Cimbelino: differenze tra le versioni
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===La storia===
La vicenda inizia con la partenza per l'esilio di Postumo, diretto a Roma: la giovane principessa, ancora innamoratissima del marito, si confida col fido servo Pisanio, non fidandosi molto dei modi melensi della matrigna. In effetti, la nuova regina, sotto la maschera di moglie e madre amorevole, è una cinica e spietata macchinatrice che non esiterebbe a uccidere Imogene e Cimbelino per salire al trono
Con il pretesto di compiere alcune ricerche, chiede un veleno al medico Cornelio: l'uomo, intuendo il pericolo, ne ha sostituito il letale contenuto con una pozione che causa la morte apparente. La boccetta in seguito finisce nelle mani di Pisanio, a cui viene spacciata come una medicina.
Nel frattempo, a Roma, Postumo scommette con l'amico Iachimo sulla fedeltà della moglie: l'uomo perciò viene mandato in Britannia a conoscere la donna, che prova inutilmente a sedurre. Iachimo perciò si nasconde in un baule fatto entrare con una scusa nella camera di Imogene, e ne approfitta per studiare l'ambiente e soprattutto, la vittima.<br />▼
▲Nel frattempo, a Roma, Postumo scommette con l'amico Iachimo sulla fedeltà della moglie: l'uomo perciò viene mandato in Britannia a conoscere la donna, che prova inutilmente a sedurre. Iachimo perciò si nasconde in un baule fatto entrare con una scusa nella camera di Imogene, e ne approfitta per studiare l'ambiente e soprattutto, la vittima.
[[File:Westall-ImogenInBed.jpg|thumb|Iachimo osserva Imogene a letto, illustrazione di Richard Westall ([[1794]])]]
Mentre Cimbelino è alle prese con gli ambasciatori di Roma che richiedono il tributo che la Britannia si rifiuta di pagare da molto tempo, Imogene, dopo un'aspra discussione con Cloteno, che le ha dichiarato inutilmente il suo amore, fugge dalla corte con l'aiuto di Pisanio, dirigendosi al porto di Milford Haven, dove suo marito, ora che è scoppiata la guerra, le ha chiesto di raggiungerla. Per strada, Pisanio le rivela una terribile verità: Postumo l'ha accusata di adulterio (per motivi che Imogene ancora ignora) e in una lettera ha chiesto al servo di ucciderla una volta arrivati a Milford.
Ma Pisanio non ha alcuna intenzione di uccidere la sua padrona: la fa travestire da uomo e partire da sola per Milford Haven, dove potrà imbarcarsi al servizio di Gaio Lucio, un ambasciatore amico di Cimbelino, mentre lui porterà a Postumo la finta notizia della sua morte. Prima di partire le dà la boccetta ricevuta dalla Regina. Nel frattempo, a corte, si scopre che Imogene è scappata: Cloteno, che vuole vendicarsi della ragazza, parte al suo inseguimento.
Persasi per strada, Imogene (che ora è travestita da uomo e si fa chiamare Fedele) trova ospitalità presso una famiglia di campagnoli, formata dal padre Morgan e dai figli Polidoro e Cadvalo: la ragazza si affeziona ai due giovani e li considera come dei fratelli.<br />▼
▲Persasi per strada, Imogene (che ora è travestita da uomo e si fa chiamare Fedele) trova ospitalità presso una famiglia di campagnoli, formata dal padre Morgan e dai figli Polidoro e Cadvalo: la ragazza si affeziona ai due giovani e li considera come dei fratelli.
Mentre Bellario e Arvirago sono a caccia, Guiderio, rimasto a badare a Imogene, che nel frattempo si è ammalata, uccide Cloteno, giunto nei pressi per cercare la ragazza. Imogene, nel frattempo, ha ingerito la medicina datagli da Pisanio, e cade in catalessi: i due fratelli celebrano un funerale molto semplice per lei e per Cloteno. La giovane si risveglia, vede il corpo decapitato del fratellastro e vedendogli addosso i vestiti di Postumo (che Cloteno indossava per una sorta di vendetta verso Imogene), crede che quel corpo sia quello del marito, e che Pisanio l'abbia ucciso.
In quel momento, Gaio Lucio passa per caso con l'esercito, e saputa la sua storia, decide di prenderla sotto la sua ala. Imogene perciò finisce al fronte. La battaglia tra Romani e Britanni finisce con la vittoria dei secondi, spronati da Bellario, Guiderio e Arvirago: molti uomini romani vengono catturati, tra cui l'ambasciatore, Iachimo e Postumo, il quale, per il forte senso di colpa, ha deciso di aiutare l'esercito del suocero, salvando anche in battaglia lo stesso sovrano.
== Origini ==
=== Fonti ===
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