Epatite B: differenze tra le versioni

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== Cenni storici ==
 
La prima testimonianza di un'epidemia provocata dal virus dell'epatite B la si deve a Lürman nel [[1885]]<ref>{{Cita pubblicazione |autore=Lürman A. |titolo=Eine icterus epidemic |rivista=Berl Klin Wochenschr. |volume=22 |pp=20–3 |anno=1885 |lingua=de}}</ref>. Un'epidemia di [[vaiolo]] si era verificata a [[Brema]] nel 1883 tra i 1.289 dipendenti di un cantiere che erano stati [[vaccinazione|vaccinati]] con il [[Siero sanguigno|siero]] di altre persone. Dopo diverse settimane, e fino a otto mesi più tardi, 191 dei lavoratori vaccinati si ammalò di itterizia e fu loro diagnosticata epatite da siero. Gli altri dipendenti che erano stati inoculati con differenti lotti di siero rimasero sani. Uno scritto di Lürman, oggi considerato un classico esempio di [[studio clinico|studio epidemiologico]], dimostrò che il siero contaminato era stato l'origine del focolaio. In seguito, numerosi focolai simili furono riportati a seguito dell'introduzione, nel 1909, di [[ago (siringa)|aghi ipodermici]] che venivano riutilizzati per il trattamento della [[sifilide]]. Il virus non fu comunque scoperto fino al [[1965]], quando [[Baruch Blumberg]], che allora lavorava presso il ''[[National Institutes of Health]]'', scoprì l'[[HBsAg|antigene Australia]] (più tardi conosciuto per essere [[antigene]] di superficie dell'epatite B, o HBsAg) nel sangue di [[australiani aborigeni]]<ref>{{Cita pubblicazione|autore= Alter H|coautori=Blumberg BS|anno=1966|titolo=Further studies on a "new" human isoprecipitin system (Australia antigen)|rivista=Blood|volume=27| numero=3|pp=297–309|pmid=5930797}}</ref>. Un virus era comunque stato sospettato a partire dallo studio pubblicato da MacCallum nel [[1947]]<ref>{{Cita pubblicazione |autore=MacCallum, F.O. |titolo=Homologous serum hepatitis |rivista=Lancet |volume=2 |p=691 |anno=1947 }}</ref>. Nel 1970, grazie al [[microscopio elettronico]] venne visualizzato il virus e nei primi [[anni 1980|anni ottanta]] il genoma del virus è stato sequenziato<ref>{{Cita pubblicazione|autore=Galibert F|coautori=Mandart E, Fitoussi F, Tiollais P, Charnay P|titolo=Nucleotide sequence of the hepatitis B virus genome (subtype ayw) cloned in E. Coli|rivista=Nature|volume=281|numero=5733|p=646|anno=1979|doi=10.1038/281646a0|pmid=399327|bibcode = 1979Natur.281..646G }}</ref> e furono testati i primi vaccini<ref>{{Cita pubblicazione|titolo=Hepatitis B vaccine|rivista=Lancet|numero=8206|volume=2|data=6 dicembre 1980|pp=1229–1230|pmid=6108398}}</ref>.
 
== Epidemiologia ==