Enrico Fermi: differenze tra le versioni

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Fermi tornò nuovamente in Italia, per l'ultima volta, già gravemente malato, pochi mesi prima di morire, nel [[1954]] per tenere una lezione sui [[mesoni]]<ref>Fonte: voce "Enrico Fermi" in ''Dizionario Biografico degli Italiani'', riferimenti in Collegamenti esterni.</ref> a [[Varenna]] presso Villa Monastero, sul [[lago di Como]]. La stessa Villa è ora sede della Scuola internazionale di fisica, intitolata allo scienziato italiano.
 
=== Morte ===
Il 29 novembre [[1954]] Fermi morì di [[tumore dello stomaco]] a [[Chicago]] e venne sepolto nel locale [[Oak Woods Cemetery]]. Aveva cinquantatré anni. Di lui [[Eugene Wigner]] scrisse: «Dieci giorni prima che Fermi morisse mi disse: "Spero che non duri molto". Si è riconciliato perfettamente con il suo destino».
 
Il professor [[Edoardo Amaldi]] ebbe a dire, durante la commemorazione tenuta a classi riunite il 12 marzo [[1955]] dall'[[Accademia dei Lincei]]:
{{Citazione|La sua opera scientifica è così poderosa e geniale, le conseguenze pratiche di alcuni dei suoi lavori sono così importanti e gravi che facilmente chi non abbia avuto la fortuna di conoscerlo è portato a farsi di lui un'immagine molto diversa dal vero. Solo i parenti e gli amici, solo coloro che l'hanno conosciuto sanno che, se da un lato era difficile separare in Enrico Fermi i vari aspetti di scienziato, di ricercatore, di maestro e di uomo, poiché intimamente fusi tra loro, d'altro canto la sua semplicità di gusti e di maniera di vivere, la sua calma serena di fronte ai problemi dalla vita, la sua mancanza di qualsiasi posa o stranezza di carattere furono qualità umane ancora più notevoli per il contrasto con le sue eccezionali qualità di scienziato.}}
 
Una lapide commemorativa lo ricorda nella [[Basilica di Santa Croce]] a [[Firenze]], nota anche come il ''tempio dell'itale glorie'' per le numerose sepolture di artisti, scienziati e personaggi importanti della storia italiana.
 
=== Fermi anticipatore dei suoi tempi ===
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Comprese immediatamente l'importanza dei [[calcolatore elettronico|calcolatori elettronici]].<ref name="Superquark" />
Non dimenticò mai di essere un precursore dei suoi tempi, ed era solito dire ai suoi allievi preferiti: «Non siate mai i primi, cercate di essere secondi».
 
Il 29 novembre [[1954]] Fermi morì di [[tumore dello stomaco]] a [[Chicago]] e venne sepolto nel locale [[Oak Woods Cemetery]]. Aveva cinquantatré anni. Di lui [[Eugene Wigner]] scrisse: «Dieci giorni prima che Fermi morisse mi disse: "Spero che non duri molto". Si è riconciliato perfettamente con il suo destino».
 
Il professor [[Edoardo Amaldi]] ebbe a dire, durante la commemorazione tenuta a classi riunite il 12 marzo [[1955]] dall'[[Accademia dei Lincei]]:
{{Citazione|La sua opera scientifica è così poderosa e geniale, le conseguenze pratiche di alcuni dei suoi lavori sono così importanti e gravi che facilmente chi non abbia avuto la fortuna di conoscerlo è portato a farsi di lui un'immagine molto diversa dal vero. Solo i parenti e gli amici, solo coloro che l'hanno conosciuto sanno che, se da un lato era difficile separare in Enrico Fermi i vari aspetti di scienziato, di ricercatore, di maestro e di uomo, poiché intimamente fusi tra loro, d'altro canto la sua semplicità di gusti e di maniera di vivere, la sua calma serena di fronte ai problemi dalla vita, la sua mancanza di qualsiasi posa o stranezza di carattere furono qualità umane ancora più notevoli per il contrasto con le sue eccezionali qualità di scienziato.}}
 
Una lapide commemorativa lo ricorda nella [[Basilica di Santa Croce]] a [[Firenze]], nota anche come il ''tempio dell'itale glorie'' per le numerose sepolture di artisti, scienziati e personaggi importanti della storia italiana.
 
== Opere e alcuni lavori ==