Roberto Bellarmino: differenze tra le versioni

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=== Il caso Galileo Galilei ===
{{vedi anche|Processo a Galileo Galilei|Galileo Galilei}}
Galilei subì un solo processo presso il Santo Uffizio, nel [[1633]] (nel [[1616]] era stato semplicemente ammonito di non discutere od insegnare le teorie di [[Copernico]]). Il processo ebbe luogo fondamentalmente poiché la [[Sistema eliocentrico|teoria eliocentrica]] era considerata eretica dai teologi. Infatti, sostenendo che il Sole fosse fisso al centro dell'universo si smentivano alcune frasi contenute nella Bibbia, per esempio "Dio fermò il sole" (''Giosuè'' 10,12), o alcune teorie sostenute dalla Chiesa secondo cui la terra è immobile al centro dell'universo. La dottrina prevalente in quel tempo era infatti che l'infallibilità della Bibbia fosse letterale, non solo simbolica. Bellarmino fu coinvolto nella questione copernicana solo nelfino primoall’ammonimento processodel 1616, poiché, al tempo del processo neldel secondo1632-33, quando Galilei fu condannato al carcere, era già morto. I documenti oggi in nostro possesso mostrano che il cardinale Bellarmino ebbe rapporti cordiali, se non amichevoli, con lo scienziato, sia epistolari che diretti, anche dopo la denuncia di [[Tommaso Caccini]] davanti al [[Congregazione per la dottrina della fede|Sant'Uffizio]] nel [[1615]].
 
Durante la prima inchiesta su Galilei, nell'anno [[1616]], il Santo Uffizio prese in esame la [[Sistema eliocentrico|teoria eliocentrica]]. In tale occasione fu ascoltato lo stesso Galilei, che si presentò a Roma ed ebbe colloqui diretti anche con il [[papa Paolo V]]. Questi, sempre in relazione alla frase contenuta in ''Giosuè'', 10, 12, invitò il cardinale Bellarmino a dissuadere il Galilei dall'insegnare le due tesi principali sull'eliocentrismo. Sulla teoria copernicana, il Santo Uffizio si espresse in modo definitivo nel marzo 1616, condannandola come falsa e formalmente eretica, inserendo il [[De revolutionibus orbium coelestium]] nell’[[Indice dei libri proibiti]].