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{{Vedi anche|Durga Puja}}
[[File:Durga.jpeg|thumb|upright=0.5|Una [[murti]] di Durga.]]
<!--[[ImmagineFile:s325_durga-5_md-ali-park-modern.png|thumb|left|Modern symbolic depiction of Durga.]]-->
Il culto di Durga nel mese autunnale di Sharat costituisce la maggior festività del Bengala. Puja significa culto, e il Durga Puja si celebra dal sesto al decimo giorno di luna piena nel mese di [[Ashvin]], che è il sesto mese del calendario induista. Occasionalmente però, a causa di uno sfasamento tra il ciclo lunare e i mesi solari, si può anche tenere nel mese seguente, [[Kaartika|Kartik]], che nel calendario gregoriano corrisponde ai mesi di settembre/ottobre.
 
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=== Durga Puja nel Bengala ===
<!--[[ImmagineFile:S334_durga-one-paT-small.png|thumb|Clockwise: [[Ganesh]], [[Lakshmi]], Durga, [[Saraswati]] and [[Kartik]].]]-->
Su Durga esiste una notevole letteratura in [[lingua bengalese]], tra cui ''Durgabhaktitarangini'' di [[Vidyāpati]], ''Durgotsavnirnaya'' ([[XI secolo]]), opere del ([[XIV secolo]]), ecc. Il Durga Puja era popolare nel Bengala medievale, e risulta essere stato celebrato nelle corti di [[Rajshahi]] ([[XVI secolo]]) e del [[distretto di Nadia]] ([[XVIII secolo]]). Fu durante il [[XVIII secolo]], però, che il culto di Durga divenne popolare tra i proprietari terrieri del Bengala. Oggi la cultura del Durga Puja si è spostata dalle case principesche a forme ''Sarvojonin'' (letteralmente, "che coinvolge tutti").
 
Durante la settimana del Durga Puja, in tutto lo stato del Bengala Occidentale come anche nelle grandi enclave di bengalesi in altre parti del mondo, la vita si ferma. Sui campi da gioco, nelle piazzole del traffico, in pozze d'acqua stagnante, ovunque ci sia un po' di spazio disponibile, vengono montate delle strutture elaborate chiamate ''pandal'', molte con un anno di studio alle spalle. La parola ''pandal'' significa "struttura temporanea", fatta di bambù e tessuto che viene usata per il culto (''puja'') della dea
<!-- [[ImmagineFile:s327_coll-sqr-big-small.png|thumb|230px|left|Durga Puja ''pandal'' in [[Kolkatta]].]]-->
 
Da qualche parte dentro questo complesso di edifici, Durga regna, stando seduta sul leone e brandendo dieci armi con le sue dieci mani. Questo è il cuore religioso della festa e la folla si riunisce al mattino per offrirle fiori. Suonatori di tamburo che portano i grandi ''dhaak'' in pelle mostrano la loro abilità durante le danze rituali chiamate ''arati''.
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La scultura dell'idolo si è evoluta. Il culto raffigura sempre Durga con i suoi quattro bambini, e occasionalmente due divinità che la servono e alcuni alberi di banano. Una volta le cinque figure venivano dipinte nello stesso quadro, tradizionalmente chiamato ''pata''. Dagli [[anni 1980|anni ottanta]], però, la tendenza è quella di raffigurare ogni idolo separatamente.
 
Alla fine dei sei giorni l'idolo viene portato in processione in mezzo a canti e rulli di tamburo fino al fiume o in altri luoghi acquatici, e viene messa in acqua per indicare la partenza della dea verso casa sua da suo marito sull'[[Himalaya]]. Dopo di che, nella tradizione chiamata ''Vijaya Dashami'', le famiglie si fanno visita l'una con l'altra offrendo canditi agli ospiti (''Dashami'' sta per "decimo giorno" e ''Vijay'' per "vittoria"). <!--[[ImmagineFile:S343_cooperative-durgapuja-cave-small.png|thumb|180px|Durga ''pandal'' in [[New Delhi]].]]-->
 
Associato a Durga c'è anche il mito nel quale [[Rāma]] invoca la dea durante la battaglia contro [[Rāvaṇa]]. Per questo motivo lo stesso decimo giorno è celebrato nell India settentrionale come ''Dussehra'', quando enormi effigi in paglia di Ravana vengono bruciate.
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