Fabrizio De André: differenze tra le versioni
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== Stile musicale ==
Fabrizio De André è citato fra i più importanti e poetici cantautori italiani<ref name="Cotto">{{cita libro|titolo=Il grande libro del rock (e non solo)|autore=Massimo Cotto|editore=BUR|anno=2011|pagine=38}}</ref>. La sua canzone d'autore è musicalmente scarna nonché incentrata sulle melodie e sulla voce profonda.<ref name=Thema>I nostri cantautori; pag. 106</ref><ref name=GT/> Sempre prediligendo il formato della ballata,<ref>Monti, Di Pietro; pag. 168</ref> De André ha proposto inizialmente un repertorio di canzoni che fanno prevalentemente leva sulla sola chitarra e pochi contrappunti. Col passare del tempo, ha sempre più preso le distanze dalla canzone d'autore francese di [[Georges Brassens]], suo artista di riferimento, dando vita "a un certo nuovo modo di far poesia in canzone".<ref name=Thema/> Altri musicisti a cui si è ispirato sono [[Leonard Cohen]], [[Bob Dylan]] e importanti figure letterarie quali Edgar Lee Masters<ref>Monti, Di Pietro; pag. 164</ref> preso a modello per l'album ''Non al denaro non all'amore né al cielo'' (1971). I suoi testi anticonvenzionali parlano di temi quali l'arroganza del [[potere]], la marginalità e il [[Sessualità|sesso]]<ref>Monti, Di Pietro; pag. 165</ref> non tralasciando elementi di cronaca e satira.<ref name=Thema/><ref name=GT/> Per la sua attitudine a cantare gli umili, i [[Povertà|poveri]],
[[File:Targa in Via del Campo.JPG|thumb|Targa intitolata a Fabrizio de André in Via del Campo a Genova, riproducente alcuni versi della [[Volume I (Fabrizio De André)#Via del Campo|canzone omonima]] e l'immagine di copertina dell'album ''[[Mi innamoravo di tutto]]'']]
{{cn|"Gli estimatori di Fabrizio De André ammirano il coraggio morale e la coerenza artistica con cui egli, nella società italiana del dopoguerra, scelse di sottolineare i tratti nobili e universali degli emarginati, affrancandoli dal "ghetto" degli indesiderabili e mettendo a confronto la loro dolorosa realtà umana con la cattiva coscienza dei loro accusatori."}}. «Il cammino artistico di Fabrizio De André ebbe inizio sulla pavimentazione sconnessa e umida del carruggio di [[Via del Campo (Genova)|Via del Campo]], prolungamento della famosa Via Pré, strada tanto proibita di giorno quanto frequentata la notte. È in quel ghetto di umanità platealmente respinta e segretamente bramata che avrebbero preso corpo le sue ispirazioni; di ghetto in ghetto, dalle prostitute alle minoranze etniche, passando per diseredati, disertori, bombaroli e un'infinità d'altre figure. Nella sua antologia di "vinti", dove l'essenza delle persone conta più delle azioni e del loro passato, De André raggiunse risultati poetici che oggi gli vengono ampiamente riconosciuti»<ref name="contesto"/>.
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