Capistrello: differenze tra le versioni

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=== Età contemporanea ===
Tra il [[XVIII secolo|Settecento]] e l'[[XIX secolo|Ottocento]] con l'invasione dei [[Francia|francesi]] nel meridione d'Italia, Capistrello fu coinvolta negli avvenimenti legati al [[brigantaggio]]. La gendarmeria proveniente da Avezzano, infatti, si precipitò alla frontiera capistrellana per cercare di respingere l'offensiva. E fu ancora nella zona di Capistrello che operarono le bande [[Sanfedismo|sanfediste]] di Ermenegildo Piccioli, di padre Domizio Iacobucci e di [[Michele Pezza]], duca di [[Cassano allo Ionio|Cassano]] (soprannominato "Fra Diavolo"), tallonate dai soldati del generale francese [[Jean-Baptiste Cavaignac]].
 
Nell'Ottocento Capistrello fu visitata per ben due volte da un [[sovrano]]: nel [[1807]] da [[Giuseppe Bonaparte]] e nel [[1832]] da [[Ferdinando II delle Due Sicilie|Ferdinando II]], venuti ad osservare lo sbocco dell'[[Cunicoli di Claudio|emissario claudiano]].
[[File:Borgo antico Capistrello Marsica.jpg|thumb|Scorcio fotografico del borgo antico]]
 
Qualche anno dopo l'inaugurazione della [[Strada statale 82 della Valle del Liri|strada Avezzano-Sora]] (avvenuta nel 21 agosto [[1854]]), tutta la zona circostante Capistrello fu martoriata dagli scontri tra [[briganti]], le truppe borboniche e i soldati piemontesi.
Furono le giornate della fine dell'ottobre 1860 per valle Roveto e per la Marsica le più terribili di quell'anno, carico di avvenimenti. Dopo la sconfitta subita sul valico [[Molise|molisano]] del [[Battaglia del Macerone|Macerone]] dall'esercito delle Due Sicilie, guidato da [[Luigi Scotti Douglas]], ad opera di [[Enrico Cialdini]], comandante delle truppe piemontesi, subentrò in tutti la certezza della fine dei [[Borboni]] e della prossima liberazione di città e paesi e, di fatto, della compromissione delle sorti militari del [[Regno delle Due Sicilie]]. Caddero così le speranze dei legittimisti e degli antiunitari in lotta contro l'invasore piemontese. Nel 1861 venne ufficializzata l'[[Unità d'Italia]].