Fobos (astronomia): differenze tra le versioni

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'''Fobos''' (Φόβος, in [[lingua greca]], indicato anche come '''Marte I'''<ref>{{cita web |lingua=en |url=http://planetarynames.wr.usgs.gov/Page/Planets#MartianSystem |titolo=Martian System |sito=Planet and Satellite Names and Discoverers |autore=Unione Astronomica Internazionale |editore=United States Geological Survey |accesso=28 gennaio 2019}}</ref>), trascritto anche '''Phobos''', è il maggiore e il più interno dei due [[satelliti naturali di Marte]] (l'altro è [[Deimos (astronomia)|Deimos]]). Scoperto il 12 agosto [[1877]] dall'astronomo statunitense [[Asaph Hall]],<ref name="Scoperta" /> è stato così nominato su suggerimento di [[Henry George Madan|Henry Madan]] dal personaggio della [[mitologia greca]] [[Fobos (mitologia)|Fobos]], uno dei figli di [[Ares]] ed [[Afrodite]].<ref name="Nome" />
 
Orbita a meno di {{M|6 000|k|m}} dalla [[superficie di Marte]], in 7 ore e 39 minuti.<ref name="Capderou"/> È il satellite naturale noto più vicino al proprio [[pianeta]] e completa tre orbite nel tempo che [[Marte (astronomia)|Marte]] impiega per rotareruotare su sé stesso; se osservato da Marte, sorge ad [[ovest]] e tramonta ad [[est]].<ref name="Moore117"/> Pur così vicino al pianeta, con un diametro dodi circa 22 km,<ref name="nasadepth" /> appare molto più piccolo della [[Luna]] vista dalla [[Terra]].<ref name="spacecom"/>
 
La sua origine e la sua composizione rimangono incerti, potrebbe essere un [[asteroide]] catturato oppure essersi formato contemporaneamente a Marte o poco dopo a causa di un [[impatto astronomico|impatto]].<ref name=Hansen/> È poco riflettente, ha forma irregolare ed assomiglia ad un asteroide carbonioso. Il [[Cratere Stickney]] di 8 km di diametro è la caratteristica più prominente di Fobos,<ref name=cartografia/> sebbene piuttosto peculiari risultino soprattutto le striature (''grooves'') che percorrono gran parte della superficie.<ref name=descrizione/> Dagli [[anni 1970|anni settanta]] è stato oggetto di osservazioni ravvicinate da parte di [[Sonda spaziale|sonde spaziali]] orbitanti attorno a Marte, che hanno permesso di chiarire alcuni dubbi sul suo aspetto, la sua composizione e la sua struttura interna.
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Nel 2001 la NASA lanciò un secondo ''orbiter'' marziano, il ''[[2001 Mars Odyssey|Mars Odyssey]]'', per il quale non previde alcuna osservazione di Fobos o Deimos. Solo un aggiornamento del software avvenuto nel 2017 ha dato alla sonda la possibilità di riorientarsi verso la piccola luna e rilevare la temperatura in vari punti della superficie.<ref>{{Cita web |lingua=en |url=https://www.jpl.nasa.gov/spaceimages/details.php?id=PIA22249 |titolo=Mars Odyssey Observes Phobos |sito=www.jpl.nasa.gov |accesso=11 gennaio 2019}}</ref>
 
Un netto miglioramento nella comprensione di Fobos è stato dovuto alla sonda ''[[Mars Express]]'' (MEX),<ref name=MEX2014>{{cita|O. Witasse ''et al''.||MEX2014}}, 2014.</ref> il debutto europeo nell'esplorazione di Marte.<ref>{{cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 333|Ulivi-parte-3}}, 2012.</ref> A differenza degli ''orbiter'' statunitensi che erano stati collocati su orbite di lavoro basse, MEX (lanciata nel 2003) fu posta su un'[[orbita ellittica]] con apoastro oltre l'orbita di Fobos. In particolare, ogni cinque mesi e mezzo la sonda avrebbe eseguito una serie di passaggi ravvicinati alla luna, addirittura con un richiorischio non nullo di collidere con essa.<ref name=MEX19>{{cita|O. Witasse ''et al''.|p. 19|MEX2014}}, 2014.</ref> Fobos fu quindi incluso tra gli obiettivi secondari della missione.<ref name=MEX2014/> Nella primavera del 2010 ci fu una delle migliori serie di incontri, con dieci sorvoli ad una distanza inferiore ai 1000 km; nel corso del più stretto la sonda transitò a 77 km dalla centro della luna, battendo in tal modo il [[Primato (sport)|record]] di 80 km detenuto fino ad allora dal ''Viking Orbiter 1''.<ref name=MEX19/><ref>{{cita|P. Ulivi e D. M. Harland|pp. 363-364|Ulivi-parte-3}}, 2012.</ref> MEX ha eseguito un sorvolo ancora più stretto il 29 dicembre 2013, transitando a soli 45 km dal centro della luna.<ref>{{cita|P. Ulivi e D. M. Harland|p. 463|Ulivi-parte-4}}, 2014.</ref><ref>{{cita web |titolo=Mars Express accarezza Phobos |data=15 gennaio 2016 |editore=INAF |opera=Media INAF |autore=Elisa Nichelli |url=https://www.media.inaf.it/2016/01/15/mars-express-accarezza-phobos/ |accesso=13 gennaio 2019}}</ref>
 
[[File:Stereo-1 channel image of Phobos ESA214117.jpg|miniatura|sinistra|Fobos fotografato dalla sonda europea ''Mars Express''.]]
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Per aspetto, dimensioni e [[Classificazione spettrale degli asteroidi|classificazione spettrale]], Fobos e Deimos sono stati spesso associati agli asteroidi carboniosi ([[Asteroide di tipo C|di tipo C]] o [[Asteroide di tipo D|D]]) della [[fascia principale]]; tuttavia asteroidi catturati dal pianeta difficilmente sarebbero venuti a trovarsi - pur nei tempi in cui è avvenuta la [[formazione del sistema solare]] - sulle attuali orbite percorse dai due oggetti, con eccentricità e inclinazioni quasi nulle. Avrebbero anzi potuto mostrare caratteristiche orbitali simili a quelle dei [[Satellite irregolare|satelliti irregolari]] dei [[Gigante gassoso|giganti gassosi]].<ref name=Hansen/> Anche i dati sulla composizione e sulla porosità di Fobos ottenuti grazie alla sonda ''Mars Express'' sembrano incompatibili con l'ipotesi che Fobos sia un asteroide della fascia principale catturato dal pianeta.<ref name="esa" />
 
In letteratura sono stati proposti vari modelli per descrivere possibili processi che avrebbero condotto alla regolarizzazione delle due orbite, sebbene non abbiano fornito spiegazioni conclusive. Ad esempio, alcuni modelli riuscirebbero a giustificare la variazione della quota di [[apocentro]] di Fobos, ma non quella di Deimos<ref name="Burns1986" /> - piccolo e relativamente lontano da Marte. Altre difficoltà verrebboverrebbero incontrate nel giustificare i valori dell'inclinazione orbitale, a meno di non assumere che i due oggetti non percorressero già delle orbite eliocentriche fortuitamente prossime al piano equatoriale di Marte.<ref name="Hunt-origine" /><ref name="Veverka-origine" /> I risultati di simulazioni numeriche pubblicati nel 2018 da B. Hansen forniscono una possibile spiegazione: Fobos e Deimos potrebbero non corrisponderebbero agli oggetti direttamente catturati da Marte, ma si sarebbero aggregati a partire da quelli, nelle ultime fasi di [[formazione planetaria]]; ciò potrebbe giustificare anche il fatto che Fobos appaia come un agglomerato di massi.<ref name=Hansen>{{cita|B. Hansen||Hansen2018}}, 2018.</ref>
 
Altrimenti, secondo un'ipotesi avanzata da [[Geoffrey A. Landis|Geoffrey Landis]] nel 2009, Fobos e Deimos avrebbero potuto essere [[Satellite asteroidale|lune asteroidali]] di oggetti delle dimensioni di [[Cerere (astronomia)|Cerere]] o componenti di [[Asteroide binario a contatto|asteroidi binari a contatto]], che si sarebbero avvicinati al pianeta con una [[Traiettoria iperbolica#Velocit.C3.A0 d.27eccesso iperbolica|velocità d'eccesso iperbolico]] pressoché nulla. La separazione della coppia avrebbe quindi condotto alla cattura di uno dei due componenti. Il modello proposto da Landis è stato però utilizzato, per altro dando esito favorevole, solo nella descrizione della cattura di Fobos.<ref name="Landis2009">{{cita|G. A. Landis||Landis2009}}, 2009.</ref>
 
=== Ipotesi dell'accresimentoaccrescimento ===
 
I dati spettrografici rilevati dalla sonda ''Mars Express'' suggeriscono che il materiale di cui si compone la piccola luna risalga ai tempi della [[formazione planetaria]]; Fobos quindi avrebbe potuto essersi formato contemporaneamente a Marte. Ciò giustificherebbe con semplicità anche i valori di eccentricità e inclinazione orbitale delle due lune.<ref name="esa" /> D'altra parte, il meccanismo previsto per la formazione di satelliti regolari incontra alcune difficoltà, con i due oggetti che sembrerebbero essersi entrambi aggregati in prossimità dell'[[orbita areosincrona]] e quindi troppo vicini tra loro rispetto a quanto previsto dal modello.<ref name="Veverka-origine" />