Politica dell'Iraq: differenze tra le versioni

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Nella politica irachena vi sono poi gruppi di importanza minore, come le piccole minoranze turca e cristiana caldea, insediate in regioni ristrette del nord del paese (come la città di [[Kirkuk]]), o
alcuni piccoli partiti (come i [[Congresso della Libertà in Iraq|comunisti]]) non legati a gruppi etnici, religiosi o tribali.
 
== Elezioni costituenti del 30 gennaio 2005 ==
{{vedi anche|Elezioni parlamentari in Iraq del gennaio 2005}}
In un passaggio importante della transizione dal controllo straniero all'autodeterminazione, gli iracheni votarono per l'Assemblea Nazionale Irachena (rinominata Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq dopo il referendum costituzionale dell'ottobre 2005), un nuovo organo transitorio composto da 275 membri avente per compito la stesura della nuova costituzione democratica, oltre all'esercizio della funzione legislativa nel frattempo.
 
La partecipazione al voto fu pari al 58% (8,4 milioni di votanti), nonostante il quasi totale boicottaggio della componente sunnita e dei suoi partiti e ben 9 attacchi contro i seggi, che fecero 44 morti. I risultati definitivi furono ufficializzati il 13 febbraio. Dodici liste ottennero seggi all'Assemblea Nazionale. Il 48,2% dei voti e la maggioranza dei seggi (140) andarono a due partiti che rappresentavano la componente sciita ([[SCIRI]]: [[Abd al-Aziz al-Hakim]], [[Partito Islamico Da'wa|Daʿwa]]: [[Ibrahim al-Ja'fari]]), riuniti nella [[Alleanza Unita Irachena]], tacitamente sostenuta dal Grande [[Ayatollah]] [[Ali al-Sistani]]. Anche la comunità curda fu ben rappresentata con il 25,7% dei voti e 75 seggi per la [[Alleanza Patriottica Democratica del Kurdistan]], che riuniva i due principali partiti curdi ([[Unione Patriottica del Kurdistan|UPK]]: [[Jalal Talabani]], [[Parito Democratico del Kurdistan|PDK]]: [[Mas'ud Barzani]]). La [[Lista Irachena]], guidata dal primo ministro [[Iyad Allawi]], giunse terza con il 13,8% dei voti e 40 seggi. Nessun'altra lista superò il 2%: nel complesso ottennero 20 seggi.
 
== Elezioni provinciali del 30 gennaio [[2005]] ==
Simultaneamente alle elezioni costituenti si tennero le elezioni dei consigli dei 18 governatorati (41 seggi in ciascun consiglio, 51 a Baghdad). I sunniti boicottarono anche queste elezioni. Liste sciite vinsero in 11 province, inclusa Baghdad. Liste curde vinsero in 5 province ([[Arbil]], Dahuk, Ninawa (Ninive), [[Sulaymaniyya]], al-Tamim). Liste sunnite vinsero in una provincia (al-Anbar). Non ebbe un chiaro vincitore una provincia (Salah al-Din). In questa data si elessero anche i 111 consiglieri della regione autonoma del Kurdistan iracheno.
 
 
== La nuova costituzione (2005) ==
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Primo ministro: [[Jawad al-Maliki]] (sciita, [[Partito Islamico Da'wa|Daʿwa]]) (2006)
 
== Elezioni costituenti del 30 gennaio 2005 ==
{{vedi anche|Elezioni parlamentari in Iraq del gennaio 2005}}
In un passaggio importante della transizione dal controllo straniero all'autodeterminazione, gli iracheni votarono per l'Assemblea Nazionale Irachena (rinominata Consiglio dei Rappresentanti dell'Iraq dopo il referendum costituzionale dell'ottobre 2005), un nuovo organo transitorio composto da 275 membri avente per compito la stesura della nuova costituzione democratica, oltre all'esercizio della funzione legislativa nel frattempo.
 
La partecipazione al voto fu pari al 58% (8,4 milioni di votanti), nonostante il quasi totale boicottaggio della componente sunnita e dei suoi partiti e ben 9 attacchi contro i seggi, che fecero 44 morti. I risultati definitivi furono ufficializzati il 13 febbraio. Dodici liste ottennero seggi all'Assemblea Nazionale. Il 48,2% dei voti e la maggioranza dei seggi (140) andarono a due partiti che rappresentavano la componente sciita ([[SCIRI]]: [[Abd al-Aziz al-Hakim]], [[Partito Islamico Da'wa|Daʿwa]]: [[Ibrahim al-Ja'fari]]), riuniti nella [[Alleanza Unita Irachena]], tacitamente sostenuta dal Grande [[Ayatollah]] [[Ali al-Sistani]]. Anche la comunità curda fu ben rappresentata con il 25,7% dei voti e 75 seggi per la [[Alleanza Patriottica Democratica del Kurdistan]], che riuniva i due principali partiti curdi ([[Unione Patriottica del Kurdistan|UPK]]: [[Jalal Talabani]], [[Parito Democratico del Kurdistan|PDK]]: [[Mas'ud Barzani]]). La [[Lista Irachena]], guidata dal primo ministro [[Iyad Allawi]], giunse terza con il 13,8% dei voti e 40 seggi. Nessun'altra lista superò il 2%: nel complesso ottennero 20 seggi.
 
== Elezioni provinciali del 30 gennaio [[2005]] ==
Simultaneamente alle elezioni costituenti si tennero le elezioni dei consigli dei 18 governatorati (41 seggi in ciascun consiglio, 51 a Baghdad). I sunniti boicottarono anche queste elezioni. Liste sciite vinsero in 11 province, inclusa Baghdad. Liste curde vinsero in 5 province ([[Arbil]], Dahuk, Ninawa (Ninive), [[Sulaymaniyya]], al-Tamim). Liste sunnite vinsero in una provincia (al-Anbar). Non ebbe un chiaro vincitore una provincia (Salah al-Din). In questa data si elessero anche i 111 consiglieri della regione autonoma del Kurdistan iracheno.
 
== Referendum costituzionale del 15 ottobre 2005 ==