Salvador Allende: differenze tra le versioni
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Entrambi i genitori appartenevano ad abbienti famiglie [[Borghesia|borghesi]] dalle salde tradizioni politiche [[Liberalismo|liberali]] e [[Progressismo|progressiste]].
Il nonno paterno, [[Ramón Allende Padin]] ([[1845]]-[[1884]]), un facoltoso [[
Nel [[1940]], Allende sposò [[Hortensia Bussi|Hortensia Bussi Soto]], soprannominata "Tencha", dalla quale ebbe tre figlie: Carmen Paz, [[Isabel Allende Bussi|María Isabel]] e Beatriz. Inoltre si occupò della famiglia della giovanissima cugina e futura scrittrice [[Isabel Allende|Isabel Allende Llona]], abbandonata dal padre, che Allende considerava come una nipote (la stessa scrittrice lo chiamava zio).<ref>[http://www.repubblica.it/online/spettacoli_e_cultura/libriquattordici/antialle/antialle.html Isabel Allende, ''L'11 settembre di mio zio Salvador'']</ref> Allende ebbe anche numerose relazioni extraconiugali nel corso della sua vita.<ref>{{collegamento interrotto|1=[http://82.85.28.102/cgi-bin/showfile.pl?file=golpdf/uni_2003_09.pdf/10EST11A.PDF Isabel Allende Bussi: io non perdono] |date=aprile 2018 |bot=InternetArchiveBot }}</ref> Allende è anche zio, attraverso sua sorella maggiore [[Laura Allende Gossens|Laura]] (deputata per il [[Partito Socialista del Cile]]), della [[Psicologia dell'età evolutiva|psicologa infantile]] Verónica Pascal Allende, madre dell'attore [[Pedro Pascal]], principalmente noto per la sua interpretazione del [[Casa Martell#Oberyn|principe Oberyn Martell]] nel celebre ''serial'' de ''[[Il Trono di Spade (serie televisiva)|Il Trono di Spade]]'' e dell'ispettore Javier Peña nella [[Netflix|serie Netflix]] ''[[Narcos (serie televisiva)|Narcos]]''<ref>{{Cita noticia|apellidos=ROMNEY|nombre=LEE|título=Fertility Doctor Who Fled U.S. Is Welcomed in Chile : Medicine: Patients flock to Jose Balmaceda, formerly of UC Irvine. But his arrival may add to scrutiny of his field.|url=http://articles.latimes.com/1995-11-30/news/mn-8788_1_uc-irvine-scandal|fecha=30 de noviembre de 1995|fechaacceso=11 de agosto de 2018|periódico=Los Angeles Times|issn=0458-3035|idioma=en-US}}</ref>.
=== Inizio dell'attività politica ===
Allende frequentò il Liceo Eduardo de la Barra a [[Valparaíso]]; proprio in quegli anni conobbe l'[[Anarchia|anarchico]] [[
[[Sergio Vuskovic]], ex sindaco [[Partito Comunista del Cile|comunista]] di Valparaíso, affermò che Allende era un [[revisionismo del marxismo|marxista eterodosso]], [[socialismo libertario|libertario]] e [[leninismo#Critiche al pensiero leninista|anti-leninista]], in quanto rifiutava l'idea del [[monopartitismo]] e quella della [[dittatura del proletariato]]<ref>Intervista a Vuskovic nel documentario ''[[Salvador Allende (film)|Salvador Allende]]'' di Patricio Guzman</ref>:{{citazione|Salvador un leninista? Con me parlava solo della [[Rivoluzione francese]]. Idee come “Partito unico” o “Dittatura del proletariato” gli erano estranee.|Citato in P. Guzmán, ''[[Salvador Allende (film)|Salvador Allende]]''}}{{citazione|Aveva l'aspetto rassicurante del vecchio parlamentare, lo stile dell'uomo politico liberale dell'Ottocento, sempre elegante ma sobrio, allergico a qualsiasi forma di stravaganza e protagonismo. Diversissimo, in questo dall'amico [[Fidel Castro]].|[[Patricio Guzmán]]}}
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=== La ''via cilena al socialismo'' ===
{{Citazione|Noi partiamo da diverse posizioni ideologiche. Per voi essere un [[comunismo|comunista]] o un [[socialismo|socialista]] significa essere [[totalitarismo|totalitario]], per me no... Al contrario, io credo che il socialismo [[libertà|liberi]] l'uomo.|Salvador Allende, risposta al giornalista Joseph Novitski durante l'intervista al [[The New York Times|New York Times]] del 4 ottobre 1970<ref>Joseph Novitski, "Allende Sees Chile Finding Her Own Way to Socialism", New York Times (4 October 1970)</ref>}}
Una volta insediato il governo di ''[[Unità Popolare (Cile)|Unidad Popular]]'', Allende incominciò a implementare la sua "piattaforma" di conversione socialista della società cilena. Il piano di riforme socialiste del governo Allende prese il nome di «rivoluzione con ''[[
==== Nazionalizzazioni ====
Fu avviato un vasto programma di totale [[statalismo|nazionalizzazione]] delle principali industrie private del Paese, fra cui le miniere di [[rame]] (già incominciata, in forma negoziata, nel [[1964]] dal precedente governo democristiano), fino ad allora sotto il controllo della Kennecott e della Anaconda (aziende statunitensi), degli [[banca|istituti bancari]], delle [[assicurazione|compagnie di assicurazione]] e, in generale, di tutti gli ''asset'' strategici per lo sviluppo socio-economico del Paese, tra cui la produzione e distribuzione di [[energia potenziale elettrica|energia elettrica]], i trasporti [[ferrovia]]ri, [[aerei]] e [[trasporto navale|marittimi]], le [[telecomunicazione|telecomunicazioni]], l'[[siderurgia|industria siderurgica]], [[cemento|cementiera]], [[Industria cartaria|cartaria]] e della [[cellulosa]]. Nel [[1973]], sotto l'amministrazione Allende, lo Stato giunse dunque a controllare il 90% delle miniere, l'85% delle banche, l'84% delle imprese edili, l'80% delle grandi industrie, il 75% delle aziende agricole e il 52% delle imprese medio-piccole.<ref name="ibidem">''ibidem''</ref> Si diede poi mano alla [[riforma agraria]] in favore delle classi maggiormente disagiate e fu creata una [[tassa
[[File:AllendeNacionalizacion.jpg|thumb|left|Allende firma il decreto della nazionalizzazione delle miniere di rame.]]
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Furono inoltre introdotti la garanzia di mezzo litro di [[latte]] giornaliero per ogni bambino e neonato cileno, ingenti incentivi all'[[alfabetizzazione]], l'aumento programmatico dei [[salario|salari]], l'implementazione di diverse [[stato sociale|tutele sociali]] (come, ad esempio, l'estensione dei diritti di tutela e rappresentanza sindacali anche alle categorie dei lavoratori stagionali e ''part-time'' e l'introduzione di un [[Salario minimo|salario minimo garantito]] per i lavoratori di ogni categoria e fascia d'età<ref>http://pdf.usaid.gov/pdf_docs/PNAAA696.pdf</ref>), il [[calmiere|prezzo fisso]] del [[pane]], la riduzione del prezzo degli [[locazione|affitti]], la distribuzione gratuita di cibo ai cittadini più indigenti e l'aumento delle pensioni minime<ref name="ibidem"/>.
Sin dai primi mesi di governo, Allende promosse l'invio nelle regioni meridionali del Cile di 55.000 volontari, allo scopo di fornire istruzione e cure mediche di base alla fascia più povera della popolazione. Inoltre, fu istituita una commissione centrale, composta da rappresentanti del governo, dei sindacati e dei datori di lavoro, per sovrintendere a un piano di pagamento tripartito della forza-lavoro nazionale e, inoltre, fu firmato con le maggiori organizzazioni sindacali nazionali un protocollo d'intesa concedente i diritti di rappresentanza degli stessi lavoratori in seno al consiglio di finanziamento del Ministero di pianificazione sociale.<ref>Charles Andrain, ''Political change in third world''</ref> In seno al complesso delle imprese nazionalizzate, poi, il governo istituì, tramite le organizzazioni sindacali, assemblee operaie in grado di far eleggere nei ranghi dei consigli d'amministrazione d'ogni singola azienda, per circa la metà dei suoi componenti, rappresentanti degli stessi lavoratori<ref name="ReferenceA" />, oltre ad instaurare un sistema di monitoraggio e controllo dei prezzi, tramite un'articolata rete di agenzie governative, organi consiliari municipali (composti da comuni cittadini) e centri e piattaforme di distribuzione su base inter-distrettuale, direttamente gestite dalle singole comunità, al fine di coordinare e regolamentare le svariate dinamiche di [[domanda e offerta]] tra le disparate imprese commerciali nazionali<ref>The Cambridge History of Latin America Volume VIII edited by Leslie Bethell</ref><ref name="unu">{{Cita web|url=http://archive.unu.edu/unupress/unupbooks/80128e/80128E09.htm|titolo=Food price policies and nutrition in Latin America|editore=archive.unu.edu|accesso=20 maggio 2015}}</ref>.
Il governo avviò anche un intenso programma di lavori pubblici, tra i quali la metropolitana di Santiago, in modo da interconnettere al meglio le periferie ed i quartieri [[operaio|operai]] al centro delle città, oltre alla costruzione di numerose [[edilizia residenziale pubblica|case popolari]] e, in generale, l'implementazione di numerosi e sostanziali apporti e riqualificazioni dei servizi igienico-sanitari.
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==== Politica culturale ====
[[File:Salvador Allende Argentina.jpg|thumb|left|upright=0.9|Salvador Allende fotografato in Argentina.]]
Il governo Allende cercò anche di diffondere l'arte tra la popolazione cilena, attraverso il finanziamento di una serie di iniziative e attività culturali.<ref>James W. McGuire, ''Wealth, Health, and Democracy in East Asia and Latin America</ref> Con la concessione del voto ai giovani di 18 anni e agli analfabeti, la partecipazione di massa al processo decisionale fu incoraggiato e con esso, assieme alle altre radicali riforme socio-economiche varate dal goveno, il graduale smantellamento delle tradizionali strutture gerarchiche del Paese, in linea con i principi dell'[[egualitarismo]] [[Socialismo|socialista]].<ref name="ibidem"/> Il governo Allende fu in grado di utilizzare l'idealismo dei suoi sostenitori, con squadre di "Allendistas", che viaggiavano verso le campagne e le baraccopoli a svolgere attività di volontariato.
Nel [[1971]], il governo acquistò una grande [[casa editrice]] privata, la "Quimantu Editoriale", che divenne dunque il centro delle attività culturali dell'amministrazione Allende. Nel giro di soli due anni, ben 12 milioni di copie di libri, riviste e testi documentaristici (8 milioni dei quali erano libri) specializzati in analisi sociali, vennero pubblicati su larga scala a prezzi irrisori.<ref name="ibidem"/> Edizioni economiche delle grandi opere della [[letteratura|letteratura mondiale]] furono stampate su base settimanale e, nella maggior parte dei casi, vendute nel giro d'un solo giorno. La cultura entrò così nella coscienza delle masse per la prima volta, e la popolazione rispose con entusiasmo.<ref name="ibidem"/> L'"Editoriale Quimantu" incoraggiò inoltre la costituzione di biblioteche in centri deposti alle organizzazioni comunitarie e/o sindacali rivolti a tutta la popolazione. Attraverso la fornitura di libri di testo a buon mercato, permise alla sinistra di progredire attraverso il contenuto ideologico della letteratura messa a disposizione dei lavoratori.<ref name="ibidem"/>
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==== Telecomunicazioni ====
Allende si impegnò inoltre nell'implementazione del cosiddetto Progetto Cybersyn, un ambizioso e complesso ''[[
In congiunzione a tale sistema, in alcune ''municipalidades'' venne inoltre implementato dallo stesso team di sviluppo del Cybersyn un particolare prototipo di sistema di comunicazione costantemente in contatto con l'infrastruttura statale e le varie imprese da essa controllate, tramite una rete di teleschermi collegata a un'interfaccia interattiva, chiamata ''Cyberfolk'', in modo da coinvolgere attivamente la popolazione nella pubblica amministrazione e nel processo di produzione economica (sebbene, a causa dei successivi tumulti socio-economici, non fu possibile svilupparlo su larga scala)<ref>[https://web.archive.org/web/20110512062330/http://www.cybersyn.cl:80/ingles/cybersyn/cyberfolk.html Cyberfolk]</ref>.
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Allende respinse ogni ipotesi di fuga, sia organizzata dai suoi uomini, sia come un possibile aiuto fornito dalla [[Massoneria]] a un confratello in grave pericolo.<ref>[http://archivio.rassegna.it/2003/speciali/allende/prima.htm Allende, trent'anni dopo]</ref>
Circa le circostanze della sua morte, la versione ufficiale, confermata dal suo medico personale, Patricio Guijon<ref>[http://archiviostorico.corriere.it/2011/luglio/20/Allende_suicidio_verita_anni_dopo_co_9_110720018.shtml Allende: fu suicidio - La verità 38 anni dopo]</ref>, è che il Presidente si sarebbe tolto la vita con un fucile [[AK-47]] donatogli da [[Fidel Castro]], mentre altri<ref>[http://www.anpi.it/media/uploads/patria/2002/9/44_45_D%27Arbela.pdf Una data e tante voci]</ref> sostengono che fu ucciso dai golpisti di Pinochet mentre difendeva il palazzo presidenziale, portando talvolta prove forensi e documentali contestate<ref>[http://www.ilpost.it/2011/06/01/una-nuova-versione-sulla-morte-di-allende/ ''Una nuova versione sulla morte di Allende'']</ref>; un racconto di tali momenti, secondo questa versione, fu scritto dallo scrittore e giornalista colombiano [[Gabriel García Márquez]] nel breve articolo intitolato ''La vera morte di un Presidente''<ref>[http://www.disinformazione.it/martedi11settembre1973.htm Testo]</ref>, dove l'esecuzione del delitto è attribuita al generale Javier Palacios (1926-2006):{{
Negli [[anni 1980|anni ottanta]] il medico diede in un'intervista (trasmessa dalla trasmissione televisiva ''[[Mixer (programma televisivo)|Mixer]]'' di [[Giovanni Minoli]]) la propria versione dettagliata dell'accaduto. Secondo il racconto del medico, che era insieme con Allende all'interno della Moneda, a seguito del bombardamento aereo e del successivo incendio, Allende disse a coloro che con lui difendevano la Moneda dalle finestre del primo piano di uscire dal Palazzo ormai indifendibile rimanendo solo nell'ufficio, e che lui sarebbe uscito per ultimo. Il medico rientrò poco dopo nell'ufficio, proprio nel momento in cui Allende, seduto su un divano, si stava uccidendo con una scarica di mitragliatore alla testa dal basso in alto. In particolare, il medico disse di aver visto la parte superiore della calotta cranica di Allende volar via per effetto della scarica.<ref>[http://mediterranews.org/2011/09/quell11-settembre-dimenticato-chile-11-settembre-1973-salvador-allende/ L'11 settembre dimenticato]</ref> Anche altri testimoni videro Allende con il fucile in mano, sdraiato sul divano, dopo lo sparo. Sono state avanzate ipotesi di omicidio anche da parte di una guardia del corpo cubana su ordine di Castro, per poterne usare la morte a fine propagandistico, ma tale ipotesi, propugnata da storici ostili ad Allende<ref>ad esempio Víctor Farías</ref>, non trova riscontri.<ref>[http://www.sapereperfare.it/articolo.php?id=651 L'altro 11 settembre cileno]</ref>
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In seguito al colpo di Stato, in [[Italia]] ci furono molti scioperi in solidarietà con Allende e il popolo cileno. Italia e [[Svezia]] non riconobbero mai il regime di Pinochet e per tutti i 17 anni di dittatura ufficialmente rimasero in carica gli ambasciatori accreditati da Salvador Allende. Entrambi gli Stati, ma specialmente la Svezia sotto i governi di [[Olof Palme]] e [[Thorbjörn Fälldin]], concessero [[Diritto di asilo|asilo politico]] agli esuli cileni, come fecero altri paesi tra cui molti del [[Blocco orientale|blocco comunista]] (es. [[Cuba]], [[Repubblica Democratica Tedesca]]). Alla [[Allende (famiglia)|famiglia Allende]] fu concesso dal regime di andare subito in esilio all'estero, prima a [[Cuba]] e poi in [[Messico]] o negli Stati Uniti (la figlia Beatriz e la sorella Laura si sarebbero successivamente suicidate, mentre la nipote [[Isabel Allende|Isabel]], la moglie [[Hortensia Bussi|Hortensia]] e la figlia [[Isabel Allende Bussi|Isabel]] rientrarono in Cile nel 1990), mentre i collaboratori di governo di Allende e i membri più influenti dei partiti democratici furono internati all'[[Isola Dawson]] fino al [[1976]].
Il colpo di Stato, che molti cileni speravano proteggesse la costituzione, ora si manifestava in tutto il suo orrore. I soldati fucilarono i primi dissidenti catturati nell'[[Estadio Nacional de Chile]], tra di essi il cantante [[Víctor Jara]], mentre i sostenitori di ''Unidad popular'' venivano sequestrati, torturati e, molti, uccisi. [[Pablo Neruda]], già malato, sarebbe morto invece in ospedale, in circostanze poco chiare, mentre stava per partire nuovamente in esilio. Il 13 settembre la giunta sciolse il parlamento e proibì i partiti politici.
Pinochet avrebbe invece di fatto "regnato", non democraticamente eletto, per i successivi diciassette anni. La violazione dei [[diritti umani]] da parte del suo governo è stata, così come testimoniano precise prove documentali, sistematica prassi quotidiana e alla fine del lungo periodo di [[dittatura]] si stimarono più di 3.000 vittime (anche non cilene), fra morti e [[desaparecidos]] e circa 30.000 persone torturate (le cifre sono tratte dal [[Rapporto Rettig]], un'inchiesta ufficiale condotta in Cile dopo la fine della dittatura di Pinochet, nel [[1990]]), anche se alcuni conti indicano 40.000 vittime, cifra non ufficiale. Secondo Amnesty International i morti (compresi gli scomparsi) furono invece 3.216.<ref name=amnesty>[http://www.amnesty.it/cile-40-anniversario-fatti-cifre Cile di Pinochet - Amnesty International] {{webarchive|url=https://web.archive.org/web/20140812052657/http://www.amnesty.it/cile-40-anniversario-fatti-cifre |data=12 agosto 2014 }}</ref> Tranne che per la strage dell'Estadio Nacional de Chile, Pinochet tentò di insabbiare questi crimini parlando di morti in scontri di guerriglia o di esiliati, anziché di sequestri e omicidi.
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