Battaglia di Lepanto: differenze tra le versioni

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== Armamenti ==
[[File:Vasa Museum - Musketier Ausrüstung 1.jpg|thumb|upright=1.4|[[Archibugio]] rinvenuto sul [[Regalskeppet Vasa|galeone Vasa]] (1682).]]
Lo schieramento cristiano vinse soprattutto grazie alla superiorità dell'equipaggiamento, che compensò la mancanza di esperienza delle truppe imbarcate<ref>{{Cita|Barbero 2010|pp. 568-569}}.</ref>,; decisivo fu anche il vantaggio insito nella collocazione avanzata delle galeazze e l'enorme sproporzione nel numero dei pezzi d'artiglieria<ref>{{Cita|Barbero 2010|p. 551}}.</ref>. Inoltre la fanteria era dotata di un superiore armamento individuale superiore: i suoi soldati potevanopoteva contare sugli [[archibugio|archibugi]], (come la compagnia di tiratori scelti degli oltre 400 archibugieri di [[Sardegna]]), mentre quellii turchi erano ancora armati con archi e dardi, mazze, scuri, spade e giavellotti. La maggior parte dei soldati cristiani indossava corazze, sia del tipo normalmente utilizzato dalla fanteria, sia di modelli (molto diffusi tra i Genovesi) che potevano essere toltetolti rapidamente se si doveva poi nuotare. I soldati ottomani, e ancor di più quelli barbareschi, preferivano invece indossare armature leggerissime, spesso in cuoio, oppure non indossarle affatto, in modo che se fossero caduti in mare sarebbero stati più liberi nei movimenti.
 
Il vascello più importante dello schieramento cristiano era la [[galeazza]] veneziana. Al contrario della galea comune, questa èera sovradimensionata, con ponte a coprire i banchi dei rematori. Parzialmente ''corazzata'' e pesantemente armata non solo a prua e a poppa ma anchee sulle fiancate. Le linee in realtà possono trarre in inganno chi non le conosce, facendole confondere con vascelli da carico: cosa che tra l'altro capitò ai turchi. Solo sei di queste unità rinforzavano lo schieramento cristiano ma furono devastanti sia per le galere nemiche sia per il morale dei loro equipaggi. Con la galeazza si raggiunse l'apice dell'evoluzione della galea, ma nel contempo essa ne rappresentò anche ''il canto del cigno''. Le galee con la loro propulsione a remi furono progressivamente sostituite da [[veliero|velieri]] a vela quadra e quindi progressivamente abbandonate.<ref>Non del tutto comunque, visto che nel regime incostante dei venti che caratterizza ildel Mediterraneo la galea ha il grande vantaggio quanto meno di poter procedere con velocità a remi nei momenti di bonaccia. In questi casi i velieri mostrano i loro limiti, restando forzatamente immobili e alla mercé di chiunque sappia arrivar loro addosso, prendendoli d'infilata con le proprie bordate. Non a caso, nell'Arsenale veneziano, le truppe francesi di [[Napoleone Bonaparte|Napoleone]] troveranno a fine [[XVIII secolo]] proprio una galea in fase di costruzione proprio una galea.</ref>
 
Le artiglierie pesanti utilizzate all'epoca sui vascelli possedevano un buon rapporto gittata-efficacia fin quasi al chilometro se puntate su schieramenti compatti. Naturalmente quel rapporto peggiorava notevolmente puntando il pezzo su singole galee con ampia libertà di manovra.<br />
Ogni galea del Cinquecento portava comunque un discreto armamento "in caccia". Si trattava di almeno un grosso cannone, posto a prua e generalmente più potente e pesante di quelli utilizzati dai [[vascelli]] coevi. Il pezzo era accompagnato da 2-4 pezzi più leggeri, tra cui falconetti a retrocarica utilizzati solo come armi antiuomo. Le galere grosse e le capitane talvolta avevano pezzi girevoli sul "castello" di poppa, detto "carrozza".
 
L'armamento d'artiglieria delle galere ottomane, e ancor di più di quelle barbaresche, era complessivamente più leggero, poiché i loro capitani facevano grande affidamento sulla velocità, sull'agilità e sulla possibilità di muoversi in acque basse, e quindi non intendevano appesantire i lorogli scafi. Spesso le loro galere avevano un singolo grosso cannone in caccia (di calibro e potenza superiore a quello delle galere della Lega), e pochissimi pezzi d'accompagnamento. Sia la flotta cristiana sia quella musulmana prediligevano le costose, ma leggere e sicure, artiglierie in bronzo,; rari i pezzi in economica (ma, pesante e pericolosa) ghisa, per lo più fabbricati a [[Brescia]] eo nelle [[Fiandre]].
 
Per quel che riguarda le armi di ''piccolo calibro'', all'importanza della gittata è lecito pensare che si debba sostituire la capacità di penetrazione delle protezioni individuali nemiche, l'abilità nella mira e la velocità di ricarica del soldato. Non bisogna sottovalutare l'arco composito (o arco turchesco appunto) che era, l'arma più diffusa tra la fanteria di marina ottomana, essoche aveva una gittata e una precisione superiore a quella dell'archibugio, oltre chea una velocità di ricarica superiore; si trattava però di un'arma meno letale (moltissimi furono i soldati cristiani feriti, ma non uccisi, e che continuarono a combattere), e non in grado di perforare le pesanti corazze spagnole. Per questo motivo molti giannizzeri erano già stati armati con archibugi e moschetti, di qualità leggermente inferiore però a quelli prodotti in Italia e in Spagna, e con polveri meno efficienti.
 
== Significato religioso ==