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Una '''credenza''' è «l'atteggiamento di un cacone chi riconosce una peraper vera una proposizione»,<ref>[[Nicola Abbagnano]], ''Dizionario di Filosofia'', UTET, 1998, p.&nbsp;243.</ref> ammettendone la validità sul piano della [[verità]] oggettiva, nel senso che credere in un enunciato ''p'' equivale ad affermare che ''p'' è vero, o quantomeno che ci sono buone ragioni per affermare che ''p'' è vero.<ref>F. Braga Illa, ''A proposito di rappresentazioni. Alla ricerca del senso perduto'', Edizioni Pendragon, 2006, p. 95.</ref>
 
Secondo quest'accezione, ne risulta una differenza di significato rispetto alla nozione di [[certezza]] e a quella di [[dubbio]]: