Arte del Rinascimento: differenze tra le versioni
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Negli anni centrali del secolo si registrò una fase più intellettualistica delle precedenti conquiste. A [[Firenze]] dopo il ritorno di [[Cosimo de' Medici]] in città nel [[1434]], si instaurò di fatto una signoria. Se da una parte le commissioni pubbliche si ispiravano alla sobrietà e all'utilità, come il [[palazzo Medici]] e il [[convento di San Marco]] di [[Michelozzo]], per le opere di destinazione privata si andava affermando un gusto intellettualistico nutrito da ideali [[accademia neoplatonica|neoplatonici]]: ne è un esempio il ''[[David (Donatello)|David]]'' di [[Donatello]]. Le arti figurative perdevano la loro iniziale carica ideale e rivoluzionaria per tingersi di nostalgie letterarie e interessi archeologici, cioè di rievocazione dell'antico intellettualistica e fine e sé stessa<ref name="ReferenceA"/>. Interpreti della misura tra idealizzazione, naturalismo e virtuosismo furono nella scultura [[Benedetto da Maiano]] e nella pittura [[Domenico Ghirlandaio]]<ref name="DVC135">De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 135.</ref>.
Per gli artisti della cosiddetta "terza generazione" la prospettiva era ormai un dato acquisito e le ricerche si muovevano ormai verso altri stimoli, quali i problemi dinamici delle masse di figure o la tensione delle linee di contorno. Le figure plastiche e isolate, in un equilibrio perfetto con lo spazio misurabile e immobile, lasciavano ormai spazio a giochi continui di forme in movimento, con maggiore tensione e intensità espressiva<ref>Emma Micheletti, ''Domenico Ghirlandaio'', in ''Pittori del Rinascimento'', Scala, Firenze 2004, pag. 10. ISBN 88-8117-099-X</ref>. Il rapporto di [[Lorenzo il Magnifico]] con le arti fu diverso da quello del nonno [[Cosimo de' Medici|Cosimo]], che aveva privilegiato la realizzazione di opere pubbliche. Da un lato per "il Magnifico" l'arte ebbe un
[[File:David von Michelangelo.jpg|thumb|''[[David di Michelangelo]]'' (1501-1504)]]
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