Lex curiata de imperio: differenze tra le versioni

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Nel periodo [[età regia di Roma|regio]] veniva usata una metodologia simile chiamata '''lex curiata de imperio''' dove il popolo romano, attraverso la convocazione e votazione dei [[Comitia curiata]], concedevano i poteri al ''rex'', sottomettendosi così questo in quanto capo supremo della comunità.<ref>[[Marco Tullio Cicerone]], [[De re publica]], II, 33. ''...post eum Numae Pompili nepos ex filia rex a populo est Ancus Marcius constitutus, itemque de imperio suo legem curiatam tulit''</ref>
 
Nell'[[Repubblica romana|età repubblicana]] tale procedura è ritenuta dagli storici solo simbolica, utilizzata per concedere il potere ai consoli o agli alti magistrati. Invece nell'[[età imperiale]] un esempio fondamentale ne è la "[[lex de imperio Vespasiani]]" del [[69]] d.C., riscoperta e diffusa nel [[1347]]. Essa volle legittimare la titolarità in capo all'[[imperatore]] [[Vespasiano]] di tutti i poteri pubblici, così da ufficializzare il consenso da parte del popolo romano ad essere governato da lui.
 
==Interpretazione ==