Terremoto del Val di Noto del 1693: differenze tra le versioni

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[[File:2843 - Catania - Cattedrale - Tomba di Francesco Carafa + 1695 - Foto Giovanni Dall'Orto, 4-July 2008.jpg|miniatura|destra|Iscrizione sulla tomba del vescovo [[Francesco Antonio Carafa]]]]
Un'altra leggenda è relativa a [[Francesco Antonio Carafa]], vescovo di Catania dal 1687 al 1692, che grazie alle sue preghiere avrebbe salvato Catania dal terremoto per due volte. Tuttavia, proprio dopo la sua morte avvenuta nel 1692, nulla poté evitare il terremoto dell'anno seguente. Come indicato sull'iscrizione scolpita sulla sua tomba situata nel [[Duomo di Catania]]: {{citazione|Don Francesco Carafa, già Arcivescovo di Lanciano poi Vescovo di Catania, vigilantissimo, pio, sapiente, umilissimo, padre dei poveri, pastore così amante delle sue pecorelle, che poté allontanare da Catania due sventure da parte dell’Etna, prima del terremoto del 1693. Dopo di che morì. Giace in questo luogo. Fosse vissuto ancora, così non sarebbe caduta Catania}}[[Naro]], città dell'Agrigentino, si dice, fu preservata dal terremoto e la popolazione vi riconobbe la palese protezione del suo grande Patrono [[Calogero di Sicilia|San Calogero]]. Ogni anno si ricorda questo evento con una processione proprio l’11 gennaio.
A [[Vittoria (Italia)|Vittoria]], nel Ragusano, sono concentrate due leggende riguardanti il terremoto. La prima riguarda il momento in cui una pietra della chiesa della vecchia Matrice cadde sulla testa del Santo, facendo terminare immediatamente il terremoto, un'altra parla invece di un'urna in cui i cittadini misero i nomi di tutti i Santi che si veneravano in quella zona. Secondo la leggenda, il nome di [[San Giovanni Battista]] uscì tre volte, perciò fu nominato patrono della città. Ogni anno, per ricordare l'evento che costò la vita a 40 bambini e tutte le altre vittime della val di Noto si celebra a Vittoria, la Festa di San Giovanni di Gennaio.
 
== Note ==