William Howard Taft: differenze tra le versioni

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William Howard Taft nacque a [[Cincinnati]], in [[Ohio]], il [[15 settembre]] [[1857]] da una famiglia molto conosciuta: infatti suo padre, [[Alphonso Taft]], era stato Ministro della Giustizia sotto l'[[Ulysses S. Grant|Amministrazione Grant]] e aveva anche svolto incarichi diplomatici a [[Vienna]] e a [[San Pietroburgo]], mentre sua madre, Louise Taft, era la sua seconda moglie.
 
Da giovane Taft studiò [[diritto]] al [[Cincinnati College]], laureandosi e ottenendo l'abilitazione all'esercizio dell'attività forense nel [[1880]]. Due anni dopo, il giovane avvocato fu nominato ''internal revenue'', ossia ricevitore dei proventi interni per il primo distretto dell'[[Ohio]]; tornato semplice avvocato, Taft venne nominato giudice della Corte suprema del suo [[Stato]], mentre, nel [[1890]], il presidente [[Benjamin Harrison]] lo creò avvocato generale all'interno del gabinetto federale, segnalandosi favorevolmente. Nel [[1892]] divenne giudice federale: in questa veste mostrò un notevole coraggio emettendo sentenze sfavorevoli alle organizzazioni sindacali e vantaggiose invece per i "[[crumiro|crumiri]]".
"[[crumiri]]".
 
=== Incarichi politici ===
Nel [[1900]] Taft, che all'epoca egli faceva parte del Dipartimento Giuridico dell'Università di Cincinnati, ebbe dal [[William McKinley|Presidente McKinley]] l'incarico di governatore civile delle [[Filippine]] in previsione della guerra contro la [[Spagna]]. Ottenuto il governo effettivo dell'arcipelago filippino il [[4 luglio]] [[1901]], il nuovo governatore americano svolse il suo incarico in maniera efficiente in tutti i campi, rifondando l'assetto civile dell'ex-colonia spagnola, oramai sotto controllo statunitense, e risolvendo anche la difficile questione delle proprietà ecclesiastiche, conducendo con notevole abilità diplomatica le trattative con i cattolici e la [[Santa Sede]], fatto per cui compì un viaggio diplomatico a [[Roma]] nell'[[estate]] del [[1902]], incontrando in [[Vaticano]] il pontefice [[Leone XIII]] per dirimere la questione filippina.
 
Nel [[1904]] il presidente [[Theodore Roosevelt]], successore di McKinley, con il quale in quegli anni ebbe un eccellente rapporto, gli diede l'incarico di Segretario alla Guerra. Sotto l'[[Theodore Roosevelt|Amministrazione Roosevelt]] Taft venne inoltre nominato per un breve periodo ([[28 settembre]]-[[13 ottobre]] [[1906]]) [[Capi di Stato di Cuba|Governatore Provvisorio di Cuba]]: inizialmente era stato inviato nell'isola per sedare il contrasto tra il presidente cubano [[Tomás Estrada Palma]] e i suoi oppositori politici, che lo avevano accusato di brogli elettorali per la sua rielezione, ma quando Palma rifiutò di intavolare trattative se i suoi avversari non avessero prima deposto le armi, allora, dietro direttive del governo federale e con l'appoggio di 200 [[United States Marine Corps|marines]] appena sbarcati, instaurò un governo provvisorio di cui lui stesso fu a capo. Poco tempo dopo, nel [[1907]], gli venne affidata la direzione dei lavori del [[Canale di Panama]], interrotti qualche tempo prima, dove dimostrò nuovamente una certa perizia.
 
Roosevelt ammirava molto il professore dell'[[Ohio]] e aveva in lui fiducia totale, tanto che, al termine del suo mandato, si era formato la convinzione che egli sarebbe stato il suo miglior successore, finendo per rifiutare tutte le proposte per una terza candidatura (governare per più di due mandati era eventualità plausibile ma mai attuata da nessun presidente fino ad allora, per una legge non scritta stabilita da [[George Washington|Washington]]). Questo spianò di fatto la strada a Taft, che vinse nettamente le [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1908|elezioni presidenziali del 1908]], superando il candidato del [[Partito Democratico (Stati Uniti d'America)|Partito Democratico]], [[William Jennings Bryan]], che ebbe 162 voti dei Grandi Elettori, contro i 321 di Taft.
 
=== La presidenza ===
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Ciò lo portò ad appoggiare amministrazioni poco democratiche o palesemente dittatoriali, alienandosi così le simpatie di gran parte dell'opinione pubblica. Inoltre, verso la fine del suo mandato, gli esponenti più conservatori del Partito Repubblicano riuscirono a prendere il sopravvento sul debole carattere di Taft, creando disagio all'interno del Partito. I rapporti con Roosevelt si deteriorarono quasi subito, quando il presidente americano silurò il ''chief forester'' (capo forestale), [[Gifford Pinchot]], che aveva accusato il Segretario agli Interni di essere contrario alla politica di conservazione dei boschi, perseguita da Roosevelt. Tuttavia, fu la sostituzione di [[James A. Garfield|James Garfield]] come responsabile per l'Amministrazione degli Affari Interni che provocò la definitiva rottura fra Taft e il suo predecessore.
 
Alla scadenza del mandato di Taft, Roosevelt decise dunque di riproporre la propria candidatura, proponendo una nuova formazione politica, il [[Partito Progressista (1912)|Partito Progressista]]. Questo voltafaccia politico provocò la definitiva caduta di Taft, che alle [[Elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America del 1912|presidenziali del 1912]] si piazzò addirittura terzo (8 voti dei Grandi Elettori), dietro il democratico [[Thomas Woodrow Wilson|Woodrow Wilson]] (eletto presidente con 435 voti), e lo stesso Roosevelt, che raccolse 88 voti.
 
=== Ultimi anni ===