Rapporti tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Socialista Italiano: differenze tra le versioni

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Nella storia politica italiana, il termine "social-comunismo" è stato usato per indicare la stretta collaborazione manifestatasi nei primi anni del [[seconda guerra mondiale|secondo dopoguerra]], in [[Parlamento]] e nel paese, fra il PSI e il PCI e poi della collaborazione tra quest'ultimo e il [[PSIUP]].
 
La politica dei due partiti si sviluppò, in un primo tempo, sulla base di un [[patto di unità d'azione]] che, sottoscritto nel [[1934]] a [[Parigi]] per la comune lotta contro il [[fascismo]], venne rinnovato il 25 ottobre [[1946]].
 
Molti furono i livelli e i settori nei quali tale collaborazione si sviluppò:
* giunte comunali e provinciali espresse da maggioranze ottenute con i voti dei due partiti;
* partecipazione dei due partiti ad organizzazioni politiche e [[sindacato|sindacali]] comuni al PCI e PSI: [[Confederazione generale italiana del lavoro]] (CGIL), [[Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue|Lega Nazionale delle Cooperative]], [[Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa|CNA]], associazioni professionali di sinistra, [[Unione Donne Italiane]], [[Comitati dei Partigiani della Pace]], [[ARCI|Associazione Ricreativa e Culturale Italiana - ARCI]];
* il [[frontismo]], per cui i socialisti ritenevano possibile un'alleanza generale con il PCI per la conquista del potere.;
* (in alcuni casi addirittura, soprattutto in paesi molto piccoli, le sezioni unificate dei due partiti).
 
==Crisi del socialcomunismo==