William Howard Taft: differenze tra le versioni

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Nel [[1900]] Taft, che all'epoca egli faceva parte del Dipartimento Giuridico dell'Università di Cincinnati, ebbe dal [[William McKinley|Presidente McKinley]] l'incarico di governatore civile delle [[Filippine]] in previsione della guerra contro la [[Spagna]]. Ottenuto il governo effettivo dell'arcipelago filippino il [[4 luglio]] [[1901]], il nuovo governatore americano svolse il suo incarico in maniera efficiente in tutti i campi, rifondando l'assetto civile dell'ex-colonia spagnola, oramai sotto controllo statunitense, e risolvendo anche la difficile questione delle proprietà ecclesiastiche, conducendo con notevole abilità diplomatica le trattative con i cattolici e la [[Santa Sede]], fatto per cui compì un viaggio diplomatico a [[Roma]] nell'[[estate]] del [[1902]], incontrando in [[Vaticano]] il pontefice [[Leone XIII]] per dirimere la questione filippina.
 
Nel [[1904]] il presidente [[Theodore Roosevelt]], successore di McKinley, con il quale in quegli anni ebbe un eccellente rapporto, gli diede l'incarico di Segretario alla Guerra. Sotto l'[[Theodore Roosevelt|Amministrazione Roosevelt]] Taft venne inoltre nominato per un breve periodo ([[28 settembre]]-[[13 ottobre]] [[1906]]) [[Capi di Stato di Cuba|Governatore Provvisorio di Cuba]]: inizialmente era stato inviato nell'isola per sedare il contrasto tra il presidente cubano [[ThomásTomás Estrada de Palma]] e i suoi oppositori politici, che lo avevano accusato di brogli elettorali per la sua rielezione, ma quando Palma rifiutò di intavolare trattative se i suoi avversari non avessero prima deposto le armi, allora, dietro direttive del governo federale e con l'appoggio di 200 [[marines]] appena sbarcati, instaurò un governo provvisorio di cui lui stesso fu a capo. Poco tempo dopo, nel [[1907]], gli venne affidata la direzione dei lavori del [[Canale di Panama]], interrotti qualche tempo prima, dove dimostrò nuovamente una certa perizia.
 
Roosevelt ammirava molto il professore dell'[[Ohio]] e aveva in lui fiducia totale, tanto che, al termine del suo mandato, si era formato la convinzione che egli sarebbe stato il suo miglior successore, finendo per rifiutare tutte le proposte per una terza candidatura (governare per più di due mandati era eventualità plausibile ma mai attuata da nessun presidente fino ad allora, per una legge non scritta stabilita da [[George Washington|Washington]]). Questo spianò di fatto la strada a Taft, che vinse nettamente le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1908|elezioni presidenziali del 1908]], superando il candidato del [[Partito Democratico]], [[William Jennings Bryan]], che ebbe 162 voti dei Grandi Elettori, contro i 321 di Taft.