Agricoltura sociale: differenze tra le versioni

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== Innovazione ed educazione ==
 
L’agricoltura sociale è una pratica con molti elementi di innovazione, anche radicale, che implicano una revisione di mission, vision e attitudini del fare impresa, di operare nei mercati e di agire sul territorio. Indipendentemente dei soggetti coinvolti, dalla loro natura giuridica (pubblica, privata, privato-sociale, sociale) e dall'originalità dei percorsi avviati, ci sono tratti comuni nelle esperienze di agricoltura sociale. In Italia, come riporta la [[Commissione agricoltura]] della [[Camera dei deputati|Camera dei deputati,]], ma anche in tutte le esperienze europee possiamo rappresentare l'agricoltura sociale come una forma di economia ed agricoltura civile, attraverso la quale è possibile operare nell'ottica del dono, della reciprocità e dello scambio all'interno di una comunità; inoltre può essere definita come una pratica di "buona" economia e crescita, che permette di attuare una "[[rivoluzione copernicana]]": nelle pratiche dell'intervento sociale, nei modi di fare economia e nello sviluppo locale.<ref name=":2" />
 
L’agricoltura sociale è quindi una grande possibilità sostenibile perché riesce a coniugare il rispetto per una coltivazione sana della terra, traendone il giusto profitto attraverso l'integrazione di soggetti che vivono in situazioni di disagio, di disabilità, di emarginazione o di svantaggio<ref>{{Cita libro|autore=Iannis Giulio|titolo=Orientamento e integrazione socio-lavorativa per soggetti svantaggiati. L'esperienza di un progetto pilota di formazione in provincia di Treviso|annooriginale=2000|editore=Edizioni del Cerro|pp=26-27|ISBN=8882160815}}</ref>. Ciò è favorito dalla dimensione medio-piccola delle esperienze che sono presenti nel mondo dell’agricoltura sociale per favorire un contatto diretto, tra i soggetti che si trovano protagonisti di tali percorsi terapeutici e/o inclusivi ed educativi e i gestori delle iniziative (agricoltori, operatori sociali e volontari).