Verona: differenze tra le versioni

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Il 24 giugno 1405 vi fu la [[dedizione di Verona a Venezia]],<ref>{{cita|Solinas|p. 323|solinas}}.</ref> sotto cui la città godette di un lungo periodo di pace che si perpetuò sino al 1509, quando la [[Repubblica di Venezia|Repubblica Veneta]] venne attaccata dalle potenze della [[lega di Cambrai]]. Conclusasi la [[Guerra della Lega di Cambrai|guerra della Santa Alleanza]], ricominciò per Verona un nuovo periodo di pace che sarebbe finito non per la guerra, ma per una malattia devastante: la [[peste]], portata in Italia nel 1630 da soldati tedeschi. La città era piena di corpi che venivano bruciati o gettati nell'[[Adige]] per mancanza di spazio. Per la città fu un vero disastro: basti pensare che nel 1626 erano stati censiti 53.333 abitanti, che si erano ridotti a 20.738 alla fine del contagio:<ref>{{cita|Sandrini e Brugnoli|p. 196|sandrini brugnoli}}.</ref> morì dunque ben più della metà della popolazione. Il numero di abitanti tornò a un livello simile solo alla fine del Settecento (nel 1793 erano 49.000).<ref>{{cita|Solinas|p. 358|solinas}}.</ref> Il XVI secolo vide comunque un rifiorire dell'economia e la costruzione di chiese e di palazzi importanti, di cui uno degli artefici più importanti fu l'architetto [[Michele Sammicheli]]. In questo periodo di rinascita artistica e culturale nacque anche la famosa tecnica dei [[campane alla veronese|concerti di campane alla veronese]], oltre a decine di accademie che determinarono un fiorire di attività culturali di dimensione europea.
 
Nel maggio del 1796, durante la Campagna d'Italia, gli austriaci vennero sconfitti in [[Piemonte]] dal generale [[Napoleone Bonaparte]], e dovettero darsi a una precipitosa ritirata sino al [[Trentino]], mentre Napoleone e le idee rivoluzionarie francesi andavano a sconvolgere la tranquillità dei veronesi: gli austriaci in ritirata infatti occuparono [[Peschiera del Garda|Peschiera]], violando la neutralità veneta, e Napoleone ne approfittò per occupare a sua volta Peschiera e per entrare successivamente a Verona. A questo periodo risale la [[Furti napoleonici|spoliazione napoleonica]] della [[basilica di San Zeno]], dove la [[Pala di San Zeno|Pala d'altare di San Zeno]] di [[Andrea Mantegna]] venne smembrata a inviata al [[Museo del Louvre|Louvre]]. Durante la Restaurazione, [[Antonio Canova]] ottenne la restituzione della pala centrale, mentre la tre predelle, un tempo unite alla pala centrale, rappresentati rispettivamente l'[[Orazione nell'orto (Mantegna Tours)|Orazione nell'Orto]], la [[Crocifissione (Mantegna)|Crocifissione]], e la [[Resurrezione (Mantegna)|Resurrezione]] sono rimaste in Francia rispettivamente al [[Musée des Beaux-Arts (Tours)|Musée des Beaux Art]] di [[Tours]] e al [[Museo del Louvre|Louvre]] di [[Parigi]].
 
=== Storia contemporanea ===