Giacomo Puccini: differenze tra le versioni
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Giacomo inizialmente frequentò il seminario di San Michele e successivamente quello della Cattedrale dove iniziò lo studio dell'[[Organo (strumento musicale)|organo]]. I risultati scolastici non furono certo eccellenti, in particolare dimostra una profonda insofferenza per lo studio della matematica. Del Puccini studente si è detto: "entra in classe solo per consumare i pantaloni sulla sedia; non presta la minima attenzione a nessun argomento, e continua a tamburellare sul suo banco come fosse un pianoforte; non legge mai".<ref name="Budden20">{{cita|Budden, 2005|p. 20}}.</ref><ref>{{cita libro|autore=Dante Del Fiorentino|titolo=Immortal Bohemian; an intimate memoir of Giacomo Puccini|anno=1952|isbn=no|editore=Prentice Hall|pagine=9-10|città=New York|lingua=en}}</ref> Terminati dopo cinque anni, uno in più di quelli necessari, gli studi di base, si iscrisse all'Istituto Musicale di Lucca dove il padre era stato, come detto, insegnante.<ref name="Budden19"/> Ottenne ottimi risultati con il professor [[Carlo Angeloni]], già allievo di Michele Puccini, mostrando un talento destinato a pochi. A quattordici anni Giacomo poté già cominciare a contribuire all'economia familiare suonando l'[[Organo (strumento musicale)|organo]] in varie chiese di Lucca e in particolare alla patriarcale di Mutigliano. Inoltre intrattiene suonando il pianoforte gli avventori del "Caffè Caselli" situato sul corso principale cittadino.<ref name="Budden20"/>
Nel 1874 si prende in carico un allievo, Carlo della Nina, tuttavia non si dimostrerà mai un buon insegnante. Dello stesso periodo si ha la prima composizione conosciuta attribuibile a Puccini, una lirica per [[mezzosoprano]] e pianoforte denominata "''A te''". Nel 1876 assiste al [[Teatro Verdi (Pisa)|teatro Nuovo di Pisa]] l'allestimento di ''[[Aida]]'' di [[Giuseppe Verdi]], un avvenimento che si dimostrò decisivo per la sua futura carriera facendo convogliare i
A questo periodo risalgono le prime composizioni note e datate, tra cui spiccano una [[cantata]] (''[[I figli d'Italia bella]]'', 1877) e un [[mottetto]] (''[[Mottetto per San Paolino]]'', 1877). Nel 1879 scrisse un ''[[valzer]]'', oggi perso, per la banda cittadina. L'anno successivo, all'ottenimento del diploma presso l'Istituto Pacini, compose, come saggio finale, la ''Messa di gloria'' a quattro voci con orchestra, che, eseguita al Teatro Goldoni di Lucca, suscitò l'entusiasmo della critica lucchese.<ref>{{cita|Budden, 2005|pp. 23-24}}.</ref>
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