Caterina Sforza: differenze tra le versioni

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== Famiglia d'origine ==
Il capostipite degli [[Sforza]], [[Giacomo Attendolo|Muzio]] Attendolo (detto appunto "lo Sforza"), faceva parte di una famiglia della nobiltà minore residente a [[Cotignola]]<ref>Cecilia Brogi. ''Caterina Sforza'', Arezzo, Alberti & C.Editori, 1996, p. 9.</ref>, dove i genitori, Giacomo Attendolo ed Elisa de' Petrascini, si dedicavano all'attività [[Contadino|contadina]]. Muzio, all'età di tredici anni, scappò di casa con un cavallo rubato al padre, per seguire i [[Soldato|soldati]] di [[Boldrino da Panicale]]<ref>Brogi, p. 11</ref>, che passava da quelle parti per cercare nuove reclute, e, poco tempo dopo, passò nella compagnia di ventura di [[Alberico da Barbiano]], il quale lo soprannominò "Lo Sforza"<ref>Le origini del soprannome "Sforza" sono riportate in modo diverso dalle varie fonti: alcune si riferiscono direttamente alla forza fisica di Muzio, altre al suo carattere testardo e violento.</ref>, e divenne uno dei condottieri più noti del suo tempo, ponendosi al servizio di diverse città d'[[Italia]], dal nord al centro, fino a quella di [[Napoli]].
 
Anche suo figlio [[Francesco Sforza]] si distinse nell'esercitare la carriera di [[condottiero]], fino ad essere considerato dai contemporanei uno dei migliori. Grazie alla sua abilità politica riuscì ad avere in sposa [[Bianca Maria Visconti|Bianca Maria]], figlia di [[Filippo Maria Visconti]], ultimo [[duca]] della famiglia [[Visconti]] di Milano. Bianca Maria seguì sempre il marito nella sua attività di condottiero e condivise con lui le decisioni politiche ed amministrative. Fu proprio grazie al suo [[matrimonio]] con l'ultima rappresentante della dinastia Visconti, che Francesco venne riconosciuto come Duca di Milano nel [[1450]], quando l'[[Aurea Repubblica Ambrosiana]] terminò di esistere.