Wavelength Division Multiplexing: differenze tra le versioni

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I componenti principali di un sistema DWDM tipico sono:
 
# Un '''multiplexer terminale''' o terminale DWDM: questo dispositivo è dotato di [[trasponder]] individualeindividuali per ciascun segnale di ingresso, di un multiplexer ottico e, dove serve, di un amplificatore ottico EDFA. Ciascun transponder riceve un segnale ottico da una sorgente dati esterna (per esempio un dispositivo SDH o SONET o qualsiasi altro tipo di dispositivo di telecomunicazione), lo converte in un segnale elettrico e poi lo ritrasmette su una lunghezza d'onda specifica, diversa per ciascun ingresso, usando un laser nella banda a 1550 nm. Questi segnali vengono poi combinati insieme dal multiplexer ottico in un segnale ottico aggregato a lunghezze d'onda multiple e poi trasmesso su una singola fibra (per esempio di tipo SMF-28). Il terminale può essere opzionalmente dotato anche di un trasmettitore EDFA per amplificare il segnale in uscita. I primi terminali DWDM sviluppati a metà degli [[anni 1990|anni novanta]] mettevano a disposizione 4 o 8 trasponder; già negli anni 2000 erano disponibili a livello commerciali terminali in grado di multiplare fino a 128 segnali.
# Un '''ripetitore di linea intermedio''' (o ''Intermediate Line Amplifier'', ILA): si tratta di un dispositivo posizionato ogni 80–100 km il cui compito è compensare l'attenuazione in potenza del segnale ottico dovuta alla lunghezza della fibra. Sostanzialmente è un amplificatore di tipo EDFA a più stadi che ri-amplifica il segnale ottico aggregato.
# Un '''terminale ottico intermedio''' (''optical add-drop multiplexer'', OADM): questo è un dispositivo che svolge sia la funzione di ripetitore che quella di aggiungere o estrarre localmente alcune lunghezze d'onda. Questo tipo di apparato è in grado anche di effettuare misure di diagnostica ottica e di inserire o estrarre segnali di telemetria per localizzare eventuali rotture della fibra o per tenere sotto controllo ed eventualmente aggiustare i parametri ottici.