La locandiera: differenze tra le versioni

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Il cameriere Fabrizio è molto geloso di Mirandolina, la quale riceve addirittura in dono dal cavaliere una boccetta d'oro che però getta con disprezzo in un cesto. Il cavaliere, dilaniato da sentimenti contrastanti, non vuole far sapere di essere oggetto dei raggiri di una donna, ma allo stesso tempo spera di poterla avere per sé. Quando conte e marchese lo accusano di essersi innamorato della donna, l'orgoglio ferito del cavaliere esplode in una disputa che rischia di culminare in tragedia. Ma ancora una volta l'abile e teatrato intervento della stessa locandiera impedisce che si venga alle spade: prima di partire, il cavaliere riconosce così che per vincere l'infausto potere seduttivo femminile non basta disprezzarlo, ma è necessario fuggirlo. Il marchese, accortosi della boccetta nel cesto e credendola di scarso valore, se ne appropria e la regala poi a Dejanira, una commediante arrivata alla locanda.
 
Dato che l'innamoramento del cavaliere è diventato cosa pubblica, la vendetta di Mirandolina è finalmente compiuta, ma ciò comporta il risentimento sia del conte sia del marchese che, gelosi, pensano di lasciare la locanda per vendicarsi. La donna riconosce di avere provocato troppo il cavaliere e quindi, quando questi va in escandescenze, decide di risolvere la questione sposando Fabrizio, come le aveva consigliato il padre in punto di morte. Mirandolina non lo ama veramente, ma decide di approfittare del suo aiuto sapendo che il matrimonio non sarà un vero ostacolo per la sua libertà.
 
La donna riconosce di avere provocato troppo il cavaliere e quindi, quando questi va in escandescenze, decide di risolvere la questione sposando Fabrizio, come le aveva consigliato il padre in punto di morte. Mirandolina non lo ama veramente, ma decide di approfittare del suo aiuto sapendo che il matrimonio non sarà un vero ostacolo per la sua libertà.
 
Il cavaliere lascia la scena furioso e Mirandolina promette a Fabrizio che se la sposerà, lei rinuncerà al suo vizio di far innamorare altri uomini per vanità. Il conte e il marchese, in occasione del lieto evento, accettano di buona grazia la decisione di Mirandolina, la quale chiede loro di cercar rifugio presso un'altra locanda. La scena si conclude quando lei, rientrata in possesso della boccetta donatale dal cavaliere, si rivolge al pubblico e lo esorta a non lasciarsi mai ingannare dalle lusinghe di una donna. Per finire, si capisce che Fabrizio e Mirandolina si sposeranno; lei avrà così seguito il consiglio datole dal padre prima della morte, ovvero quello di sposare un uomo della sua stessa classe sociale.
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== Dal teatro della commedia dell'arte al teatro d'autore ==
''La locandiera'' è lo stendardo del nuovo [[teatro]] di Goldoni che soppianta gli schemi logori dell'obsoleta [[commedia dell'arte]]. Le [[maschera teatrale|maschere]] che gli [[Attore|attori]] usavano in precedenza per interpretare personaggi fissi vengono soppiantate dal volto stesso dei commedianti, che impersonano il ruolo di personaggi quotidiani e reali. Lo svolgimento della vicenda, prima affidato attraverso un sommario canovaccio all'inventiva degli attori, viene sostituito dall'ordinata sequenza di eventi mirabilmente pianificata da Goldoni, che diventa così il poeta di teatro.

I personaggi di Dejanira e Ortensia, vicini al mondo della commedia dell'arte, vengono descritti come figure capaci di fingere solo sul palco, ma non fuori dalla scena; sono infatti facilmente smascherate dal cavaliere nella loro commedia. Mirandolina, invece, incarna il tipico esempio della nuova commedia di carattere goldoniana, i cui personaggi sono in grado di recitare sul gran teatro del mondo da cui sono tratti: in questo senso incarna l'intento dell'intera riforma teatrale di Goldoni. Questo personaggio, tra l'altro, non è altro che uno sviluppo della maschera di [[Colombina (maschera)|Colombina]] che ritroviamo nella commedia dell'arte; a differenza di quella, però, si tratta di un personaggio differenziato e imprevedibile. Questa tendenza al realismo conferisce alla commedia un volto umano, ed è universalmente valido in ogni tempo rappresentando sulla scena il mondo con le sue contraddizioni.
 
== La commedia nel suo contesto storico ==
Si tratta di un'opera accessibile a tutti, con lo scopo di divertire il pubblico proveniente da qualsiasi ceto sociale; in questo senso, non è un testo particolarmente rappresentativo dell'[[Illuminismo]]. Malgrado ciò, l'opera rispecchia il dibattito sulle classi sociali, così vivo nel Settecento, e può essere considerata proprio in questo contesto storico. Infatti, Mirandolina si preoccupa dei suoi interessi incarnando in un certo senso i nuovi ideali della [[borghesia]] emergente in questo secolo. I nobili, poi, sono rappresentati nella varia articolazione che caratterizzava l'aristocrazia del XVIII secolo: nobili di antica stirpe (nobiltà di spada) ma decaduti e privi di mezzi, nobili ricchi di appoggi e relazioni ma non di denari, borghesi da poco nobilitati (nobiltà di toga) e guardati con disprezzo malcelato dagli altri ceti elevati. Nell'insieme, gli aristocratici rappresentano i parassiti della società che non contribuiscono minimamente al suo sviluppo pretendendo privilegi e servigi, rendendosi ridicoli agli occhi degli spettatori: a differenza di Mirandolina, il Conte e il Marchese non lavorano. Se dal punto di vista sociale la visione di Goldoni fu profondamente critica, lo stesso vale per l'atteggiamento negativo dei nobili nei confronti del drammaturgo. È questa una delle ragioni per cui più tardi Goldoni avrebbe abbandonato Venezia alla volta di [[Parigi]], anche se questa esperienza non avrà gli effetti sperati. Emerge inoltre nella commedia il concetto illuminista di autodeterminazione dell'individuo, particolarmente significativo perché portato avanti da un personaggio femminile.
 
Nell'insieme, gli aristocratici rappresentano i parassiti della società che non contribuiscono minimamente al suo sviluppo pretendendo privilegi e servigi, rendendosi ridicoli agli occhi degli spettatori: a differenza di Mirandolina, il Conte e il Marchese non lavorano. Se dal punto di vista sociale la visione di Goldoni fu profondamente critica, lo stesso vale per l'atteggiamento negativo dei nobili nei confronti del drammaturgo. È questa una delle ragioni per cui più tardi Goldoni avrebbe abbandonato Venezia alla volta di [[Parigi]], anche se questa esperienza non avrà gli effetti sperati. Emerge inoltre nella commedia il concetto illuminista di autodeterminazione dell'individuo, particolarmente significativo perché portato avanti da un personaggio femminile.
==Adattamenti==
Nel 1773 [[Antonio Salieri]] e il librettista Domenico Poggi adattarono la commedia in un dramma giocoso in tre atti. Nel [[1800]] [[Simon Mayr]] compose una sua versione in due atti su libretto di [[Gaetano Rossi]].
 
==Adattamenti==
La commedia ha anche ispirato numerosi film e sceneggiati televisivi, tra i quali ''La locandiera'' di [[Giancarlo Cobelli]], ''La locandiera'' di [[Paolo Cavara]] e ''[[Miranda (film 1985)|Miranda]]'' di [[Tinto Brass]].
Nel 1773 [[Antonio Salieri]] e il librettista Domenico Poggi adattarono la commedia in un dramma giocoso in tre atti. Nel [[1800]] [[Simon Mayr]] compose una sua versione in due atti su libretto di [[Gaetano Rossi]]. La commedia ha anche ispirato numerosi film e sceneggiati televisivi, tra i quali ''La locandiera'' di [[Giancarlo Cobelli]], ''La locandiera'' di [[Paolo Cavara]] e ''[[Miranda (film 1985)|Miranda]]'' di [[Tinto Brass]].
 
== Note ==