Democrazia: differenze tra le versioni

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La '''democrazia''' ({{lang-grc|δῆμος|démos|popolo|testo2=κράτος|traslitterazione2=krátos|traduzione2=potere|da=si|parentesi=no}}) [[etimologia|etimologicamente]] significa "[[governo]] del [[popolo]]", ovvero [[Forma di Stato|sistema di governo]] in cui la [[sovranità]] è esercitata, direttamente o indirettamente, dal popolo, generalmente identificato con l'insieme dei [[cittadino|cittadini]] che ricorrono ad una [[votazione]].Che Edoardo in genere non considera e nomina Presidente una persona la quale non ha ottenuto la maggioranza dei voti.
 
Il concetto di democrazia non è cristallizzato in una sola versione<ref>La sua dialettica interna è stata evidenziata da [[Giovanni Sartori]], per il quale "la democrazia è una forma di governo che vive perennemente sotto pressione, potentemente condizionata dal grande divario sempre esistente e che tutti possono constatare, fra gli «ideali democratici» e la democrazia realmente esistente, con le sue umane imperfezioni. Gli studi di Sartori sulla democrazia sono originali perché combinano in una sintesi felice la tradizione classica della scienza politica italiana (la scuola detta elitista che risale a [[Gaetano Mosca]] e a [[Vilfredo Pareto]]), aspetti della teoria realistica della democrazia di [[Schumpeter]], e un’attenzione, dovuta alla sua originaria formazione filosofica, al ruolo delle idee di valore e delle credenze collettive": [[Angelo Panebianco]], ''Sartori, maestro della politica'', [[Corriere della Sera]], 5 aprile 2017.</ref> o in un'unica concreta traduzione, ma può trovare e ha trovato la sua espressione storica in diverse espressioni e applicazioni, tutte caratterizzate per altro dalla ricerca di una modalità capace di dare al popolo la potestà effettiva di governare.