Politica dell'Iraq: differenze tra le versioni

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{{C|Nel secondo capoverso è affermato che: dal 19 fino ad aprile [[2003]] l'Iraq è stato una repubblica dittatoriale governata dal Partito di Rinascita Araba Socialista ([[Baath|Baʿth]]). Tuttavia nella voce relativa al partito ([[Baath|Baʿth]]) è indicato come anno di fondazione il 1947. Certamente c'è un errore nel testo.|Storia|Novembre 2016}}
L'[[Iraq]] è diventato indipendente dal [[Regno Unito]] nel [[1932]]. Per un breve periodo nel [[1958]] ha formato una federazione con la [[Giordania]] come Unione Araba.
 
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Dovrà essere tenuto prima del 30 luglio 2009 un referendum nazionale sulla richiesta di un ritiro più rapido delle truppe americane. Se approvata, le truppe americane dovrebbero ritirarsi entro luglio 2010, un orizzonte temporale già proposto dal neo-presidente [[Barack Obama]] nella sua campagna elettorale.
 
== Elezioni parlamentari del 217 gennaiomarzo 2010 ==
{{vedi anche|Elezioni parlamentari in Iraq del 2010}}
Le elezioni parlamentari in Iraq del 21 gennaio 2010 ebbero come fine il rinnovo dell'Assemblea nazionale irachena, precedentemente eletta nel dicembre 2005. Le migliori condizioni di sicurezza hanno consentito una piena partecipazione dei sunniti, inoltre una modifica della legge elettorale ha permesso di rendere noti i nomi dei candidati nelle liste, e quindi di esprimere un voto di preferenza. I principali temi della campagna elettorale sono stati la lotta alla corruzione e il rafforzamento dello stato di diritto, gli investimenti pubblici in infrastrutture, la lotta alla disoccupazione in tempi di crisi, il bilancio pubblico gravato da una riduzione delle entrate a causa del calo dei prezzi del petrolio nella seconda metà del 2008.
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== Elezioni parlamentari del 30 aprile 2014 ==
{{vedi anche|Elezioni parlamentari in Iraq del 2014}}
Le elezioni si svolsero in un contesto di instabilità e violenza, mentre proseguivano gli attentati terroristici in tutto il Paese e gli insorti iracheni avanzavano dalle città di [[Falluja]] e [[Ramadi]] nel [[governatorato di al-Anbar]], stringendo alleanze con gli insorti siriani <ref>{{cita web|lingua =en|url=http://www.nation.com.pk/international/22-Apr-2014/iraq-attacks-kill-23-as-election-looms |titolo=Iraq attacks kill 23 as election looms|site=AFP|data=22 aprile 2014}}.</ref>. Nei territori da loro controllati, fu impedito alla popolazione di prendere parte alle elezioni <ref >{{cita web|lingua=en|url=http://www.dailysabah.com/opinion/2014/04/16/elections-in-iraq-and-uncertainty |titolo=Elections in Iraq and uncertainty|rivista=Daily Sabah|data=15 aprile 2014}}.</ref>.
 
La campagna elettorale fu dominata dalla questione della sicurezza e del ristabilimento della pace, mentre i temi economico-sociali, come le carenze di servizi pubblici essenziali, passarono in secondo piano. I media locali si focalizzarono sulle accuse reciproche tra i candidati e sugli scandali piuttosto che su temi politici<ref>{{cita web|lingua=en|url=http://www.al-monitor.com/pulse/originals/2014/04/iraq-elections-absence-electoral-programs.html#|titolo=Iraqi elections: all talk, no walk|rivista=Al Monitor|data=17 aprile 2014}}.</ref>, inoltre i candidati facevano spesso appello alle origini etniche, religiose e tribali del loro elettorato di riferimento, con un'impostazione tipicamente settaria <ref>{{cita web|lingua =en|url=http://gulfnews.com/news/region/iraq/iraq-parties-jump-the-gun-on-election-campaign-1.1310053|titolo =Iraq parties jump the gun on election campaign|rivista = AFP|data=29 marzo 2014}}.</ref>.
 
Il governo del premier uscente [[Nuri al-Maliki]] ([[Partito Islamico Da'wa|Partito della Da'wa]]), attraverso una legge che consente l'esclusione dei candidati "di cattiva fama", impedì la candidatura di diversi esponenti dell'opposizione<ref>{{cita web|url=https://www.reuters.com/article/2014/03/25/us-iraq-vote-idUSBREA2O1T020140325|titolo=Iraq electoral commission resigns en masse weeks before vote|data=25 marzo 2014|lingua=en|rivista=Reuters}}.</ref>.
== Elezioni parlamentari del 12 maggio2018 ==
 
Le elezioni videro la riconferma del Partito dell'Appello, che tuttavia dovette associarsi anche con i partiti curdi e sunniti per ottenere la maggioranza dei due terzi necessaria all'elezione del Presidente, [[Fu'ad Ma'sum]], il quale incaricò [[Haider al-Abadi]] di formare il nuovo governo. Il governo si insediò l'8 settembre 2014, con un'ampia coalizione della maggior parte dei partiti politici.
 
== Elezioni parlamentari del 12 maggio2018maggio 2018 ==
{{vedi anche|Elezioni parlamentari in Iraq del 2018}}
Il governo del premier uscente [[Haydar al-'Abadi]], il cui mandato scadeva nel settembre 2017, fu prolungato fino al 2008 a causa del protrarsi della [[Guerra civile in Iraq|guerra civile]] contro lo [[Stato Islamico]] nelle regioni settentrionali del Paese. La guerra fu dichiarata conclusa ufficialmente il 9 dicembre 2017, consentendo la ripresa del processo elettorale e lo svolgimento delle elezioni il 12 maggio<ref>{{cita web |titolo=Législatives en Irak : « C’est l’une des plus importantes élections depuis longtemps » |url=https://www.la-croix.com/Monde/Moyen-Orient/Legislatives-Irak-Cest-lune-importantes-elections-longtemps-2018-04-10-1200930442 |rivista=La Croix |data=10 aprile 2018 |issn=0242-6056 |accesso=19 maggio 2018 }}.</ref>.
 
I risultati elettorali hanno visto l'affermazione come primo partito del [[Muqtada al-Sadr|Movimento sadrista]]; nonostante le polemiche su possibili brogli elettorali, il riconteggio parziale dei voti conferma i risultati precedenti, che vedono l'assegnazione alla coalizione sadrista Saarun di 54 seggi su 329. [[Muqtada al-Sadr]] viene dunque incaricato di formare un governo di coalizione<ref>{{cita web |titolo=Législatives en Irak : la victoire de Moqtada Al-Sadr confirmée par les résultats définitifs |url=https://www.lemonde.fr/moyen-orient-irak/article/2018/05/19/legislatives-en-irak-la-victoire-de-moqtada-al-sadr-confirmee-par-les-resultats-definitifs_5301382_1667109.html |rivista= le Monde |data=19 maggio 2018}}.</ref>.
 
Nonostante gli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]] abbiano cercato di influenzare le trattative affinché si formasse un governo di coalizione con i partiti filo-occidentali <ref>{{cita web |titolo=Début de tractations compliquées en Irak |url=https://www.lesechos.fr/monde/afrique-moyen-orient/0301679781830-debut-de-tractations-compliquees-en-irak-2176084.php |rivista=Les Échos |data=15 maggio 2018}}.</ref>, il 12 giugno la corrente sadrista annunciò un accordo di coalizione con l'Alleanza Fatah di [[Hadi al-Ameri]], partito vicino all'[[Iran]]; essa si aggiungeva a precedenti accordi con i partiti Alleanza della saggezza nazionale di Ammar al-Hakim e Al-Wataniya di [[Iyad Allawi]], consentendo di raggiungere la maggioranza parlamentare con 141 seggi <ref>{{cita web |titolo=Alliance gouvernementale surprise entre Moqtada Sadr et une liste proche de l'Iran |url=https://www.lorientlejour.com/article/1120656/alliance-gouvernementale-surprise-entre-moqtada-sadr-et-une-liste-proche-de-liran.html |rivista=L'Orient-Le Jour |data=13 giugno 2018 |accesso=12 giugno 2018}}.</ref>.
 
Il 23 giugno anche la coalizione del Primo ministro uscente si aggiunse alla coalizione <ref>{{cita web |titolo=Irak : coalition entre le premier ministre Abadi et le religieux chiite Sadr |url=https://ici.radio-canada.ca/nouvelle/1108920/irak-election-coalition-abadi-sadr |site=Radio-Canada.ca |data=23 giugno 2018 |accesso=1° luglio 2018}}.</ref>, ma l'8 settembre, a seguito di rivolte a [[Bassora]], la corrente sadrista e la coalizione Fatah invocarono le dimissioni di Abadi <ref>{{cita web|titolo=Irak: les deux principales listes au Parlement réclament la démission du Premier ministre|url=https://www.lorientlejour.com/article/1133457/irak-la-liste-de-moqtada-sadr-demande-la-demission-du-premier-ministre.html|rivista=L'Orient-Le Jour|accesso=9 settembre 2018}}.</ref>.
 
== Note ==