Josef Radetzky: differenze tra le versioni

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{{vedi anche|Prima guerra di indipendenza italiana}}
[[File:Werner - Presa di Milano, il 6 agosto 1848 - litografia - ca. 1850.jpg|thumb|upright=1.4|left|Presa di Milano (5-6 agosto 1848)]]
[[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] non riuscì, o non volle, combattere uno scontro risolutivo contro l'esercito austriaco, nonostante il grande entusiasmo sollevato in Lombardia e a Milano che con la sua insurrezione aveva costretto Radetzky a ritirarsi in direzione del [[fortezze del Quadrilatero|Quadrilatero]]: la [[Carica di Pastrengo]] ebbe esiti meramente tattici, salvando Carlo Alberto e rinnovando il vigore degli attacchi delle brigate Cuneo e Piemonte, il sovrano sabaudo non portò a compimento la [[battaglia di Santa Lucia]] presso [[Verona]], il 6 maggio, delle [[fortezze del Quadrilatero]] prese solo [[Peschiera del Garda|Peschiera]] e solo il 31 maggio e, soprattutto, non poté impedire che un'armata di rinforzo giungesse a [[Verona]] dal Carso attraverso il [[Veneto]] insorto ([[battaglia di Vicenza (1848)|battaglia di Vicenza]] il 10-11 giugno).
 
Radetzky, aveva superato la strenua resistenza dei pochi [[Granducato di Toscana|toscani]] il 29 maggio a [[battaglia di Curtatone e Montanara|Curtatone]], solo per essere respinto, il 30 maggio, a [[battaglia di Goito|Goito]]. Ma, una volta raggiunto dai rinforzi, riprese l'offensiva e batté l'esercito di [[Carlo Alberto di Savoia|Carlo Alberto]] a [[Battaglia di Custoza (1848)|Custoza]] il 25 luglio, costringendolo alla ritirata su [[Milano]] ed alla firma dell'[[armistizio di Salasco]], che obbligava l'esercito piemontese ad evacuare la Lombardia e Milano (rioccupata il 6 agosto).