono a [[Québec (città)|Québec]], con i loro stati maggiori e i loro consiglieri. La [[Conferenza di Québec (1943)|conferenza]] confermò il 1º maggio 1944 come data dell'[[sbarco in Normandia|invasione della Normandia]], e fu deciso che tutte le operazioni in Europa dovessero essere subordinate a questo scopo. Eisenhower ricevette l'ordine di accettare solo una resa incondizionata dell'Italia, conquistare la [[Sardegna]] e la [[Corsica]] e continuare a premere contro i tedeschi. In questo contesto, i comandi riuniti a Québec diedero l'assenso all'operazione «Avalanche»<ref name="Morris121">{{cita|Morris|p. 121}}.</ref>, ossia il piano d'invasione dell'Italia continentale elaborato da Eisenhower e dallo staff della [[United States Army North|5ª Armata]] statunitense. L'operazione fu confermata per il 9 settembre nel [[golfo di Salerno]]{{#tag:ref|La scelta del luogo dello sbarco fu condizionata dalla decisione presa durante la conferenza di ritirare dal teatro del Mediterraneo sei gruppi di bombardieri pesanti e trasferirli in [[Gran Bretagna]]. Per poter quindi contare su un supporto aereo adeguato, Eisenhower fu obbligato a scegliere zone di sbarco più vicine alla Sicilia e al Nordafrica, come appunto Salerno o Taranto, invece di obiettivi più a lungo raggio come il golfo di Genova. Vedi: {{cita|Morris|pp. 123-124}}|group=N}}, ad una settantina di chilometri a sud di [[Napoli]]. L'obiettivo di questo sbarco era quello di permettere agli Alleati di schierare bombardieri strategici a Foggia (in subordine quindi all'[[operazione Pointblank]], che nel vertice a Québec fu deciso che sarebbe stata parte integrante della più vasta strategia di bombardamento aereo della Germania in vista di Overlord<ref>{{cita|Morris|p. 123}}.</ref>), e per consentire ai numerosi stormi di bombardieri di operare dal sud Italia sarebbe stato necessario un grande porto dal quale dovevano passare uomini e materiali; la scelta più ovvia cadde su Napoli<ref>{{cita|Morris|p. 120}}.</ref>.
 
{{Doppia immagine|sinistra|Mark w clark 1943.jpg|155150|Bundesarchiv Bild 101I-313-1019-14, Italien, Heinrich von Vietinghoff.jpg|130125|Il generale Mark Clark a bordo dell<nowiki>'</nowiki>''USS Ancon'' e il generale Von Vietinghoff}}
 
Gli Alleati erano pronti a rischiare nove divisioni per tenere l'Italia e permettere quindi alle forze aeree di schierarsi, ma né gli americani né i britannici consideravano Avalanche come il preludio per la conquista dell'intero paese; gli americani chiedevano solo basi sicure per i loro bombardieri mentre i britannici credevano che un impegno in Italia avrebbe continuato a tenere aperto lo spiraglio per un successivo intervento nei Balcani<ref name="Morris121"/>.