Sacerdote: differenze tra le versioni

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Verso il [[IV secolo]], quando ormai non esisteva più il problema del confronto né con gli ebrei né con i pagani, nella [[cristianesimo|religione cristiana]] si tornò a usare il termine "sacerdote" per indicare il ministero ecclesiastico, riscoprendo così il ricco substrato dottrinale del ministero dell'[[Antico Testamento]].
Concretamente, ciò ha comportato anche una "sacralizzazione" del ministero, nel quale si è via via enfatizzato sempre di più l'aspetto [[liturgia|liturgico]] ([[sacramenti]]), a detrimento di quelli di guida e di insegnamento.
Nel [[cattolicesimo romano|cattolicesimo]] e nelle altre confessioni cristiane che affermano l'esistenza di un sacerdozio "ministeriale" distinto da quello di tutti i credenti, con "sacerdote" s'intendono il [[presbitero]] e, il [[vescovo]] e il diacono, in conseguenza dell'[[ordine sacro]] che hanno ricevuto.
 
Nella sistemazione dottrinale [[Concilio di Trento|tridentina]] del [[Cattolicesimo]], l'ordine sacro è il [[sacramento]] che attribuisce in modo permanente a una persona il ministero ecclesiastico del presbiterato (rimase controversa la definizione della sacramentalità dell'episcopato).