Sibilla Appenninica: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
non è utile segnalarne tre tra i tanti secondo un personale giudizio. Sono comunque tutti e tre assieme ad altri che personalmente ritengo altrettanto significativi nelle note e in bibliografia.
Riga 68:
{{Vedi anche|Lago di Pilato}}
[[File:Lake Pilato.jpg|miniatura|265.99x265.99px|Il [[lago di Pilato]], sul [[Monte Vettore]]]]
Oltre alle leggende legate alla Sibilla e alla sua[[grotta della Sibilla|grotta]], si tramandano fatti e storie anche riguardo al [[lago di Pilato]] a lei intimamente legato e (situato sul vicino [[Monte Vettore]]). Infatti nel XV secolo veniva chiamato Lago della Sibilla come si evince sia da un documento amministrativo di quel periodo (una sentenza) sia da un disegno di Antoine de la Sale.
 
ComeE anche per il lago le leggende legate alla [[Grotta della Sibilla|grotta]], anche quelle sul [[Lago di Pilato|lago]]che ci sono pervenute dalprovengono suddettodal testo di [[Antoine de La Sale]]: è qui infatti che si racconta di come il corpo di [[Ponzio Pilato]], dopo essere stato giustiziato per ordine dell'[[Imperatore romano|imperatore]] per non aver impedito la [[crocifissione]] di [[Gesù]], fu caricato su un carro trainato da due [[Bufalo mediterraneo italiano|bufali]] che da [[Roma]] lo trasportarono fino ai [[Monti Sibillini]] e si gettarono infine nel lago. Il [[Antoine de La Sale|De La Sale]] riferisce questa storia udita dagli abitanti di [[Montemonaco]], dimostrando come questa non può essere vera in quanto la versione raccontata dal popolo voleva che l'imperatore che emise la condanna a morte fu [[Vespasiano|Tito Vespasiano]], quando [[Ponzio Pilato|Pilato]] visse invece sotto [[Tiberio]].
[[File:Disegno De la Sale 2.jpg|miniatura|265.99x265.99px|Disegno di Antoine De la Sale]]
 
[[Antoine de La Sale]] racconta anche che al tempo della sua visita a [[Montemonaco]] (inizio [[XV secolo|XV sec]]), l'accesso al lago fosse vietato in quanto frequentatissima meta di [[Negromanzia|negromanti]] che vi salivano per consacrare [[Libro del comando|libri del comando]] ai demoni che abitavano quelle acque. Ogni volta che qualcuno evocava gli spiriti maligni del lago si scatenava una violenta tempesta che distruggeva tutti i raccolti della zona; ed era perciò interesse degli abitanti del luogo tutelarsi: per visitare il lago era necessario un salvacondotto rilasciato dalle autorità della città di [[Norcia]], e il malcapitato che vi fosse stato sorpreso senza autorizzazione avrebbe perfino rischiato la vita. Si racconta di una volta in cui due negromanti (uno dei quali era un prete) vennero catturati presso il lago dai locali: uno venne condotto a Norcia e condannato, mentre l'altro fu fatto a pezzi e gettato nelle acque del lago.<ref name=":2" />
 
Durante i secoli [[XV secolo|XV]], [[XVI secolo|XVI]] e [[XVII secolo|XVII]] la letteratura italiana è prodiga di riferimenti, seppur spesso consistenti solo in semplici accenni, alle arti negromantiche praticate presso il [[lago di Pilato]].<ref name=":2" />
Conferma dell'importante afflusso di visitatori alla grotta e al lago è data da una sentenza di assoluzione del [[1452]], in cui l'inquisitore della Marca Anconitana De Guardariis assolve la popolazione di [[Montemonaco]] dalla scomunica in cui era incorsa per aver accompagnato "ad lacum Sibyllae" (al lago della Sibilla) cavalieri "provenienti da ogni dove" per consacrarvi libri proibiti mentre li ospitavano in Montemonaco ove praticavano, in casa di Ser Catarino, l'[[alchimia]].<ref>{{Cita libro|autore=Giuseppe Ghilarducci|titolo=Sulle tracce della Sibilla - Un documento del XV sec.|edizione=Progetto Elissa-Editrice Miriamica, Montemonaco, 1998}}</ref>
 
== Origine del mito ==