Istituto Autonomo Case Popolari: differenze tra le versioni

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Fra le due guerre il [[fascismo]] intervenne sull'[[urbanistica]] per far fronte alla crisi degli alloggi e previde facilitazioni per gli enti che si occupavano di realizzarne<ref>Alberto Clementi, Francesco Perego (a cura di), ''La Metropoli "spontanea": il caso di Roma - 1925-1981, sviluppo residenziale di una città dentro e fuori dal piano'', Volume 18 de ''Il Politecnico'' (Bari, Italy), Edizioni Dedalo, 1983 - ISBN 8822008189</ref>, fra i quali l'ICP o l'[[Unione Edilizia Nazionale]]<ref>Posta però in liquidazione nel 1923</ref> o l'[[INCIS]] (Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato), l'[[IFACEP]] o altri ancora; queste realizzavano tanto il territorio metropolitano quanto quello coloniale, pertanto vi era fabbricazione di alloggi popolari anche nell'[[Africa Orientale Italiana]]<ref name="rm3">M. Barbot, A. Caracausi, P. Lanaro (a cura di), ''Lo sguardo della storia economica sull'edilizia urbana'', Volume 4 di ''Città e storia'', Editore Croma - Università Roma TRE, 2009 - ISBN 888368107X</ref>.
 
Successivamente si ha la trasformazione degli IACP, in base al DPR n.616 del 24 luflio 1977 e Legge n.142/1990, tramite specifica legge regionale promulgata da ogni regione, in ''Azienda territoriale per l'edilizia residenziale'' (in sigla '''ATER'''), edilizia popolare a livello regionale.
 
== Note ==