Hailé Selassié: differenze tra le versioni

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{{notaNota disambigua|il capo locale|Immirù Hailé Selassié}}
{{Avvisounicode}}
{{Monarca
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|casa reale =
|dinastia = [[Dinastia Salomonide|Salomonide]]
|padre = ''[[rasRas (titolo)|ras]]'' [[Maconnèn Uoldemicaèl]]
|madre = ''uoizerò'' Yeshimebet Ali Abba Gifar
|consorte = [[Menen Asfaw]]
|consortedi =
|coniuge 1 =
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|figli = principessa Romanework<br />principessa Tenagnework<br />principe [[Amhà Selassié|AsfaAsfauossen UossenTafarì]]<br />principessa Zenebework<br />Principessaprincipessa Tsehai<br />principe [[Makonnen Hailé Selassié|Principe Maconnèn Hailé Selassié]]<br />Principeprincipe SahleSalila SelassieSelassié
|religione = [[Chiesa ortodossa etiope]]
|motto reale =
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|Nome = Haile
|Cognome = Selassie
|PostCognome = ([[lingua ge'ez|ge'ez]]: {{langLang|am|ኃይለ፡ ሥላሴ}}, "Potenza della [[Trinità (cristianesimo)|Trinità]]"), nato '''Tafarì Maconnèn'''
|ForzaOrdinamento = Selassie ,Haile
|Sesso = M
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|Nazionalità = etiope
|Categorie = no
|FineIncipit = è stato ''[[Negus#Negus neghesti|negus neghesti]]'' e ultimo [[imperatore d'Etiopia]] dal [[1930]] al [[1936]], e dal [[1941]] al [[1974]]
}}
Era l'erede della [[dinastia Salomonide]], che secondo la tradizione avrebbe origine dal [[re [[Salomone]] e dalla [[regina di Saba]]. Quando l'[[Impero d'Etiopia]] [[Guerra d'Etiopia|fu invaso e conquistato]] dall'[[Storia del fascismo italiano|Italia fascista]] nel [[1936]], scelse l'esilio volontario fino al [[1941]], quando il [[Regno Unito]] conquistò l'[[Africa Orientale Italiana]] e riconsegnò il trono al ''negus''. Verrà nuovamente detronizzato nel [[1974]], quando [[Menghistu HailèHailé Mariàm]] rovesciò l'impero e trasformò l'[[Etiopia]] in uno [[Stato socialista]].
 
== Biografia ==
=== Primi anni ===
[[File:Selassie on Time Magazine cover 1930.jpg|thumb|sinistra|Hailé Selassié sulla copertina del [[TIMETime]] del 3 novembre 1930.]]
[[File:ETH-BIB-Die zwei Töchter des Kaisers im Palastpark-Abessinienflug 1934-LBS MH02-22-0372.tif|thumb|Due figlie dell'imperatore nel parco del palazzo (1934)]]
Secondo la tradizione etiope ''[[Ras (titolo)|ras]]'' Tafarì Maconnèn, incoronato imperatore concol ilnuovo nome di Hailé Selassié I, è il duecentoventicinquesimo discendente della [[dinastia Salomonide]], attraverso la linea di David, appartenente alla [[Tribù di Giuda]].
 
Nell'antico testo sacro etiope ''[[Gloria dei Re]]'', la [[Regina di Saba]] (ovvero d'[[Etiopia]]) chiamata Machedà incontrò [[re [[Salomone]] (evento descritto anche nella Bibbia, 1 Re 10; 2 Cr 9), ed ebbero assieme un figlio, il primogenito, incoronato re con ilcol titolo di [[Menelik I]]. Da questo sovrano, attraverso 224 generazioni discenderebbe Hailé Selassié. Secondo la tradizione etiope, seguendo la linea monarchica di discendenza diretta, il duecentoventicinquesimo erede del trono è l'ultimo re dei re.
Secondo la tradizione etiope ''[[Ras (titolo)|ras]]'' Tafarì Maconnèn, incoronato imperatore con il nome di Hailé Selassié I, è il duecentoventicinquesimo discendente della [[dinastia Salomonide]], attraverso la linea di David, appartenente alla [[Tribù di Giuda]].
 
Nell'antico testo sacro etiope ''[[Gloria dei Re]]'', la [[Regina di Saba]] (ovvero d'[[Etiopia]]) chiamata Machedà incontrò [[re Salomone]] (evento descritto anche nella Bibbia, 1 Re 10; 2 Cr 9), ed ebbero assieme un figlio, il primogenito, incoronato re con il titolo di [[Menelik I]]. Da questo sovrano, attraverso 224 generazioni discenderebbe Hailé Selassié. Secondo la tradizione etiope, seguendo la linea monarchica di discendenza diretta, il duecentoventicinquesimo erede del trono è l'ultimo re dei re.
 
Figlio di [[Maconnèn Uoldemicaèl|ras Maconnèn Uoldemicaèl]] e cugino del [[negus]] [[Menelik II d'Etiopia]], Hailé Selassié cresce tra la corte imperiale e quella paterna, diventando amministratore e governatore di [[Harar]] all'età di 13 anni. Inoltre, dall'età di 6 anni, ricevette una educazione mista, sia da parte del clero copto, che da un missionario gesuita francese, imparando a padroneggiare bene diverse lingue straniere (in particolare il francese e l'arabo). Divenne anche un lettore compulsivo, dagli ampi interessi. Nel [[1906]] si sposa con [[Menen Asfaù]].
 
Inizialmente è considerato come il possibile successore di suo cugino Menelik, ma il trono va al presunto [[Islam|musulmano]] [[titoliTitoli nobiliari etiopi|ligg]] [[liggLigg Iasù|Iasù V]] (la conversione all'islam di Iasù fu sempre negata però dall'interessato, che ha accusato l'imperatrice Zauditù di aver ordito una congiura ai suoi danni usando come scusa le origini islamiche della sua famiglia). Selassié, nel 1916, partecipa ada un colpo di stato, ordito con ilcol pretesto di impedire ada un musulmano di regnare sul cristianissimo regno di Etiopia, e lo fa deporre, diventando [[reggente]] durante il regno dell'imperatrice [[Zauditù d'Etiopia|Zauditù]]. Il colpo ebbe l'appoggio entusiasta di Francia, Italia e Regno Unito, perché, durante la grande guerra, Iasù aveva dimostrato diversi contatti con l'Austria Ungheria e la Turchia; ma fu ben accolto anche dalla popolazione, poiché il precedente imperatore aveva una fama di persona incline alla crudeltà eed ada una vita di eccessi sessuali, ben poco consona con la tradizione delle élite aristocratiche etiopiche. Il successo del colpo di stato ad Addis Abeba fece riscontro ada una guerra nelle campagne, particolarmente acuta nel 1916-1917, ma che continuò, con alti e bassi, fino al 1924.
 
Durante la reggenza promuove la modernizzazione del Paese e nel [[1923]] ottiene l'ingresso dell'Etiopia nella [[Società delle Nazioni]], primo Paese [[africa]]no a farne parte. Nel [[1924]] è in visita ufficiale in [[Italia]] e in [[Città del Vaticano|Vaticano]], oltre che in diversi altri paesi europei (Francia, Svezia e Gran Bretagna gli tributeranno grandi onori). Viene dapprima incoronato [[negus]] neghesti (re dei re) nel [[1928]] e, alla morte dell'imperatrice, diventa [[imperatore]] il 2 novembre [[1930]] assumendo il nome di Hailé Selassié, che significa "Potenza della Trinità". Nel 1930 vara la prima costituzione etiopica (che stabilisce per l'imperatore ampissimi poteri, ma si ispira per molti versi alla costituzione giapponese del 1889) nel [[1931]] crea un primo [[senato]] di notabili e successivamente fonda l'[[Università di Addis Abeba]].
 
Tutto il periodo tra il 1916 e il 1930 venne utilizzato per modernizzare il paese in senso accentratore eed occidentalizzante, anche se con grandissima cautela (per evitare le rotture con l'aristocrazia e il clero tradizionalisti), cercando di sostituire il feudalesimo e il sistema schiavista in vigore con una forma più moderna e liberale di governo, oltre ad adeguare il sistema economico all'industrializzazione. I risultati (soprattutto economici), anche per la scarsità di capitali, non furono esaltanti, ma l'amministrazione pubblica nel 1930 era decisamente più efficiente, scelta anche in base al merito e non solo alla nascita, e dotata di funzionari e diplomatici di riprovata capacità e cultura. Inoltre la situazione internazionale del regno era enormemente migliorata, ed erano state in buona parte rintuzzate le mire imperialistiche della Gran Bretagna sulla regione del lago Tana.
 
Più tesa era la situazione con l'Italia fascista, che non vedeva affatto di buon occhio la modernizzazione dell'Etiopia, cercava di ostacolarla finanziando le congiure ede i maneggi della grande aristocrazia feudale e, nel 1930, provò anche a favorire l'evasione di Iasù (presto ricondotto in carcere). Ottimi, anche in chiave anti-italiana, erano invece i rapporti con la Francia, specie negli anni '20, che non valsero però a far ottenere all'Etiopia l'agognato sbocco al mare. Dopo il 1930 il programma di modernizzazione del paese dovette, visto che lo spionaggio etiopico confermava la presenza in Italia di un fortissimo partito della guerra e di imponenti opere di preparazione all'invasione, concentrarsi sul riarmo e la modernizzazione dell'esercito (anche con la creazione di un'accademia militare, e con l'importazione di numerosi consiglieri militari dal Belgio, uniti ad alcuni esuli russi bianchi che si erano stabiliti nell'impero), che da quel momento in avanti divenne la principale voce di spesa per lo stato. Venne anche fondata una piccola aviazione, che però rimase embrionale e priva di capacità militari reali.
 
Uno dei problemi emersi negli anni '20 era quello della scarsità di entrate certe per lo stato, unito alla debolezza della riserve di valuta straniera forte, per questo la tassazione venne più volte alzata, ada un livello così elevato che creò anche alcune rivolte, ben domate però dal rinnovato esercito etiopico, e da un corpo di polizia occidentalizzato e addestrato da funzionari fatti venire apposta dalla Svizzera.
 
L'abolizione della schiavitù fu più volte tentata, e più volte rimandata, furono però abolite la tratta e la compravendita degli schiavi, promulgate norme per favorire il concetto di "ventre libero" (ovvero il figlio di uno schiavo non sarebbe stato schiavo) e per rendere conveniente la liberazione degli schiavi nel diritto ereditario. Il numero di schiavi si ridusse così lentamente, da circa 6-700.000 a quasi 500.000 nel 1932, in un processo graduale che avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni dell'imperatore, alla completa soppressione di questa pratica entro il 1940. Come in tutte le opere di modernizzazione di Selassié si verificò anche in questo la sua abituale prudenza, volta a far uscire il suo paese dalla dimensione "medioevale" senza rotture o traumi, come invece faceva in quegli anni Ataturk, puntando di più sull'educazione e la modernizzazione delle coscienze, limitando gli interventi dall'alto al mantenimento di un rigido ordine pubblico eed alla soppressione delle rivolte centripete.
 
L'imperatore era famoso anche per il suo carattere tranquillo e paziente, per la sua capacità di gestire le congiure di corte in modo indolore, sopravvivendo a qualunque avversità, per l'amore verso la cultura, sia tradizionale che occidentale, la passione per i cani, le ottime capacità propagandistiche, l'attenzione verso la stampa e i media, il gusto per lo sfarzo del cerimoniale di corte (da lui reso più "occidentale").
 
=== Il conflitto con l'Italia ===
Dopo l'[[incidente di Ual Ual]] e l'inizio della crisi diplomatica con l'[[Italia]], si reca spesso alle conferenze della [[Società delle Nazioni]] per perorare la causa etiope: è del 2 gennaio [[1935]] il suo più preoccupato intervento per la tutela dei confini abissini. Il 2 ottobre 1935 [[Benito Mussolini|Mussolini]] annuncia la guerra contro l'Etiopia; il giorno seguente Hailé Selassié I chiama a raccolta i suoi soldati con parole dure e toccanti mentre il 19 ottobre consiglia al comandante militare [[Cassa Darghiè|ras Cassa Darghiè]] di utilizzare la tattica della [[guerriglia]] e di puntare molto sulla [[armiArma contraereicontraerea|contraerea]]. Nel frattempo, il 18 novembre l'[[Italia]] è colpita dalle [[Sanzioni economiche all'Italia fascista|sanzioni economiche]], approvate alla [[Società delle Nazioni]] da 50 stati con ilcol solo voto contrario dell'Italia e l'astensione di Austria, Ungheria eed Albania<ref>{{Cita libro|autore=[[Nicola Tranfaglia]]|titolo=Il fascismo e le guerre mondiali|editore= UTET|anno=2011|p=309}}</ref>
 
Dopo gli iniziali successi italiani, in dicembre prova a ribaltare la situazione lanciando l'offensiva di Natale, che però si esaurisce nel gennaio [[1936]] senza ottenere risultati di rilievo. Qualche settimana dopo la sconfitta di [[Immirù Hailé Selassié|ras Immirù]], Selassié raduna la propria guardia imperiale e muove verso nord, incontro all'esercito italiano. Le due armate si scontrano nella conca di [[Battaglia di Mai Ceu|Mai Ceu]]. All'alba del 31 marzo gli abissini attaccarono gli alpini ma vengono bloccati e infine respinti. La battaglia terminò con perdite in entrambi gli schieramenti e fu chiaro che per Hailé Selassié si trattasse di una grave sconfitta, conseguentemente egli ordinò la ritirata verso [[Dessiè]]. Badoglio valutò le perdite etiopiche in circa 8.000 caduti (in parte durante il successivo inseguimento, in cui si distinse particolarmente la Regia Aeronautica, con bombardamenti convenzionali, mitragliamenti ed attacchi con l'iprite), mentre quelle italiane ammontavano a 68 ufficiali, 332 soldati nazionali e 873 ascari eritrei.
 
Quella di Mai Ceu fu l'ultima grande battaglia in cui un imperatore in carica condusse e guidò di prima persona il suo esercito, mentre nei giorni precedenti (il 15 febbraio 1935) Hailé Selassié fu il primo (e unico) imperatore ad abbattere un aereo (manovrando un cannoncino contraereo Oerlikon da 20&nbsp;mm)<ref>cfr. Angelo del Boca, Il negus, Laterza, Bari, 1995-2007, pp.&nbsp;143</ref>. In verità Selassie condusse di persona il suo esercito in altre occasioni, sia in precedenza (come ad Anchem, contro i partigiani del precedente imperatore e contro alcuni ribelli), sia in seguito durante le operazioni di riconquista dell'Etiopia nella seconda guerra mondiale, tuttavia non ebbe la fama di grande guerriero, come i suoi avi (in particolare Menelik e JhoannesJohannes IV), perché non vinse mai una battaglia risolutiva, {{Senza fonte|anche se dimostrò spesso grande coraggio personale e fermezza morale}}.
 
La difesa di Addis Abeba e del sud del paese si presentava allora molto critica, anche perché il grosso dell'esercito etiopico era stato colpito duramente, soprattutto dall'aviazione e dall'artiglieria italiana, con l'uso di gas (Iprite o gas mostarda e Fosgene) contro cui gli etiopi non potevano opporre che alcune centinaia di vecchie maschere anti gas, per altro non sempre funzionanti. Si decise di non difendere la capitale e di far fuggire l'imperatore dal paese anche per timore di vedere la città completamente distrutta dall'aviazione.
 
Poco prima del compimento della conquista italiana Hailé Selassié scelse l'esilio volontario dal suo Paese e si reco'recò a [[Bath]], in [[Gran Bretagna]], dopo essere stato per qualche giorno a [[Gerusalemme]]. Quando, il 12 maggio, la [[Società delle Nazioni]] gli concesse la possibilità di tenere un discorso all'assemblea, l'Italia ritirò la propria delegazione.<ref>{{citaCita libro | cognome= Spencer | nome= John| titolo= Ethiopia at Bay: A Personal Account of the Haile Selassie Years| editore= Tsehai| città= Hollywood, CA| anno= 2006|lingua= inglese|pagine= 72}}</ref> L'Imperatore etiopico, nel suo discorso tenuto in [[Lingua amarica|amarico]] (nonostante conoscesse il francese) denunciò l'uso da parte dell'esercito italiano di [[armi chimiche]] contro la popolazione [[Etiopia|etiope]]<ref>{{citaCita libro | cognome= Mazzoni | nome= Lorenzo| titolo="[[Haile Selassie I]]. Discorsi scelti 1930 - 1973". | editore=[[Stampa Alternativa]] / Nuovi Equilibri, 2011. ISBN 978-88-6222-159-7}}</ref>:
{{Citazione|[…] È mio dovere informare i governi riuniti a Ginevra, in quanto responsabili della vita di milioni di uomini, donne e bambini, del mortale pericolo che li minaccia descrivendo il destino che ha colpito l'Etiopia. Il governo italiano non ha fatto la guerra soltanto contro i combattenti: esso ha attaccato soprattutto popolazioni molto lontane dal fronte, al fine di sterminarle e di terrorizzarle. […] Sugli aeroplani vennero installati degli irroratori, che potessero spargere su vasti territori una fine e mortale pioggia. Stormi di nove, quindici, diciotto aeroplani si susseguivano in modo che la nebbia che usciva da essi formasse un lenzuolo continuo. Fu così che, dalla fine di gennaio del 1936, soldati, donne, bambini, armenti, fiumi, laghi e campi furono irrorati di questa mortale pioggia. Al fine di sterminare sistematicamente tutte le creature viventi, per avere la completa sicurezza di avvelenare le acque e i pascoli, il Comando italiano fece passare i suoi aerei più e più volte. Questo fu il principale metodo di guerra. […] A parte il Regno di Dio, non c'è sulla terra nazione che sia superiore alle altre. Se un governo forte acquista consapevolezza che esso può distruggere impunemente un popolo debole, quest'ultimo ha il diritto in quel momento di appellarsi alla Lega delle Nazioni per ottenere il giudizio in piena libertà. Dio e la storia ricorderanno il vostro giudizio. […]|Estratto del discorso di Hailé Selassié alla Società delle Nazioni, 30 giugno 1936<ref>[http://www.polyarchy.org/basta/documenti/selassie.1936.html Testo (incompleto) del discorso]</ref>.}}
[[File:Ethiopian men gather in Addis Ababa, heavily armed with captured Italian weapons, to hear the proclamation announcing the return to the capital of the Emperor Haile Selassie in May 1941. K325.jpg|thumb|Soldati [[Etiopia#Etnie|etiopi]] (Arbegnoch) ad Addis Abeba, armati con armi confiscate agli italiani, che ascoltano il proclama&nbsp;che annuncia il ritorno nella capitale dell'imperatore Haile Selassie (maggio [[1941]])|left]]
[[File:Selassie WWII.jpg|thumb|left|[[Hailé Selassié I]] durante la [[Campagna dell'Africa Orientale Italiana]]]]
 
=== Il ritorno in patria e il dopoguerra ===
[[File:Hailè Selassiè nel 1941 con il capo della chiesa copta Gabre Guirguis.jpg|thumb|Hailé Selassié nel 1941 con l'Abuna della chiesa [[Chiesa ortodossa etiope]] Gabre Guirguis.]]
L'Etiopia non fu mai completamente pacificata dalla conquista italiana, bande armate di partigiani dell'imperatore, e gruppi legati sia a movimenti locali (anche repubblicani o legati alla minoranza tigrina) ood aristocratici condussero una guerriglia continua, con successi temporanei ede insuccessi. Alla resistenza etiopica risposero feroci repressioni e fucilazioni di massa, oltre all'uso dei gas asfissianti. Secondo i dati ufficiali presentati dal governo etiopico nel 1945 (Cfr. Del Boca, op. cit. p.&nbsp;205) nel corso dell'invasione e della "pacificazione" erano deceduti 275.000 tra civili e soldati durante le campagne del 1935-1936, a cui vanno aggiunti 75.000 resistenti uccisi in azione tra il 1936 e il 1941, 17.800 civili erano periti nello stesso periodo prevalentemente vittime di bombardamenti aerei e d'artiglieria (anche con icoi gas, soprattutto nel triennio 1936-1939), 30.000 civili erano stati passati per le armi (soprattutto dopo l'attentato fallito al governatore Graziani, rappresaglie ordinate da membri del seguito, in quanto Graziani rimase privo di conoscenza per oltre una settimana (cfr. Aldo Castellani, Fra microbi e re, Rusconi e Paolazzi editori, Milano, 1961, p. 69) anche contro il clero copto), 24.000 prigionieri erano stati fucilati e 35.000 erano morti in prigionia (inclusi membri della famiglia imperiale, dell'alta aristocrazia e dell'intellighenzia nazionale, deportati in Eritrea, Libia ede Italia), infine le precarie condizioni economiche causate dalla guerra, che avevano comportato migrazioni forzate, flussi di profughi, diffusione di malattie e carestie, erano morti principalmente per fame e dissenteria circa 300.000 persone, svuotando di fatto diversi villaggi. Inoltre vi erano state delle perdite considerevoli anche tra i gruppi etnici (come i Galla) e gli aristocratici che avevano scelto di appoggiare il colonialismo italiano e di assumere posizioni collaborazioniste.
 
L'Etiopia non fu mai completamente pacificata dalla conquista italiana, bande armate di partigiani dell'imperatore, e gruppi legati sia a movimenti locali (anche repubblicani o legati alla minoranza tigrina) o aristocratici condussero una guerriglia continua, con successi temporanei ed insuccessi. Alla resistenza etiopica risposero feroci repressioni e fucilazioni di massa, oltre all'uso dei gas asfissianti. Secondo i dati ufficiali presentati dal governo etiopico nel 1945 (Cfr. Del Boca, op. cit. p.&nbsp;205) nel corso dell'invasione e della "pacificazione" erano deceduti 275.000 tra civili e soldati durante le campagne del 1935-1936, a cui vanno aggiunti 75.000 resistenti uccisi in azione tra il 1936 e il 1941, 17.800 civili erano periti nello stesso periodo prevalentemente vittime di bombardamenti aerei e d'artiglieria (anche con i gas, soprattutto nel triennio 1936-1939), 30.000 civili erano stati passati per le armi (soprattutto dopo l'attentato fallito al governatore Graziani, rappresaglie ordinate da membri del seguito, in quanto Graziani rimase privo di conoscenza per oltre una settimana (cfr. Aldo Castellani, Fra microbi e re, Rusconi e Paolazzi editori, Milano, 1961, p. 69) anche contro il clero copto), 24.000 prigionieri erano stati fucilati e 35.000 erano morti in prigionia (inclusi membri della famiglia imperiale, dell'alta aristocrazia e dell'intellighenzia nazionale, deportati in Eritrea, Libia ed Italia), infine le precarie condizioni economiche causate dalla guerra, che avevano comportato migrazioni forzate, flussi di profughi, diffusione di malattie e carestie, erano morti principalmente per fame e dissenteria circa 300.000 persone, svuotando di fatto diversi villaggi. Inoltre vi erano state delle perdite considerevoli anche tra i gruppi etnici (come i Galla) e gli aristocratici che avevano scelto di appoggiare il colonialismo italiano e di assumere posizioni collaborazioniste.
 
Il contributo dell'imperatore alla guerra di guerriglia fu incostante eed ostacolato dal governo britannico, intenzionato a chiudere la pagina delle sanzioni eed a recuperare in chiave antitedesca l'Italia. Dopo il 1938 però l'imperatore iniziò a riorganizzare i propri seguaci nel paese eed a preparare il suo ritorno, cercando di tenere un disagevole contatto dall'esilio con ilcol movimento di resistenza.
 
Selassié fece ritorno in patria il 20 gennaio del [[1941]], contribuendo alla sconfitta dell'[[Regno d'Italia (1861-1946)|Italia fascista]] e caduta dell'[[Africa Orientale Italiana]] per mano [[Regno Unito|britannica]], con la collaborazione della resistenza etiope guidata dal gruppo ''[[arbegnuoc]]''.<ref>G. Rochat, ''Le guerre italiane 1935-1943'', pp. 300-301.</ref><ref>A. Del Boca, ''Gli italiani in Africa orientale'', vol. III, pp. 338-340 e 458-460.</ref> In particolare l'imperatore riuscì a convincere il governo britannico ada inviarlo in Sudan (via aerea con tappa a Malta) per partecipare all'invasione del fronte sud (che i britannici consideravano il meno importante) della colonia, alla guida della Gideon Force, guidata dal maggiore britannico Orde Charles Wingate e formata da truppe britanniche, sudanesi e da due battaglioni della ricostituita guardia imperiale abissina. I rapporti tra l'imperatore e Wingate furono franchi e cordiali, molto più tesi quelli con ilcol governo britannico, che voleva sostituirsi agli italiani nella gestione dell'Africa Orientale.
 
Gli appelli dell'imperatore, sia prima del suo rientro in patria, sia durante la campagna, riuscirono a favorire alcune sollevazioni popolari contro gli italiani, ricompattarono in senso monarchico il movimento di guerriglia, costrinsero diversi aristocratici collaborazionisti (come ras Sejum Mangascià, Chebbedé Mangascià, Ghettaciù Abate e il degiacdegiàc Ajaleu Burrù) a riconsiderare le loro posizioni e ad abbandonare l'appoggio al governo coloniale. Particolarmente significativo fu il decreto di San Michele, rilasciato il 20 gennaio 1941 contestualmente all'ingresso in territorio etiopico dell'imperatore, in cui veniva concessa l'amnistia a tutti gli etiopici che avevano collaborato con gli italiani, e si faceva appello alla popolazione perché, malgrado i numerosi lutti si agisse con cavalleria e rispetto verso i prigionieri italiani: "Io (Sallasié) vi raccomando di accogliere in maniera conveniente e di prendere in custodia tutti gli italiani che si arrenderanno, con o senza armi. Non rinfacciate loro le atrocità che hanno fatto subire al nostro popolo. Mostrate loro che siete dei soldati che possiedono il senso dell'onore ede un cuore umano. Vi raccomando particolarmente di rispettare la vita dei bambini, delle donne e del vecchi. Non saccheggiate i beni altrui anche se appartengono al nemico. Non incendiate le case.". Questo proclama servì per attenuare le vendette in corso, e fu rispettato dalle truppe agli ordini diretti dell'imperatore e dalla resistenza popolare monarchica (con relativamente poche eccezioni), anche perché l'intento dell'imperatore era conservare tutte le strutture e i quadri dirigenti portati dal colonialismo italiano e utilizzarli nella gestione del potere imperiale per la ricostruzione del paese, anche in sostituzione di quanto faticosamente aveva costruito tra il 1916 e il 1936, ed era andato distrutto durante la guerra.
 
La Gideon Force proseguì la sua offensiva da sud-ovest rapidamente, anche perché gli italiani concentravano la maggior parte dei loro presidi nello [[Scioa|Scioà]] e contro le truppe anglo-indiane in Eritrea eed anglo-sudafricane in Somalia. Un primo contatto con ilcol nemico, in ritirata, avveniva il 6 marzo sulle rive del fiume Bir, contro le truppe del colonnello Natale, che riuscì ad arrestare la carica del II battaglione della guardia imperiale. Questa scaramuccia sanguinosa per entrambi gli schieramenti fu una vittoria italiana sul piano tattico ma etiopica su quello strategico, visto che il Regio Esercito, conscio delle difficoltà dell'impresa e della presenza di reparti regolari ede irregolari, dovette ritirarsi rapidamente verso Debrà Marcos, abbandonando la resistenza sulla linea del Bir e, subito dopo, anche quella dei forti di Dembaccià. La ritirata prosegui: Debrà Marcos veniva abbandonata ai collaborazionisti di Ras Hailù, che si arrendevano immediatamente (con promessa di perdono) alle truppe anglo-etiopiche dalla Gideon Force il 4 aprile 1941: era il primo capoluogo di provincia a tornare nelle mani dell'imperatore. Rinforzati dall'arrivo di numerosi guerriglieri i 3.000 uomini della Gideon Force originaria marciavano verso la capitale, mentre altri reparti regolari etiopici sconfiggevano i presidi italiani rimasti a Mota nel Goggiam, e inseguivano il generale Maravetano che era costretto alla resa con 10.000 uomini (per lo più coloniali) nella piana di Agibar, senza riuscire a congiungersi con Amedeo di Savoia sull'Amba Alagi.
 
Selassié rientrò trionfalmente ad Addis Abeba il 5 maggio [[1941]], a 5 anni esatti dall'occupazione italiana, riassumendo ufficialmente il titolo di imperatore. Anche in questa occasione si comportò in modo cavalleresco verso i civili italiani (circa 35.000) concentrati nella capitale: furono impedite rappresaglie e vendette, e fu emanato un editto di perdono in cui tra l'altro si diceva: "Poiché oggi è un giorno di felicità per tutti noi, dal momento che abbiamo battuto il nemico, rallegriamoci dello spirito di Cristo. Non ripagate dunque il male con ilcol male. (...) Prenderemo le armi al nemico e lo lasceremo andare a casa per la stessa via dalla quale è venuto." (cfr. Angelo del Boca, op cit., p.&nbsp;201).
 
Nel dopoguerra Hailé Selassié I continua nella sua opera di modernizzazione del Paese, sopprimendo il potere dell'aristocrazia terriera, riformando l'esercito e promulgando la seconda [[Costituzione]] nel [[1955]]. Il programma riformista di Selassié dopo la guerra risultò, però, in parte contraddittorio. Da un lato il sovrano continuò ad accentrare il potere e rinforzare il potere centrale dello stato, sopprimendo le forze centrifughe dell'Etiopia e della sua riottosa nobiltà, proibendo gli eserciti privati, pacificando i confini e le popolazioni locali, avviando una massiccia opera di alfabetizzazione di base, diffondendo l'istruzione superiore; già nel 1942 riorganizzò il paese in 12 province e il distretto di Addis Abeba, con governatori di nomina imperiale e burocratica, invece che feudale ed ereditaria. Dall'altro rimase un sovrano accentratore, monocratico, aprì i ruoli di governo per merito e non per nascita, ma agli aristocratici tradizionalisti sostituì un'aristocrazia di fedelissimi, in cui il merito era costituito, generalmente, dalla fedeltà alla causa monarchica ed alla figura del sovrano, più che dall'onestà e dall'abilità. Inoltre, pur avendo ridotto il peso politico delle vecchie aristocrazie e del clero, non ne attaccò con uguale forza i privilegi economici, riducendo lentamente il peso della servitù della gleba (fino ad eliminarla del tutto, ma con un gradualismo ventennale), non attaccando minimamente i latifondi eed attuando una riforma agraria assai modesta. Il personale politico, tolta la diplomazia (di altissimo livello) e il grosso delle forze armate (le più efficienti dopo quelle Sud Africane ed Egiziane dell'intero continente), tendeva ad essere piuttosto corrotto ede inefficiente, mentre i giovani riformatori venivano sovente limitati o cacciati dalla burocrazia più tradizionalista. Inoltre la seconda costituzione etiopica, sia pure più liberale della precedente, rimaneva una costituzione autocratica, il modello non era più quella imperiale giapponese del 1889 o quella prussiana, ma il potere imperiale rimaneva altissimo e la maggior parte delle aperture democratiche previste inizialmente (libertà sindacali, civili, multipartitismo ecc.) furono cassate prima ancora della promulgazione per l'ostilità dei nobili e della chiesa, con cui Selassié voleva evitare la rottura.
 
Questo cauto riformismo, che riusciva in effetti a far progredire il paese senza però soddisfare le aspirazioni dei suoi intellettuali, iniziò a creare dei problemi al sovrano. Se fino al 1941 tutte le congiure e le insurrezioni che Selassié aveva dovuto affrontare erano di segno reazionario (sovente finanziate dal governo fascista per destabilizzare l'impero), dopo tale data il governo conobbe delle crisi laceranti con la sua intellighenzia, e diversi piani di rivoluzione o congiure di palazzo (come il tentato golpe del 1960) "di sinistra" o comunque portati avanti dalle opposizioni democratiche, progressiste, socialiste e/o comuniste, o da altre forze che talvolta erano schiettamente repubblicane o chiedevano una monarchia costituzionale di tipo britannico.
 
Indiscutibili furono, invece, i successi in campo internazionale. Negli anni '40 la Gran Bretagna cercò, fallendo, di mettere sotto tutela l'Etiopia, e l'Italia dovette rassegnarsi a cedere all'impero anche l'Eritrea, che divenne (con una propria costituzione) un regno unito dinasticamente all'Etiopia, garantendo all'impero lo sbocco al mare. la federazione con l'Eritrea giunse dopo un voto ONU nel 1950, (46 si, 10 no, 1 astensione, l'Italia fece campagna per il no), e si formalizzò definitivamente con la ritirata dei britannici nel 1952. Tra il 1941 e il 1952 l'Etiopia aveva costituito all'interno dell'Eritrea un partito unionista (opposto a quello indipendentista finanziato dall'Italia) e portato avanti una guerra per procura con circa 2000 guerriglieri. L'impero raggiunse dunque la sua massima estensione territoriale, non solo ma Selassié riuscì, con un abile gioco diplomatico ada impedire i progetti (italiani e britannici) di costruire a sue spese (e a spese di Kenya e Gibuti) una grande Somalia, che avrebbe ridiscusso tutti i confini della regione. Inoltre l'Etiopia fu un membro fondatore delle Nazioni Unite, e riuscì a conquistare in tale ambito notevole visibilità eed autorevolezza.
 
Inoltre cercò di non legarsi all'impero britannico, che pure tanto lo aveva aiutato nella guerra, mantenendo un governo indipendente, {{Senza fonte|spesso anzi durante gli anni quaranta in forte frizione con le autorità coloniali britanniche}}. Per farlo cercò di riallacciare i rapporti con l'Italia democratica, e, nel 1953, si alleò militarmente ed economicamente, agli USA. Questa alleanza giovò sia dal punto di vista economico che da quello militare, permettendo all'Etiopia di ricevere numerosi aiuti (ed in pratica quasi gratuitamente una moderna aviazione e diverse unità navali). In cambio gli USA ottennero una grande base aereo-navale nel Mar Rosso.
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Fu però un diplomatico troppo abile per unirsi all'America senza contropartite e senza mantenere la propria indipendenza, infatti, anche se solidamente inserito nel campo occidentale fu ben lungi dal diventare una marionetta americana, mantenne contatti diplomatici formali e proficui con l'URSS (anche a livello di accordi commerciali e prestiti agevolati), informali con la Cina e partecipò al movimento dei non allineati ed alle conferenza afro-asiatiche.
 
Hailé Selassié I assume particolare notorietà a livello internazionale quando l'[[Etiopia]] diventa guida dell'Organizzazione Unita Africana (OUA, oggi [[Unione Africanaafricana]]), ponendosi, tardivamente ma con forza, alla guida del movimento di decolonizzazione.
 
Più complessi furono i rapporti con l'Italia, i rapporti diplomatici furono ripresi nel 1951 (e regolari dal 1952), dopo che per molti anni l'Italia aveva sperato di ricevere ancora il mandato coloniale sull'Eritrea, {{Senza fonte|e aveva continuato a pensare ada un'espansione della colonia Somala verso l'interno}}. I rapporti furono complicati dalla scarsa simpatia che i partiti giunti al potere dopo la guerra (ed in particolare la DC) avevano per la sua persona, {{Senza fonte|il risentimento verso Adua, ancora vivo nell'opinione pubblica italiana, il senso di superiorità del colonizzatore}}. Selassie al contrario voleva usare l'Italia per equilibrare il peso dei britannici nelle questioni dell'Africa Orientale, e mantenere quanto più possibile la presenza degli ex coloni italiani nell'impero, anche perché si erano inseriti particolarmente bene in alcuni settori economici fondamentali (trasporti, piccola industria alimentare, import-export, ingegneria, ecc.), tanto da favorire in diverse occasioni gli italiani, anche contro il parere dei gruppi più nazionalistici.
 
Il governo italiano, in cui il Ministero delle colonie e il personale burocratico legato all'esperienza coloniale avevano un peso enorme nelle questioni africane, fu particolarmente lento a cogliere la dimensione post-coloniale della storia etiopica, {{Senza fonte|oltre a non voler riconoscere la realtà della sconfitta}}, sentita come umiliante, del colonialismo italiano. {{Senza fonte|In particolare fu molto difficile applicare il trattato di pace tra le due potenze, {{Senza fonte|pur firmato nel 1947, fu applicato da parte italiana solo dal 1956}}. Dei 25 milioni di dollari (cifra che Selassié aveva voluto tenere artificialmente bassa per non umiliare l'Italia, e che partiva da una valutazione iniziale superiore ai 185 milioni di sterline-oro) di danni di guerra ottenuti dall'Etiopia l'Italia ne pagò solo 16, e non con la definizione di "riparazioni ai danni di guerra" (come invece fatto nei confronti delle altre potenze vincitrici della seconda guerra mondiale), ma come "assistenza tecnica e finanziaria". Inoltre fu molto difficile, e fonte di grande irritazione per l'imperatore, ottenere la restituzione delle riserve auree della banca d'Etiopia (occupata nel 1936), del tesoro reale (incluse le corone e i gioielli della corona), della biblioteca privata della famiglia imperiale e dell'archivio diplomatico (cui Selassié teneva moltissimo), delle opere d'arte razziate (come la statua del leone di Giuda e l'obelisco di Axum). Alcune di queste restituzioni avvennero ben dopo la morte di Selassié, pesando nei rapporti tra i due paesi per molti anni.
 
Per l'opinione pubblica italiana la [[guerra d'Etiopia]] si era conclusa nel 1936, con la vittoria italiana, e l'Etiopia non era un "vincitore" della seconda guerra mondiale, non alla pari degli altri, {{Senza fonte|permanendo un certo razzismo che anzi era più forte nel mondo della politica e del governo}}. Per questo l'imperatore non fu mai invitato in Italia negli anni '50 e '60, malgrado abbia visitato buona parte dei paesi occidentali, e molti anche del blocco orientale, o presenziato spesso all'ONU.
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Nel 1970 fu ospite in Italia del Presidente [[Giuseppe Saragat]] e in questa occasione incontrò importanti esponenti del mondo politico ed economico italiano. A Milano ebbe un incontro con [[Giordano Dell'Amore]] nel quale fu discusso un programma di assistenza tecnica sulla mobilitazione del risparmio per il finanziamento dell'edilizia abitativa in Etiopia. Erano presenti all'incontro il ministro delle finanze etiopi Mammo Tadesse e [[Arnaldo Mauri]].
 
Negli ultimi anni della sua vita, Hailé Selassié diventa fortemente sospettoso verso i suoi più stretti collaboratori a causa dei tradimenti che si susseguono nei suoi confronti. Nel 1974 scoppia una dura rivolta dell'esercito, guidato da una giunta militare [[Comunismo|comunista]], il [[Derg]], facente capo a [[Menghistu HailèHailé Mariàm]], che costringe Hailé Selassié aad operare numerose concessioni in favore delle forze armate. Una volta preso il potere, Menghistu scatena una violenta persecuzione contro i rivali, conosciuta come "[[Terrore rosso (Etiopia)|Terrore rosso]]". Hailé Selassié, imprigionato nel [[Palazzo di Menelik II|palazzo imperiale]], il 27 agosto 1975 viene assassinato per soffocamento con un cuscino, per ordine di Menghistu HailèHailé Mariàm, che lo fa seppellire a 3&nbsp;m di profondità sotto un bagno dell'edificio, forse allo scopo di poter camminare sulle spoglie del vecchio imperatore e far sì che "il suo fantasma non esca dalla tomba per perseguitarlo".<ref name="Haile Selassie, la leggenda dell'ultimo Imperatore">{{Cita news|autore=Stefano Citati|url=http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/11/05/haile-selassie-la-leggenda-dell-ultimo-imperatore.html|titolo=Haile Selassie, la leggenda dell'ultimo Imperatore|pubblicazione=Archivio - la Repubblica.it|data=5 novembre 2000|accesso=7 agosto 2017}}</ref>
 
Dopo il crollo del regime comunista nel 1991, le spoglie di Selassié vengono ritrovate il 16 febbraio del 1992 e tumulate nella [[Cattedrale della Santissima Trinità (Addis Abeba)|cattedrale della Santissima Trinità]] di Addis Abeba il 5 novembre del 2000.<ref name="Haile Selassie, la leggenda dell'ultimo Imperatore"/>
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|rastafarianesimo/
|Rastafarianesimo
|v =
|accesso = agosto 2017
|autore =
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|citazione =
}}</ref> il nuovo [[Messia]] e la seconda [[Incarnazione (cristianesimo)|incarnazione]] di [[Gesù]]. Il rastafarianesimo accetta tutti i dogmi del [[chiesa ortodossa etiope|cristianesimo ortodosso etiope]], il credo che il ''negus'' ha sempre praticato nella sua vita. È una delle religioni praticate soprattutto nelle [[Isole dei Caraibi|isole caraibiche]] ede in particolare in [[Giamaica]], ed è famosa per essere stata veicolata nella musica [[reggae]] (della quale il maggior esponente è stato [[Bob Marley]]), per il ricorso alla [[marijuana]] per [[Uso medico della cannabis|uso medico]] e [[meditazione|meditativo]], per i [[dreadlocks|dreadlock]] e per l'uso, nell'abbigliamento, dei colori della [[Bandiera dell'Etiopia|bandiera etiope]] ([[rosso]], [[giallo]], [[verde]]).
 
Tra i seguaci di questo movimento Hailé Selassié è considerato [[Gesù|Gesù Cristo]] stesso ritornato in [[Gloria (religione)Shekhinah|gloria]] per regnare con un Nome Nuovo, l'incarnazione di [[JHWHTetragramma biblico|Jah]], il Dio supremo, venuto sulla terra per liberare le nazioni dal male [[nazifascismo|nazifascista]] ed ''in primis'' la popolazione nera, come profetizzato da [[Marcus Garvey]]. Il nome del movimento Rastafari deriva dal nome di battesimo dell'Imperatore ''Ras Tafarì'', che in [[lingua amarica]] significa "Capocapo da temere". Selassié concesse delle terre (le terre di [[Sciasciamanna]]) per il rimpatrio dei giamaicani Rastafari.
 
Considerato il Messia dalla religione Rastafari, Selassié rimase tuttavia sempre devoto alla [[Chiesa ortodossa etiope]], chiesa cristiana antichissima nella quale si identificarono diversi etiopi e rastafariani poiché essa considerava il [[Titoli nobiliari etiopici|Re dei re]] Hailé Selassié come il Leone di Giuda dell'Apocalisse (l'Etiopia era stata una tra le prime monarchie ad adottare il Cristianesimo [[Monofisismo|monofisita]], la Chiesa etiope divenne autocefala nel [[1959]], anno in cui il [[Patriarca (cristianesimo)|patriarca]] Basilio la sottrasse all'autorità del Patriarca [[copti|copto]] di [[Alessandria d'Egitto]]).
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|-
| rowspan="16" align="center"| '''Hailé Selassié'''
| rowspan="8" align="center"| '''Padre:'''<br />[[Maconnèn Uoldemicaèl|''ras'' Maconnèn Uoldemicaèl]]
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno paterno:'''<br />''deggiasmacc[[degiasmacc]]'' [[Uoldemicaèl Guddessa]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />''deggiasmacc[[degiasmacc]]'' Wolde Malakot Yamana Krestos
| align="center"| '''Trisavolo paterno:'''<br />?
|-
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| align="center"| '''Trisavola paterna:'''<br />?
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna paterna:'''<br />''Principessaemebet'' Tenagnework SahleSalila SelassieSelassié
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno paterno:'''<br />''meridazmach'' SahleSalila SelassieSelassié
| align="center"| '''Trisavolo paterno:'''<br />''meridazmach'' Wossen Seged
|-
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|-
| rowspan="8" align="center"| '''Madre:'''<br />''uoizerò'' Yeshimebet Ali Abba Gifar
| rowspan="4" align="center"| '''Nonno materno:'''<br />''deggiasmacc[[degiasmacc]]'' Ali Abba Gifar didell'etnia [[Oromo|Woreilugalla]]
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />?
| align="center"| '''Trisavolo materno:'''<br />?
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| align="center"| '''Trisavola materna:'''<br />?
|-
| rowspan="4" align="center"| '''Nonna materna:'''<br />''emebet-hoihoy'' Walatta Ihata Giyorgis Yimeru
| rowspan="2" align="center"| '''Bisnonno materno:'''<br />''ato'' Yimeru dell'etnia [[guraghé]]
| align="center"| '''Trisavolo materno:'''<br />?
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{{Onorificenze
|immagine=ETH Order of St Anthony.png
|nome_onorificenza=Gran Maestro dell'Ordine di Sant'Antonio (Etiopia)
|collegamento_onorificenza=Ordine di Sant'Antonio (Etiopia)
|motivazione=
}}
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|immagine=Military Medal of Merit of the Order of St. George (Ethiopia) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza=Medaglia di guerra di San Giorgio con due rami di palma
|collegamento_onorificenza=Medaglia di guerra di San Giorgio con due rami di palma
|motivazione=
|data=1941
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|immagine=Military Medal of Haile Selassie I (Ethiopia) - ribbon bar.gif
|nome_onorificenza=Medaglia di guerra di Hailé Selassié con tre rami di palma
|collegamento_onorificenza=Medaglia di guerra di Hailé Selassié con tre rami di palma
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|data=1941
Line 261 ⟶ 259:
|immagine=UK Order St-Michael St-George ribbon.svg
|nome_onorificenza=Medaglia militare di Menelik II in oro
|collegamento_onorificenza=Medaglia militare di Menelik II in oro
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}}
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|immagine=HaileSeilassieNationalServiceMedal.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'argento di Hailé Selassié per il servizio nazionale
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'argento di Hailé Selassié per il servizio nazionale
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}}
Line 273 ⟶ 271:
|immagine=PatriotMedalEtiopia.png
|nome_onorificenza=Medaglia al patriota con sei torce
|collegamento_onorificenza=Medaglia al patriota con sei torce
|motivazione=
|data=1944
Line 287 ⟶ 285:
|immagine=RefugeePatriotMedalEtiopia.png
|nome_onorificenza=Medaglia al patriota rifugiato con quattro torce
|collegamento_onorificenza=Medaglia al patriota rifugiato con quattro torce
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}}
Line 293 ⟶ 291:
|immagine=VictoryMedal.Etiopia.png
|nome_onorificenza=Stella della vittoria
|collegamento_onorificenza=Stella della vittoria (Etiopia)
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|data=1944
Line 300 ⟶ 298:
|immagine=Medal for Scholarship 1959.gif
|nome_onorificenza=Medaglia alla cultura di I classe
|collegamento_onorificenza=Medaglia alla cultura (Etiopia)di I classe
|motivazione=
|data=1959
Line 320 ⟶ 318:
{{Onorificenze
|immagine=Eritrean Medal of Haile Selassie I.gif
|nome_onorificenza=Medaglia d'Eritrea di I Classeclasse
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'Eritrea di I classe
|motivazione=
|data=1952
Line 356 ⟶ 354:
|immagine=AUT Honour for Services to the Republic of Austria - 1st Class BAR.png
|nome_onorificenza=Grande stella dell'Ordine al merito della Repubblica austriaca (Austria)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito della Repubblica Austriacaaustriaca
|motivazione=
|data=1954
Line 377 ⟶ 375:
|immagine=BOL Order of Condor of the Andes - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere Gran Croce dell'Ordine Nazionale del Condor delle Ande (Bolivia)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale del Condor delle Ande
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Line 383 ⟶ 381:
|immagine=BRA Order of the Southern Cross - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Gran Collare dell'Ordine Nazionale della Croce del Sud (Brasile)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale della Croce del Sud
|motivazione=
|data=4 luglio 1958
Line 403 ⟶ 401:
|immagine=TCH CS Vojensky Rad Bileho Lva 1st (1945) BAR.svg
|nome_onorificenza=Stella d'Oro dell'Ordine Militare del Leone Bianco (Cecoslovacchia)
|collegamento_onorificenza=Ordine Militaremilitare del Leone Bianco
|motivazione=
}}
Line 415 ⟶ 413:
|immagine=CHL Order of Merit of Chile - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Collare dell'Ordine al Merito (Cile)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito (Cile)
|motivazione=
}}
Line 421 ⟶ 419:
|immagine=Republic of Korea War Service Medal ribbon.svg
|nome_onorificenza=Medaglia di Servizio della Guerra di Corea (Corea del Sud)
|collegamento_onorificenza=Medaglia di Servizio della Guerra di Corea
|motivazione=
|data=1959
Line 428 ⟶ 426:
|immagine=BEN National Order of Dahomey - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale del Dahomey (Dahomey)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale del Dahomey
|motivazione=
}}
Line 455 ⟶ 453:
|immagine=FIN Order of the White Rose Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Comandante di Gran Croce con Collare dell'Ordine della Rosa bianca (Finlandia)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Rosa Biancabianca
|motivazione=
}}
Line 471 ⟶ 469:
|motivazione=
|data=16 maggio 1924
}}
{{Onorificenze
|immagine=Croix de guerre 1939-1945 with palm (France) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza=Croix de guerre 1939-1945 con palma (Francia)
|collegamento_onorificenza=Croix de guerre 1939-1945 (Francia)
|motivazione=
|data=1945
}}
{{Onorificenze
Line 478 ⟶ 483:
|motivazione=
|data=28 ottobre 1954
}}
{{Onorificenze
|immagine=Croix de guerre 1939-1945 with palm (France) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza=Croix de guerre 1939-1945 con palma (Francia)
|collegamento_onorificenza=Croix de guerre 1939-1945 (Francia)
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|data=1945
}}
{{Onorificenze
|immagine=GAB Order of the Equatorial Star - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Stella equatoriale (Gabon)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Stella Equatorialeequatoriale
|motivazione=
}}
Line 523 ⟶ 521:
|immagine=National Order of Merit - Grand Cross (Guinea).png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale al Merito (Guinea)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale al Merito (Guinea)merito
|motivazione=
}}
Line 529 ⟶ 527:
|immagine=Orden Nacional de Honor y Mérito, Gran Cruz.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale dell'Onore e del Merito (Haiti)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale dell'Onore e del Meritomerito
|motivazione=
|data=24 aprile 1966
Line 543 ⟶ 541:
|immagine=25th Anniversary Medal 1971.gif
|nome_onorificenza=Medaglia commemorativa per il 2500º anniversario dell'impero persiano (Impero d'Iran)
|collegamento_onorificenza=Medaglia commemorativa per il ??2500º anniversario dell'impero persiano
|motivazione=
|luogo=14 ottobre [[1971]]<ref>[http://badraie.com/guests.htm Badraie] {{webarchiveWebarchive|url=https://web.archive.org/web/20160305043732/http://badraie.com/guests.htm |data=5 marzo 2016 }}</ref><ref>[http://badraie.com/images/uk.JPG Badraie] {{webarchiveWebarchive|url=https://web.archive.org/web/20141014183704/http://badraie.com/images/uk.JPG |data=14 ottobre 2014 }}</ref>
}}
{{Onorificenze
Line 557 ⟶ 555:
|immagine=Cordone di gran Croce di Gran Cordone OMRI BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana (Italia)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito della Repubblica Italianaitaliana
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|luogo=21 ottobre [[1955]]<ref>[http://www.quirinale.it/elementi/DettaglioOnorificenze.aspx?decorato=32255 Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.]</ref>
Line 571 ⟶ 569:
|immagine=Order of the Golden Heart of Kenya.svg
|nome_onorificenza=Capo dell'Ordine del Cuore d'oro (Kenya)
|collegamento_onorificenza=Ordine del Cuore d'Orooro (Kenya)
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|data=1966
Line 578 ⟶ 576:
|immagine=Lebanese Order of Merit Extraordinary Grade.gif
|nome_onorificenza=Membro di Classe Eccezionale dell'Ordine al Merito (Libano)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito (Libano)
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|data=15 aprile 1950
Line 591 ⟶ 589:
|immagine=Huisorde van de Gouden Leeuw van Nassau Ribbon.gif
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine del Leone d'oro di Nassau (Lussemburgo)
|collegamento_onorificenza=Ordine del Leone d'Orooro di Nassau
|motivazione=
|data=25 maggio 1924
Line 617 ⟶ 615:
|immagine=MLI National Order - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce con Collare dell'Ordine nazionale del Mali (Mali)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale del Mali
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}}
Line 629 ⟶ 627:
|immagine=Order of National Merit (Mauritania) - ribbon bar.gif
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale al Merito (Mauritania)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale al Meritomerito (Mauritania)
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}}
Line 642 ⟶ 640:
|immagine=National Order - Grand Cross (Niger) - ribbon bar.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale del Niger (Niger)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale del Niger
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}}
Line 654 ⟶ 652:
|immagine=Order Sint Olaf 1 kl.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce con Collare dell'Ordine Reale Norvegese di Sant'Olav (Norvegia)
|collegamento_onorificenza=Ordine Realereale Norvegesenorvegese di Sant'Olav
|motivazione=
|data=22 marzo 1949
Line 668 ⟶ 666:
|immagine=NLD Military Order of William - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Militare di Guglielmo (Paesi Bassi)
|collegamento_onorificenza=Ordine Militaremilitare di Guglielmo
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|data=3 novembre 1954
Line 694 ⟶ 692:
|immagine=POL Order Orła Białego BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine dell'Aquila bianca (Polonia)
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'aquilaAquila biancaBianca
|motivazione=
|data=30 ottobre 1930
}}
{{Onorificenze
|immagine = POL Polonia Restituta Wielki BAR.svg
|nome_onorificenza = Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Polonia Restituta (Polonia)
|collegamento_onorificenza = Ordine della Polonia Restitutarestituta
|motivazione =
|data = 1967
}}
{{Onorificenze
|immagine=PRT Military Order of the Tower and of the Sword - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Torre e della spada (Portogallo)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Torre e della Spadaspada
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|data=28 ottobre 1925
Line 715 ⟶ 713:
|immagine=PRT Three Orders BAR.png
|nome_onorificenza=Fascia dei Tre Ordini (Portogallo)
|collegamento_onorificenza=Fascia dei Tretre Ordiniordini
|motivazione=
|data=31 agosto 1959
Line 749 ⟶ 747:
|immagine=Greek Medal of Military merit ribbon.png
|nome_onorificenza=Medaglia d'oro al merito militare (Regno di Grecia)
|collegamento_onorificenza=Medaglia d'oro al merito militare (Grecia)
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}}
Line 775 ⟶ 773:
|immagine=Order of the Most Holy Annunciation BAR.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata (Regno d'Italia)
|collegamento_onorificenza=Ordine Supremosupremo della Santissima Annunziata
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|data=1928
Line 796 ⟶ 794:
|immagine=UK Order St-Michael St-George ribbon.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine dei Santi Michele e Giorgio (Regno Unito)
|collegamento_onorificenza=Ordine deidi SantiSan Michele e San Giorgio
|motivazione=
|data=24 aprile 1917
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|immagine=UK Royal Victorian Order ribbon.svg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Reale Vittoriano (Regno Unito)
|collegamento_onorificenza=Ordine Realereale Vittorianovittoriano
|motivazione=
|data=30 ottobre 1930
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|immagine=Order of Merit - Grand Cross (Central African Republic).png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine al Merito (Repubblica Centrafricana)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito (Repubblica Centrafricana)
|motivazione=
}}
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|immagine=GER Bundesverdienstkreuz 9 Sond des Grosskreuzes.svg
|nome_onorificenza=Classe speciale della gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca (Repubblica Federale Tedesca)
|collegamento_onorificenza=Ordine al Meritomerito di Germania
|motivazione=
|data=6 novembre 1954
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{{Onorificenze
|immagine=Star of Romania Order Communist Republic.png
|nome_onorificenza=Ordine della Stella di Romania di I classeClasse (Repubblica Socialista di Romania)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Stella di Romania (Repubblica Socialista di Romania)
|motivazione=
|data=1964
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|immagine=
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine del Leopardo (Somalia)
|collegamento_onorificenza=Ordine deldella Leopardostella di (Somalia)
|motivazione=
|data=1960
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|collegamento_onorificenza=Ordine di Carlo III
|motivazione=
|luogo=27 aprile [[1971]]<ref>{{citaCita web|url=http://www.boe.es/buscar/doc.php?id=BOE-A-1971-37670|titolo=Bollettino Ufficiale di Stato}}</ref>
}}
{{Onorificenze
|immagine=US Legion of Merit Chief Commander ribbon.png
|nome_onorificenza=Comandante in capo della Legion of Merit (Stati Uniti d'America)
|collegamento_onorificenza=Legion of Merit
|motivazione=
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|immagine=Chain_of_Honor_Sudan.png
|nome_onorificenza=Collare d'Onore (Sudan)
|collegamento_onorificenza=Collare d'Onore (Sudan)
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}}
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}}
{{Onorificenze
|immagine=TWN Order of Propitiousthe Royal House of CloudsChakri 1Class(Thailand) BARribbon.svgpng
|nome_onorificenza=Cavaliere di Classe Speciale dell'Ordine delledella NuvoleCasata Reale di propizieChakri (TaiwanTailandia)
|collegamento_onorificenza=Ordine delledella NuvoleCasata Propiziereale di Chakri
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|data=1958
}}
{{Onorificenze
|immagine=TWN Order of the Royal House ofPropitious ChakriClouds (Thailand)1Class ribbonBAR.pngsvg
|nome_onorificenza=Cavaliere di Classe Speciale dell'Ordine delladelle Casata Reale diNuvole ChakriPropizie (ThailandiaTaiwan)
|collegamento_onorificenza=Ordine delladelle CasataNuvole Reale di ChakriPropizie
|motivazione=
|data=1958
}}
{{Onorificenze
Line 924 ⟶ 922:
|collegamento_onorificenza=Ordine dell'Indipendenza
|motivazione=
}}
{{Onorificenze
|immagine=Hu3ofl0.png
|nome_onorificenza=Ordine della Bandiera della Repubblica Popolare Ungherese di I Classe con Diamanti (Ungheria)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Bandiera della Repubblica Popolare Ungherese
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|data=1964
}}
{{Onorificenze
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|motivazione=
|data=1972
}}
{{Onorificenze
|immagine=Hu3ofl0.png
|nome_onorificenza=Ordine della Bandiera della Repubblica Popolare Ungherese di I Classe con Diamanti (Ungheria)
|collegamento_onorificenza=Ordine della Bandiera della Repubblica Popolare Ungherese
|motivazione=
|data=1964
}}
{{Onorificenze
Line 954 ⟶ 952:
|immagine=VPD National Order of Vietnam - Grand Cross BAR.png
|nome_onorificenza=Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine Nazionale del Vietnam (Vietnam del Sud)
|collegamento_onorificenza=Ordine Nazionalenazionale del Vietnam
|motivazione=
|data=1958
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}}
 
== Note ==
<references/>
 
== Bibliografia ==
* Angelo Del Boca, ''Il Negus. Vita e morte dell'ultimo Re dei Re'', [[Casa editrice Giuseppe Laterza & figli|Laterza]], Bari 1995, ISBN 88-420-4697-3.
* Lorenzo Mazzoni, ''Haile Selassie I - Discorsi scelti 1930-1973'', [[Stampa Alternativa]] / Nuovi Equilibri, 2011, ISBN 978-88-6222-159-7.
* [[Ryszard Kapuściński]], ''Il Negus. Splendori e miserie di un autocrate'', [[Giangiacomo Feltrinelli Editore|Feltrinelli]], 1978, ISBN 978-8807817427
 
== Voci correlate ==
* [[Dinastia Salomonide]]
* [[Giuda (tribù)]]
* [[Gloria dei Re]]
* [[ImperatoriImperatore d'Etiopia]]
* [[Marescialli di campo britannici]]
* [[Kebra Nagast]]
* [[Rastafarianesimo]]
* [[Imperatori d'Etiopia]]
* [[Tribù di Giuda]]
* ''[[War (Bob Marley)|War]]'' (canzone di [[Bob Marley]])
 
Line 991 ⟶ 990:
 
== Collegamenti esterni ==
* {{citaCita web|http://www.ras-tafari.com/|Federazione Assemblee Rastafari in Italia}}
* {{citaCita web|http://www.rastafari-regna.com|Rastafari Regna}}
* {{citaCita web|http://haileselassie.wordpress.com/|Pagina dedicata ada un libro su Haile Selassie I}}
* {{citaCita web|url=http://books.google.es/books?id=7kimI1Y0QO0C&pg=PT24&lpg=PT24&dq=Woizero+Yimegnushal&source=bl&ots=gn5L9w6erR&sig=6VUBB28q97HqrCRjh7_UjFgGUOk&hl=es&sa=X&ei=VDfxUuufJ-rR0QX9joHYDQ&ved=0CEMQ6AEwAw#v=onepage&q=Woizero%20Yimegnushal&f=false|titolo=The Emperor's Clothes}}
* {{citaCita web|url=http://books.google.es/books?id=jX7-0ROBfyIC&pg=PA56&lpg=PA56&dq=Ali+Abba+Jifar&source=bl&ots=4OxhA-NxJv&sig=QzVmqsl3EGaVijNBRVge2xEUDWs&hl=es&sa=X&ei=gk7xUruAK-XJ0AXb4oCwAQ&ved=0CEAQ6AEwAw#v=onepage&q=Kalama&f=false|titolo=A History of Ethiopia}}
 
{{Box successione
|tipologia = regnante
|carica = [[Imperatori d'Etiopia|Imperatore d'Etiopia]]
|immagine = Flag of Ethiopia (1897).svg
|periodo = [[1930]] - [[1936]]
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{{Box successione
|tipologia = pretendente al trono
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{{Box successione
|carica = [[Presidenti dell'Unione Africana|Presidente dell'Organizzazione dell'Unità Africana]]
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|periodo = [[1963]] - [[1964]]
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|successivo = [[Gamal Abd el-Nasser]]
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|successivo2 = [[Mobutu Sese Seko]]
}}
{{Controllo di autorità}}
{{Portale|biografie|storia}}
{{Controllo di autorità}}
 
[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine supremodei dellaSanti SantissimaMaurizio Annunziatae Lazzaro|H]]
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[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dell'Aquila Bianca|H]]
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[[Categoria:Cavalieri dell'Ordine dell'Aquila Bianca|H]]
[[Categoria:Cavalieri di gran croce OMRI decorati di gran cordone|H]]
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