Culto religioso nell'antica polis reggina: differenze tra le versioni

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== Culto di Apollo ==
 
L'esistenza di una festa annuale dedicata dai Reggini ad Apollo, alla quale partecipavano anche gli abitanti della dirimpettaia città di [[Messina|Messana]], ci viene tramandata da [[Pausania il Periegeta|Pausania]] che riporta la notizia che ogni anno una nave da Messina portava a Reggio un coro di trentacinque giovani, guidati da un maestro e da un flautista. Il coro partecipava ad una festa dei reggini, ma accadde che la nave con a bordo il coro si inabissò nello [[Stretto di Messina|stretto]] per il mare in tempesta e i suoi passeggeri trovarono la morte. Se non fosse accaduto quell'evento tragico probabilmente non si avrebbe avuta notizia di questa solenne festa. Secondo Friedrich Wilhelm Schneidewin<ref>Friedrich Wilhelm Schneidewin (1810-1856) fu uno studioso tedesco dell'età classica</ref>, la festa si svolgeva probabilmente in onore di [[Apollo]] e [[Artemide]].
La festa durava circa due mesi ed era fondata sulla centralità del culto di Apollo nella vita della polis reggina.
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== Culto di Artemide ==
 
Il culto di [[Artemide]], dea della caccia, era vivo a Reggio col nome di Artemis Phakelitis (da phakelon, fasci di sarmenti, vegetali delle paludi). Il culto di Artemide è strettamente collegato a quello del fratello divino, Apollo, e alla tradizione stessa della fondazione della città. [[Strabone]] narra che a fondare la città furono un gruppo di calcidesi insieme ad alcuni Messeni che erano stati allontanati dalla madrepatria perché avevano preso le difese di Spartani che avevano attaccato loro concittadini colpevoli di aver abusato un gruppo di fanciulle spartane che si stavano recando a compiere sacrifici nel tempio di Artemis Limnatis, al confine tra [[Messenia]] e [[Laconia]]. Apollo, mediante l'oracolo di Delfi, aveva ordinato ai profughi messeni di portare i calcidesi a Reggio e di ringraziare Artemide così sarebbero scampati alla rovina della loro patria che doveva essere, di lì a poco, conquistata dagli [[Spartani]]. [[Tucidide]]<ref>VI 44, 2-3</ref> menziona a Rhegion la presenza di un santuario di Artemide situato al di fuori delle mura della polis. Il tempio di Artemide, prossimo alla tomba dell'ecista mitico della città, [[Iocasto|Iokastos]], era allocato alla base del Promontorio Artemisio, divenuto poi Punta Calamizzi. Quel promontorio era la fonte della ricchezza di Reggio, perché proteggeva il porto della città dai venti dei quadranti meridionali, pericolosi per la navigazione nello Stretto. Situato a sud della città, ospitava, in periodo bizantino, il monastero di San Nicola di Calamizzi e la chiesa di San Giorgio Drakoniaratis<ref>[http://www.lavocedifiore.org/SPIP/article.php3?id_article=2736] Fonte</ref>.
 
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Il ritrovamento di un frammento di un architrave che riporta un'iscrizione in latino "''Q. Fabius Titiani lib. Ingenuus"'' e ''"Fabia Candida sacrorum"'' dimostra l'esistenza di un tempio edificato in onore delle divinità [[Iside]] e [[Serapide]]. Il ritrovamento di alcune terrecotte raffiguranti [[Attis]] che suona la siringa, col tipico copricapo frigo, testimoniano il culto per [[Cibele]], venerata come [[Grande Madre]].
 
== Note ==
<references/>
 
== Voci correlate ==
* [[Reggio Calabria]]
* [[Storia di Reggio Calabria]]
 
== Note ==
<references/>
 
[[Categoria:Magna Grecia]]