Età giolittiana: differenze tra le versioni
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=== Le agitazioni sociali ===
[[File:Gaetano Salvemini.jpg|thumb|upright=0.7|Gaetano Salvemini]]
Gli [[sciopero|scioperi]] che si susseguirono negli anni [[1901]] e [[1902]] sia nel settore agricolo<ref>Per l'agricoltura era rimasto a vantaggio degli agrari il rigido [[Sinistra storica#Il protezionismo|protezionismo]] voluto da Crispi.</ref> che in quello industriale, sia nel più sviluppato Nord che nel Sud del paese, dimostravano che tutta la floridezza economica e le riforme giolittiane non arrivavano ad incidere sulla precaria situazione della società italiana, soprattutto di quella meridionale, abbandonata a se stessa e presa in considerazione solo come un serbatoio di voti da ottenere con la corruzione dei deputati meridionali, gli "[[àscari]]"<ref>.Con questo termine s'indicavano le truppe coloniali di colore. La parola usata a proposito dei deputati voleva indicarne la complicità e sottomissione interessata al governo.</ref> del governo, con le pressioni dei [[prefetto|prefetti]], della [[mafia]] e della [[camorra]]. Gli [[intellettuale|intellettuali]] meridionali non si stancavano di accusare Giolitti come connivente con la criminalità , come scriverà [[Gaetano Salvemini]] <ref>G.Salvemini,
Le riforme moderate non bastavano più: il paese aveva l'esigenza di riforme radicali, strutturali, che, se non avessero soddisfatto le esigenze della popolazione più povera, avrebbe causato quella estremizzazione delle classi sociali che, dopo l'intervallo fuorviante, voluto dalla classe dirigente, della [[Prima guerra mondiale]], giungerà al culmine nel [[Prima guerra mondiale|dopoguerra]] con la [[fascismo|rivoluzione fascista]] preventiva del ceto medio contro i presunti sovversivi.
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