Frammentazione della Democrazia Cristiana: differenze tra le versioni

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[[File:Democrazia Cristiana.svg|thumb|Logo della Democrazia Cristiana]]
 
Nell'ottobre [[1942]] con la fondazione della [[Democrazia Cristiana]] (DC) fu realizzata la fusione fra il disciolto [[Partito Popolare Italiano (1919)|Partito Popolare Italiano]] di [[Alcide De Gasperi]] e il [[Movimento Guelfo d'Azione]] di [[Piero Malvestiti]]. Si realizzò così una forte polarizzazione del voto dei cattolici italiani, tale da far parlare spesso di "unità politica dei cattolici", che peraltro vedeva i cattolici italiani votare anche altre forze politiche e militare in esse. Una nota dell'[[Osservatore Romano]] del 1945 affermò espressamente che solo la DC aveva titolo per rappresentare i cattolici in politica.<ref>Adriano Ossicini, Un'isola sul Tevere, Editori Riuniti, Roma, 1999, pag. 244</ref> Per oltre cinquanta anni (1942-1994) la DC sarà sempre il primo partito d'Italia (con l'unica eccezione delle [[elezioni europee del 1984 (Italia)|elezioni europee del 1984]]), punto di riferimento privilegiato, in chiave anticomunista, della [[Santa Sede]] e, in ossequio ai patti della [[Conferenza di Jalta]] del [[1945]], degli [[USA]]. Il tema dell'unità dei cattolici in politica era del resto presente nel magistero della Chiesa Cattolicacattolica. Ancora nel 1985, il [[papa Giovanni Paolo II]], nel suo intervento al Convegno ecclesiale italiano di Loreto, ricordò come, pur mantenendo distinto l'impegno di apostolato da quello politico e pur accettando cordialmente la struttura democratica dello Stato, tra i cattolici avesse sempre prevalso la tendenza verso un impegno unitario ''«soprattutto nei momenti in cui lo richiedeva il bene supremo della nazione»''. ''«Questo insegnamento della storia''», concluse il pontefice, non andava dimenticato: al contrario, esso doveva essere tenuto ancora ben presente ''«nei momenti delle responsabili e coerenti scelte»'' che il cittadino cristiano era chiamato a compiere in quel periodo della storia d'Italia<ref>''"Proprio la forma di governo democratica, che l'Italia ha conseguito e che come cittadino ogni cristiano è impegnato a salvaguardare e a rafforzare, offre lo spazio e postula la presenza di tutti i credenti. I cristiani mancherebbero ai loro compiti se non si impegnassero a far sì che le strutture sociali siano o tornino ad essere sempre più rispettose di quei valori etici, in cui si rispecchia la piena verità sull'uomo. A questo riguardo mi piace ricordare l'antica e significativa tradizione di impegno sociale e politico dei cattolici italiani. La storia del movimento cattolico, fin dalle origini, è storia di impegno ecclesiale e di iniziative sociali che hanno gettato le basi per un'azione di ispirazione cristiana, anche nel campo propriamente politico, sotto la diretta responsabilità dei laici in quanto cittadini, tenendola ben distinta dall'impegno di apostolato, proprio delle associazioni cattoliche. Essa ricorda che nello svolgersi degli avvenimenti non sono mancate tensioni e divisioni, ma è sempre prevalsa la tendenza verso un impegno che, nella libera maturazione delle coscienze cristiane non poteva non manifestarsi unitario soprattutto nei momenti in cui lo ha richiesto il bene supremo della nazione. Questo insegnamento della storia circa la presenza e l'impegno dei cattolici non va dimenticato: anzi, nella realtà dell'Italia di oggi, va tenuto presente nei momenti delle responsabili e coerenti scelte che il cittadino cristiano è chiamato a compiere. Come ho avuto occasione di dire, precisamente nel 1981, ai partecipanti al Congresso promosso dalla CEI nel novantesimo anniversario della Rerum novarum: “Esiste, deve esistere un'unità fondamentale, che è prima di ogni pluralismo e sola consente al pluralismo di essere non solo legittimo, ma auspicabile e fruttuoso... La coerenza con i propri principi e la conseguente concordia nell'azione ad essi ispirata sono condizioni indispensabili per l'incidenza dell'impegno dei cristiani nella costruzione di una società a misura d'uomo e secondo il piano di Dio” (Giovanni Paolo II, Ad eos qui conventui Romae habito, LXXXX expleto anno ab editis Litteris Encyclicis “Rerum Novarum”, interfuere coram admissos, 3, 31 ottobre 1981: Insegnamenti di Giovanni Paolo II, IV/2 [1981] 522.523)"''.</ref><ref>[http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1985/april/documents/hf_jp-ii_spe_19850411_convegno-loreto_it.html Discorso di Giovanni Paolo II al Convegno ecclesiale di Loreto nel 1985]</ref>. Malgrado il mondo cattolico prevedesse al suo interno una larga diversità di sensibilità, la DC coagulò su di sé la maggior parte del consenso elettorale dei cattolici e fu l'unico soggetto politico di ispirazione dichiaratamente cristiana.
 
== La crisi degli anni Novanta ==
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Il 23 novembre 2013, in ottemperanza a quanto statuito dagli organi statutari competenti, Pizza annunciò ufficialmente lo scioglimento e l'estinzione della ''"[[Democrazia Cristiana (2002)|Democrazia Cristiana]]"'' da lui guidata e la confluenza nella ricostituita [[Forza Italia (2013)|Forza Italia]].
 
== La ''"Democrazia Cristiana"'' di Angelo Sandri (dal 2004-2018) ==
 
A seguito dell'insuccesso ottenuto dalla lista [[Paese Nuovo]] alle [[Elezioni europee del 2004 (Italia)|elezioni europee del 2004]], una minuta parte dell'Assemblea nazionale degli iscritti della [[Democrazia Cristiana (2002)|''"Democrazia Cristiana"'']] sfiduciò [[Giuseppe Pizza]] dall'incarico di segretario del partito e nominò Angelo Sandri coordinatore nazionale. Pizza continuò tuttavia a ritenersi segretario in carica del partito in virtù della sua elezione avvenuta nel XIX congresso del 2003 ed espulse Sandri per aver compiuto e continuato a compiere gravi violazioni dei doveri morali e politici. Sandri fondò così la [[Democrazia Cristiana (2004)|Democrazia Cristiana-Scudo Crociato-Libertas]].<ref>[http://www1.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200804articoli/31552girata.asp Torna il simbolo dello scudo crociato. La Dc di Pizza fa concorrenza a Casini]</ref>
 
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Il 5 luglio 2014 alcuni consiglieri autoconvocarono il Consiglio Nazionale del partito e deliberarono la sfiducia a Sandri con soli 4 voti contrari, dichiarando destituito il segretario e affidando il partito alla gestione commissariale della Presidente del partito Anna Ciammetti. Immediata fu la reazione di Angelo Sandri, che convocò per il 12 luglio la Direzione nazionale del partito, la quale dichiarò illegittima la convocazione del Consiglio Nazionale e invalide le delibere assunte, espulse la Ciammetti e gli altri autoconvocati dissidenti e confermò Sandri nel ruolo di segretario, nominando Filippo Marino nuovo presidente del partito al posto della Ciammetti.
 
Il 7 luglio 2018 confluisce nella Democrazia Cristiana di [[Gianfranco Rotondi]].
 
== La ''"Democrazia Cristiana per le Autonomie"'' di Gianfranco Rotondi (2005-2009) ==
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== La ''"Democrazia Cristiana"'' di Annamaria Ciammetti (dal 2014) ==
Come detto, alcuni consiglieri nazionali della [[Democrazia Cristiana (2004)|DC guidata da Angelo Sandri]] convocarono per il 5 luglio 2014 il parlamentino del partito e deliberarono la sfiducia a Sandri nominando al contempo la presidente del partito Annamaria Ciammetti commissario straordinario. Angelo Sandri però reagì immediatamente, convocando la Direzione nazionale per il successivo 12 luglio, dichiarando illegittima la convocazione del Consiglio Nazionale da parte dei dissidenti ed espellendoli dal partito. Da quel momento, pertanto, i sostenitori della Ciammetti continuarono la loro attività politica al di fuori della DC sandriana, come forza politica distinta.
 
== La ''"Democrazia Cristiana"'' di Gianfranco Rotondi (dal 2018) ==
Il 19 ottobre [[2017]] [[Gianfranco Rotondi]] annuncia di essere diventato titolare del nome e del simbolo della Democrazia Cristiana e, dopo un incontro con [[Silvio Berlusconi]], [[Lorenzo Cesa]] e [[Clemente Mastella]], esprime la volontà di ripresentare alle elezioni la DC, facendola organizzare a giovani e donne. <ref>{{Cita news|lingua=it-IT|url=http://www.huffingtonpost.it/2017/10/19/torna-la-dc-lo-storico-simbolo-sara-di-nuovo-sulla-scheda-elettorale-grazie-a-berlusconi_a_23249155/|titolo=Torna la Dc. Lo storico simbolo sarà di nuovo sulla scheda elettorale grazie a Berlusconi|pubblicazione=L’Huffington Post|data=2017-10-19|accesso=2017-10-21}}</ref>
 
Il 7 luglio [[2018]] Rotondi viene nominato presidente nazionale della federazione della nuova Democrazia Cristiana, riassemblamento di tutti i movimenti e/o partiti ispirati allo scudo crociato e alla tradizione democratico-cristiana. Angelo Sandri viene nominato vicepresidente vicario e Franco De Simoni vicepresidente.
 
== Note ==