Storia del fascismo italiano: differenze tra le versioni

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=== Corruzione e tangenti nel regime ===
Nel [[1936]] Galeazzo Ciano fu nominato [[Ministero degli affari esteri|Ministro degli affari esteri]], subentrando, nella carica, allo stesso Mussolini (sottosegretario, dal 1932 al 1936, era stato [[Fulvio Suvich]], che in ossequio alla nuova linea di politica estera del Duce era stato "allontanato" in qualità di ambasciatore a [[Washington]], così come [[Dino Grandi|Grandi]], quattro anni prima, era stato «spedito» ambasciatore a [[Londra]]). In tale veste Galeazzo Ciano maneggiava molto denaro, in questo caso dei cittadini. Soldi serviti alla causa del fascismo.<ref>{{cita|Mario Guarino|p. 127: I Soldi Dei Vinti."}}</ref>
 
Il Duce, nel corso del confino a Ponza e alla Maddalena (25 luglio 1943), in totale isolamento, sul suo blocco per appunti, fa una lunga serie di riflessioni. Tra queste, annota: "Stento a credere che in casa Farinacci si siano trovati 80 kg d'oro...".<ref>{{cita|Mario Guarino|p. 127: I Soldi Dei Vinti."}}</ref> L'orgia del potere nel regime fascista non conosceva limiti<ref>{{cita|Mario Guarino|p. 127: I Soldi Dei Vinti."}}</ref>: a Milano, il segretario federale del Fascio, Mario Giampaoli, e il podestà Ernesto Belloni si arricchiscono con le ''mazzette'' degli industriali e con i lavori pubblici per il restauro della celebre Galleria, coperti dall’amicizia col [[Arnaldo Mussolini|fratello di Mussolini]].<ref>{{cita|Mario Josè Cereghino, Giovanni Fasana|Tangentopoli Nera."}}</ref>