Guerra fredda: differenze tra le versioni

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[[File:Yalta Conference (Churchill, Roosevelt, Stalin) (B&W).jpg|thumb|left|I "Tre Grandi" alla [[Conferenza di Yalta]]: [[Winston Churchill]], [[Franklin Roosevelt]] e [[Iosif Stalin]].]]
 
Al termine della seconda guerra mondiale, gli Alleati non si trovavano d'accordo su come dovessero essere segnati i confini dell'Europa appena liberata dai nazisti.<ref name="Gaddis13-23">{{cita|Gaddis, 2005|pp. 13–23}}.</ref> Ciascuno dei vincitori possedeva idee diverse riguardo a come gestire e mantenere la sicurezza post-bellica.<ref name="Gaddis13-23"/> Alcuni studiosi sostengono che tutti gli stati Alleati occidentali desideravano arrivare ad una situazione in cui si fossero stabiliti governi democratici il ​​piùpiù ampiamente possibile, permettendo così ad essi stessi di risolvere pacificamente le differenze attraverso organizzazioni internazionali.<ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 156}}.</ref> Altri osservano che le potenze atlantiche erano comunque divise nella loro visione del nuovo mondo postbellico. Gli obiettivi di Roosevelt, e cioè la vittoria militare in Europa e in Asia, il raggiungimento della supremazia economica americana globale sull'impero britannico e la creazione di un'organizzazione mondiale per la pace, apparivano maggiormente globali e ambiziosi rispetto a quelli di Churchill, che si concentrava principalmente sul controllo del Mediterraneo, assicurando così la sopravvivenza dell'[[Impero britannico]] e l'indipendenza dei paesi dell'Europa centrale e orientale in modo che fungessero da cuscinetto tra i sovietici e il Regno Unito.<ref Name=Plokhy>{{cita|Plokhy, 2010}}.</ref>
 
L'Unione Sovietica tentò di dominare gli affari interni dei paesi che la circondavano.<ref name="Gaddis13-23" /><ref>{{cita|Gaddis, 1990|p. 176}}.</ref> Durante la guerra, Stalin aveva creato centri di addestramento speciali per i comunisti dei diversi paesi, in modo che potessero formare forze segrete di polizia fedeli a Mosca non appena l'Armata Rossa fosse arrivata. Gli agenti sovietici assunsero il controllo dei media, in particolare della radio e rapidamente esautorarono tutte le istituzioni civili indipendenti, dai gruppi giovanili alle scuole, alle chiese e ai partiti politici rivali.<ref>{{en}} Max Frankel, "Stalin's Shadow," [https://www.nytimes.com/2012/11/25/books/review/iron-curtain-by-anne-applebaum.html?pagewanted=all&_r=0 ''New York Times'' 21 Nov 2012] revisore Anne Applebaum, ''Iron Curtain: The Crushing of Eastern Europe, 1944–1956'' (2012), Vedi introduzione, testo dopo la nota 26, e capitolo 3, 7–9</ref> Stalin cercò, tuttavia, anche la pace con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, sperando di concentrarsi sulla ricostruzione interna e sulla crescita economica.<ref>{{cita|Heller, 2006|p. 27}}.</ref>