Tantra: differenze tra le versioni

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=== Il corpo yogico e la ''kuṇḍalinī'' ===
[[File:Sapta Chakra, 1899.jpg|thumb|left|Il corpo yogico in una illustrazione da un manoscritto del XIX secolo, India. Sono ben visibili sette ''cakra'', raffigurati come fiori di loto (''padma''), e nel ''cakra'' più in alto, Śiva.]]
L'individuo è immaginato possedere una struttura complessa che ''convive'' col corpo fisico: è questo il "corpo yogico"<ref>In letteratura "corpo yogico" è anche reso con "corpo sottile"; termine improprio, fa notare André Padoux, perché si presta aad essere confuso con il corpo trasmigrante, il ''sukṣmaśarīra'', che letteralmente sta proprio per "corpo sottile".</ref>. Tale corpo yogico è costituito di canali (''nāḍī'') e centri (''[[cakra]]'' o ''padma'')<ref>Il numero dei ''cakra'', così come altri particolari del corpo yogico, variano da tradizione a tradizione.</ref>, e in esso gioca un ruolo determinante una potenza non umana bensì divina, la ''[[kuṇḍalinī]]''. Lungo uno dei canali principali, la ''suṣumnā'', quello che verticalmente collega la regione [[perineo|perineale]] con la sommità del capo, la ''kuṇḍalinī'', che normalmente si trova allo stato latente alla base del canale stesso, può risalire, con pratiche adeguate, verso l'alto conducendo così alla liberazione.<ref>Padoux, 2011, p. 97.</ref>
 
Il filosofo [[Kṣemarāja]] (X-XI secolo), discepolo di [[Abhinavagupta]] ed esponente della scuola del [[Trika]]<ref>Così Raffaele Torella in ''Vasugupta'', 1999, p. 33.</ref>, nel commentare un passo degli ''[[Vasugupta#Śivasūtra|Śivasūtra]]'', così descrive la ''kuṇḍalinī'' quiescente: