Il Mondo (rivista): differenze tra le versioni

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== «Il Mondo» di Pannunzio ==
=== La rivista ===
Il gruppo dei fondatori, costituito da [[Mario Pannunzio]] (direttore responsabile), [[Vittorio Gorresio]], [[Ennio Flaiano]], [[Corrado Alvaro]], [[Mino Maccari]], Alessandro Corvisieri e [[Vitaliano Brancati]], si era conosciuto al settimanale ''[[Omnibus (1937)|Omnibus]]'' (1937-1939)<ref>Piero Albonetti, Corrado Fanti (a cura di), ''Longanesi e Italiani'', Faenza, Edit Faenza, 1997.</ref>. La rivista era stampata in [[Rotocalco (giornalismo)|rotocalco]], con una foliazione di 16 pagine (alternativamente, in 12 pagine). Il disegno della testata fu affidato ad [[Amerigo Bartoli]]. La prima redazione era composta da Ennio Flaiano (caporedattore)<ref>Ennio Flaiano lasciò «Il Mondo» nel 1955 per dedicarsi completamente al cinema.</ref>, Bice Munafò, Nina Ruffini e Alfredo Mezio.<ref>{{cita|Cardini|p. 114|Cardini, 2011}}</ref>
 
Il primo numero del «Mondo» uscì il 19 febbraio [[1949]], con articoli contro lo [[stato sociale]] e [[Keynes]]. In economia, il periodico s'ispirava alle teorie di [[Ludwig von Mises]] e [[Friedrich von Hayek]].
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Nato inizialmente come periodico di cultura laica, né comunista né fascista<ref name="Desiderio">Giancristiano Desiderio, ''Pannunzio, Croce e un «Mondo» fatto di libertà'', in «[[Cronache di Liberal]]», 16 giugno 201, p. 10.</ref>, conservò una linea di totale indipendenza dai «poteri forti» della politica e della finanza, spiccando per anticonformismo<ref>[[Massimo Veneziani]]. ''Controinformazione. Stampa alternativa e giornalismo d'inchiesta dagli anni Sessanta a oggi''. Castelvecchi, 2006</ref>. I due intellettuali di maggiore riferimento del periodico furono [[Benedetto Croce]] e [[Gaetano Salvemini]]<ref name="Desiderio"/>.
 
Fra i collaboratori ebbe [[Ernesto Rossi]], [[Enzo Forcella]], [[Alberto Baumann]], [[Antonio Cederna]], Giulia Massari, [[Carlo Laurenzi (scrittore)|Carlo Laurenzi]], [[Nicolò Carandini]], [[Alberto Moravia]], [[Leonardo Sciascia]], [[Leone Cattani]], Mario Ferrara, [[Roberto Pane]], [[Marco Pannella]], [[Alessandro Corvisieri]], [[Giovanni Spadolini]], [[Eugenio Scalfari]], [[Tommaso Landolfi]], [[Indro Montanelli]], [[Vittorio De Caprariis]], Mario Paggi, [[Panfilo Gentile]] e [[Guglielmo Alberti]]. Anche [[Luigi Einaudi]], con lo [[pseudonimo]] Manlio Magini.<br />Tra i collaboratori stranieri la rivista annoverò gli scrittori [[Thomas Mann]] e [[George Orwell]].
 
Nei primi anni la tiratura media fu tra le 15.000 e le 18.000 copie, con punte di 20.000 unità.<ref>{{cita|Cardini|p. 132|Cardini, 2011}}</ref> Nel [[1955]] Pannunzio portò il giornale da 12 a 16 pagine. La gestione del settimanale restò in disavanzo. Nel [[1956]] l'editore (Mazzocchi) decise di riportare «Il Mondo» a 12 pagine. In settembre regalò la testata a una società di cui i principali azionisti erano [[Nicolò Carandini]] e Arrigo Olivetti (cognato e cugino primo di [[Adriano Olivetti|Adriano]])<ref>Alberto Mazzuca, ''Penne al vetriolo'', Minerva, Bologna, 2017, pag. 192.</ref>.